Pescara. Sono 1.390 gli occupati dell’artigianato abruzzese che sarebbero a rischio, nei prossimi 3-5 anni, in caso di riconoscimento alla Cina dello status di economia di mercato; il dato è pari al 2% del totale dell’artigianato regionale.
E’ quanto emerge da un approfondimento di Confartigianato Abruzzo, che ha elaborato i dati contenuti in uno studio della Confederazione nazionale.
Del totale, 1.010 lavoratori, cioè il 72,7%, operano nel settore manifatturiero. Più in generale, a rischio, negli anni successivi al riconoscimento, sarebbe il 5,5% degli addetti al manifatturiero regionale, dato che colloca l’Abruzzo al quinto posto della classifica nazionale. Ad essere più esposto è il ramo del tessile, abbigliamento e pelle, con 530 lavoratori a rischio. Seguono i settori della produzione di mobili (130 unità a rischio), di metallo (110) e vari (130). Gli altri addetti a rischio sono quelli delle costruzioni e dei servizi (380 lavoratori).
A livello nazionale sono a rischio 69.780 addetti, pari al 2,5% degli occupati dell’artigianato; il 77,4% di tali addetti opera nel settore del manifatturiero artigiano, che presenta un tasso di esposizione al rischio del 5,5%. La regione con il più alto tasso di occupati nell’artigianato manifatturiero a rischio è la Toscana con l’8,3%, seguita da Marche (7,8%), Umbria (6,3%) e Veneto (6,1%).