Pescara. Sono quattro gli Istituti Tecnici Superiori in Abruzzo: l’ITS Nuove tecnologie per il made in Italy – Sistema Meccanica – di Lanciano, l’ITS Efficienza energetica dell’Aquila, l’ITS Nuove tecnologie per il made in Italy – Sistema Moda – di Pescara e l’ITS per le nuove tecnologie per il made in Italy – Sistema Agroalimentare di Teramo.
Si tratta di scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica realizzate secondo il modello organizzativo della Fondazione di partecipazione in collaborazione con imprese, Università, centri di ricerca scientifica e tecnologica, enti locali, sistema scolastico e formativo.
L’obiettivo è quello di formare tecnici superiori in grado di inserirsi alla fine del triennio di studi tecnici superiori, nei settori strategici del sistema economico-produttivo del Paese.
Questa mattina, a Pescara, all’Aurum, si è fatto il punto della situazione nel corso di un convegno incentrato su questa nuova opportunità di alta formazione per l’occupazione dei giovani al quale ha partecipato, tra gli altri, l’assessore all’Istruzione, Marinella Sclocco.
“Il comunicatore americano Appleman – ha esordito l’assessore Sclocco – sosteneva che il primo ingrediente per il successo fosse quello di sognare in grande. Voi tutti lo avete fatto – ha detto rivolgendosi alla platea di dirigenti scolastici ed ai rappresentanti dell’Ufficio scoastico regionale – ed i risultati si stanno vedendo dal momento che i numeri parlano chiaro.
Non a caso, infatti, alla fine del triennio di studi – ha proseguito – il 90 per cento dei ragazzi trova una collocazione lavorativa stabile. Evidentemente, – ha aggiunto – unire le politiche di istruzione, formazione e lavoro con le strategie industriali si sta rivelando un fattore vincente”.
L’assessore Sclocco ha, inoltre, ricordato come, “finita la fase dello start-up, quella degli ITS in Abruzzo rappresenti ormai una realtà concreta. Ma tra gli ingredienti principali degli ITS – ha sottolineato – non ci sono solo i sogni ma una puntuale lettura delle esigenze del sistema produttivo regionale. A fare la differenza, infatti, è stata l’interazione virtuosa tra pubblico e privato.
Del resto, questo modello di Fondazione di partecipazione traduce concretamente il concetto di sussidiarietà circolare dove ciascuna componente impegnata svolge il proprio compito per favorire il raggiungimento dell’obiettivo che è quello di traferire ai ragazzi competenze elevate per prepararli al meglio ad affrontare il mercato del lavoro”.
La sfida che si presenta all’orizzonte è ora quella dei poli professionali che rappresenterà una filiera formativa ancora più ampia e che, secondo l’assessore, “metterà insieme esperienze diverse in grado di saldare ancora meglio istruzione, formazione e lavoro”.
Gli ITS propongono percorsi a livello terziario non universitario che formano figure specialistiche di alto profilo di cui le aziende hanno bisogno e costituiscono il modello duale italiano: circa 1800 ore di formazione svolte con docenze che per il 50% provengono dal mondo del lavoro e che prevedono almeno il 30% di ore di tirocinio in azienda.