L’Aquila. Dopo la bandiera nera assegnata all’Abruzzo da Goletta Verde, arriva un articolo su L’Espresso che cita Vasto come la città nota per “la cattiva abitudine dei balneari vastesi, famosi in tutto l’Abruzzo per il vezzo di sbarrare con reti metalliche la via al mare”.
Lo rende noto l’associazione “No Reti – Contro le recinzioni sulle spiagge in Abruzzo” che si scoglia contro un emendamento promosso in Consiglio regionale da Giuseppe Tagliente. “Per sostenere la tesi che vuole giustificare l’ingabbiamento delle spiagge” spiega meglio No Reti, “Tagliente tira fuori in Consiglio un presunto nuovo concetto di demanio. A quali novità si riferisce Tagliente sul concetto di demanio? Forse alle procedure di infrazione aperte dalla Comunità Europea a carico dell’Italia proprio in materia di concessioni demaniali? Oppure alla legge regionale approvata dalla sua maggioranza, che voleva allungare i tempi di rinnovo delle concessioni demaniali di 15 anni e che è stata bocciata in ambito nazionale?”.
Secondo No Reti, quelle di Tagliente sarebbero argomentazioni “inconsistenti a difesa di un emendamento che finora ha prodotto solo risultati deplorevoli per l’immagine dell’Abruzzo e di Vasto in particolare. Una cattiva abitudine condonata dal provvidenziale emendamento di Tagliente, presentato in Regione ed approvato dal centrodestra. Questa è oggi l’immagine di Vasto in Italia, in piena stagione balneare. Una città dove i turisti potrebbero essere accolti anche in stabilimenti abusivi o non in regola (come dimostra il recente intervento della capitaneria di porto locale), o chiusi in fortini condonati. Un’immagine della quale rendere grazie ad una certa politica che asseconda le cattive abitudini di troppi balneatori”.