Quotidiani e tv nazionali hanno rilanciato le parole della ricercatrice abruzzese che ha riposto pubblicamente, su facebook, al ministro Giannini chiarendo che l’Italia l’ha costretta ad emigrare così come accade con tanti suoi colleghi e che il suo lavoro è fatto da un’italiana ma all’estero.
Roberta D’Alessandro, nata ad Arielli, in provincia di Chieti, ha studiato all’Università de L’Aquila, ma che solo all’estero, prima in Germania, poi in Gran Bretagna e in Canada e oggi in Olanda, ha potuto valorizzare (e monetizzare) quel bagaglio di sacrifici, studi e competenze che qui in Italia è considerato pari a zero.
“In Olanda sono diventata docente ordinario a 33 anni – ha raccontato la ricercatrice, che ha vinto fondi europei per due milioni di euro grazie a un progetto sul contatto linguistico degli emigrati italiani in America nel dopoguerra e le lingue romanze nel Sud e Nord America, – nel frattempo ho fatto vari concorsi per rientrare in Italia e arrivavo quasi sempre seconda. Ricevevo i complimenti della commissione e in molti casi veniva messo a verbale che ero più qualificata di chi vinceva. E perdevo perché la mia attività all’estero non era quantificabile, diventava un demerito”.
“Per questo – ha aggiunto – mi è salita la rabbia quando ho letto la frase orgogliosa del ministro sui ricercatori italiani: l’attività svolta all’estero allora non valeva per farmi vincere e tornare in Italia e adesso vale per appropriarsi dei miei meriti? Mi sono sentita cornuta e mazziata, come si dice in Abruzzo. Sono stata costretta a stare fuori dall’Italia e poi vengo contata come italiana?”.
“I ministri non si vantano, i ministri esprimono soddisfazione e apprezzamento per il risultato di una comunità scientifica, di cui la ricercatrice Roberta D’Alessandro, come tutti gli altri, fa parte”: così il ministro Giannini dopo la polemica nata a seguito delle parole della ricercatrice italiana.
Le parole al fulmicotone di Roberta D’Alessandro però hanno squarciato un velo di silenzio su un annoso problema italiano. Ricerca, cultura e giovani sono sempre più belle parole nel Belpaese che nessun Ministro o Governo ha messo davvero al centro della propria azione. Nel frattempo la sua battaglia continua su tutti i media nazionali, mentre su facebook ha lanciato un nuovo hasthag: #IMMIGRANT.
Una curiosità la ricercatrice di Arielli è anche cugina di un noto politico regionale del Partito Democratico, Camillo D’Alessandro, braccio destro di D’Alfonso in Regione.