In Abruzzo ci sono ospedali che vengono utilizzati poco anche dagli stessi residenti nel territorio, con reparti di chirurgia inappropriati e ricoveri che in gran parte dei casi riguardano persone con età superiore ai 65 anni.
E’ questo il quadro che emerge dai dati rilevati dall’Assessorato regionale alla sanità che testimoniano come questi ospedali, secondo il presidente Gianni Chiodi, così come strutturati, rappresentano un “inutile spreco di risorse per far fronte a una richiesta di servizio molto limitata che sicuramente va indirizzata in maniera diversa“.
“Tutti i cittadini” ha detto Chiodi “hanno il diritto di essere curati e assistiti in ospedali altamente efficienti con personale motivato e qualificato e con tecnologie all’avanguardia in grado di far fronte ad ogni tipo di situazione. Comprese quelle emergenze che possono mettere a rischio la vita delle persone lì dove non si è strutturati ed adeguatamente attrezzati. I cittadini che abitano in queste zone, comunque, avranno a disposizione un ospedale importante, a breve distanza e saranno adeguatamente supportati da un più efficace sistema di soccorso del 118”.
Gli ospedali che saranno riconvertiti continueranno ad offrire assistenza sul territorio come Presidio Territoriale di assistenza. Le 5 strutture disattivate da ospedali per acuti, ossia Pescina, Tagliacozzo, Guardiagrele, Casoli e Gissi vengono riconvertite in una organizzazione territoriale caratterizzata da assistenza medica e infermieristica dodici ore al giorno, punto unico di accesso alla rete dei servizi, collegato al centro unico di prenotazione, spazi dedicati per l’attività ambulatoriale specialistica con particolare riferimento alle discipline di base: medicina interna, cardiologia, ortopedia, oculistica, ginecologia ma anche ad altre discipline specialistiche, attraverso l’integrazione con gli operatori dei Dipartimenti ospedalieri della Asl.
E poi ancora, servizi di accoglienza alla persona, servizi sanitari di base e specialistici, punto prelievi, servizi di diagnostica specialistica; ecografia, Radiodiagnostica tradizionale, elettrocardiogramma, consultori e servizi socio sanitari integrati, compresi i servizi a favore dei minori e delle famiglie, da realizzarsi attraverso l’integrazione professionale degli operatori provenienti da altri servizi delle Asl (Dipartimento Materno Infantile, Igiene Mentale), servizi di coordinamento per le cure domiciliari secondo i diversi livelli di intensità.