Consiglio regionale infuocato sulla sanità. Fuori la protesta dei sindaci

consiglio_regione_abruzzoCentinaia di persone si sono ritrovate questo pomeriggio davanti alla Villa Comunale dell’Aquila, vicino il palazzo della Regione, dove è in corso una seduta straordinaria del Consiglio regionale interamente dedicata alla Sanità ed al Piano di riordino 2010, dalla scorsa settimana al vaglio del Governo nazionale.

Tanti i sindaci presenti con la fascia tricolore e gli amministratori locali giunti dalla Marsica, dal Vastese e dal Teramano, che contestano soprattutto la riconversione dei presidi ospedalieri minori. Secondo la loro opinione, porterebbe un taglio ai posti letto ed agli occupati nel settore, oltre che una riduzione dei servizi sul territorio.

”Il Piano operativo predisposto da Chiodi” si legge in una nota della Cgil “produce solo tagli di prestazioni e di posti letto ai cittadini. E’ la solita politica dei due tempi: si tagliano subito i servizi mentre lo sviluppo di una rete integrata per prestazioni socio sanitarie viene rinviata ad un indeterminato futuro. I tagli di spesa previsti penalizzeranno l’assistenza, impedendo di assumere e mantenere in servizio gli operatori sanitari oggi in numero insufficiente”.

Gli slogan ed i fischi raggiungono anche l’interno del Palazzo. Ci sono cartelli contro il governatore Chiodi, soprannominato ”Attila”, e contro Piccone, che secondo i manifestanti, favorirebbe le cliniche private. A contenere la foga un consistente numero di forze dell’ordine.

Nel corso del Consiglio straordinario il Gruppo del Pd ha presentato un documento che impegna il presidente Chiodi, in veste anche di Commissario alla Sanità, ”a sospendere la sottoscrizione con il Governo della proposta di Piano operativo 2010 con i relativi allegati di riordino della rete ospedaliera, affinché venga aperto un tavolo di confronto con i sindaci, le organizzazioni sindacali e la Commissione, allo scopo di rivedere le scelte”.

Stessa proposta è giunta anche dal Gruppo dell’Italia dei Valori, che ha invitato il governatore a ”rinviare tutte le scelte del nuovo Programma operativo 2010 in un nuovo Piano di rientro da redigersi con la concertazione dei soggetti interessati e nel rispetto degli obiettivi di risanamento perseguiti, da approvare non oltre il 30 settembre”.

CostantiniIn apertura del suo intervento, Carlo Costantini, capogruppo dell’IdV, ha chiesto al presidente dell’Assemblea Nazario Pagano di poter ”cedere” parte del suo tempo a qualcuno dei numerosi sindaci presenti, giunti in massa all’Aquila in segno di protesta. Pagano ha risposto con un secco no. Costantini ha poi accusato Chiodi di ”disonestà intellettuale”, definendo ”paradossale la decisione di confrontarsi sul Piano dopo aver già presentato il documento a Roma”.

Il capogruppo IdV ha criticato il metodo di definizione del Piano di riordino, richiamando ad un serio rispetto delle regole. ”Il fatto di essere Commissario” ha detto Costantini rivolto a Chiodi “non la esime dal rispetto delle procedure e, quindi, dalla pubblicazione degli atti. E rispetti anche la prerogativa di controllo delle opposizioni”. Ed ha poi insinuato che la strada intrapresa da Chiodi ”nasconda precisi disegni per evitare il ritorno dell’Abruzzo alla gestione normale della sanità ed alla revoca del Commissariamento”.

Gianfranco Giuliante, invece, in veste di capogruppo del PdL, ha presentato una mozione con la quale impegna il presidente della Regione, come Commissario ad acta sulla Sanità, ad istituire formalmente tavoli di coordinamento sul tema, presieduti ciascuno dal rispettivo presidente delle quattro Province abruzzesi, con il compito di individuare, per le singole realtà provinciali, soluzioni adatte e comunque non configgenti con l’impostazione generale del Piano in termini di obiettivi globali di riordino, riorganizzazione e di saldo totale economico e finanziario.

Una proposta questa, che è stata duramente contestata da sindaci e dagli amministratori presenti in Aula, che hanno rivendicato il ruolo centrale dei Comuni nelle scelte riguardanti i singoli territori. Intanto, il popolo dei manifestanti è aumentato a visto d’occhio nel corso del pomeriggio. A protestare, alla villa Comunale, di fronte al palazzo dell’Emiciclo, circa un migliaio di persone.

 

 

 

 

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