Tagliente difende le recinzioni della spiaggia

recinto_spiaggiaLa legge sulle recinzioni della spiaggia continua a far discutere. Giuseppe Tagliente, consigliere regionale di centrodestra è intervenuto in difesa l’emendamento proposto in merito alle recinzione nelle spiagge, suscitando la reazione del gruppo No Reti.

“Personalmente caldeggio, la necessità di offrire una tutela alle strutture private ha spiegato Tagliente – (ancorchè realizzate su siti demaniali) che sono state oggetto di ripetuti, fisiologici, atti vandalici costati migliaia di euro agli imprenditori della balneazione e conseguenzialmente la possibilità data ad essi di investire su questi stabilimenti al fine di adeguarli alle esigenze di una clientela sempre più sofisticata e sollecitata da un crescente ventaglio di offerte turistiche”. Il consigliere regionale pone il quesito: “Vogliamo più turisti in Abruzzo?”. La risposta: “Non è sufficiente fare un’affermazione sovrana destinata a diventare luogo comune ma occorre creare forme di dissuasione dalla furia devastatrice di una delinquenza montante ed assecondare la voglia di intrapresa e di investimento da parte di quei privati che al turismo hanno creduto come forma di ricchezza sociale e di sviluppo del territorio. Non è assolutamente vero che si vorrebbe permettere la creazione di barriere d’accesso alla spiaggia o, come stato anche detto, consentire la sanatoria di palizzate realizzate abusivamente. Ricordo a me stesso ed ai miei cortesi avversari: 1) che l’altezza dei dissuasori dovrà essere comunque stabilita in sede di redazione del Piano del Demanio Marittimo Comunale (P.d.m.c.) e che in quel contesto (ove mai, ad esempio, l’amministrazione comunale di Vasto volesse finalmente degnarsi di licenziarne uno) ogni comune potrà autonomamente decidere la misura e la tipologia della modalità difensiva; 2) che il limite del libero accesso all’arenile rimane una condizione insuperabile ed insopprimibile, in ragione della quale ogni persona potrà portarsi sulla spiaggia attraversando la zona in concessione in ogni ora del giorno; 3) che le delimitazioni preesistenti, oggetto di ordinanza sindacale di rimozione, avevano a suo tempo avuto il relativo permesso di costruzione dalle amministrazioni comunali e demaniali e quindi più che abusive sono da ritenersi non coerenti con l’intervenuta modifica del regime concessorio. In estrema sintesi, con la normativa de qua si cerca di fare ciò che la sinistra per abitudine (e pigrizia) mentale non riesce assolutamente a concepire come possibile, e cioè di conciliare l’interesse dell’imprenditoria, che crea ricchezza ed occupazione, con quello della generalità dei cittadini a cui non viene tuttavia sottratto il godimento di un bene pubblico. In tempi difficili di crisi economica, come quelli che stiamo vivendo, non mi pare possa ancora prevalere l’approccio rigido ed anelastico che la sinistra italiana ha storicamente riservato all’iniziativa privata, ma è necessario il ricorso alla mediazione tra gli interessi. La lezione che viene da Pomigliano proprio in queste ore è estremamente illuminante a tal proposito’’.

La replica del gruppo No Reti. “A proposito di godimento della spiaggia e del mare, è ovvia la difficoltà a notare, per chi offusca il ragionamento con la strenua difesa dei privilegi, quanto questo non possa essere limitato al loro semplice utilizzo. Ed infatti Tagliente dà una dimostrazione lampante di tale difficoltà. Nelle sue precisazioni fa notare che la tipologia delle recinzioni saranno decise dai Comuni e che esisteranno passaggi liberi (e cioè strettoie come uniche vie) per l’accesso alla battigia. Come se queste concessioni restituissero la pienezza di un diritto limitato dalle strette maglie di reti invalicabili. Quello che invece deve essere ribadito, è che il mare e la spiaggia devono poter essere godute non solo nel loro utilizzo diretto. Anche la visuale di un’alba dall’orizzonte deve essere libera dall’oscuramento imposto da recinzioni di quasi 2 metri di altezza. Né la possibilità di una passeggiata con vista mare deve essere proibita per la soddisfazione capricci di qualcuno. Siamo inguaribili romantici? Forse. Sicuramente non accettiamo che persino uno sguardo all’orizzonte debba essere sottoposto all’autorizzazione di qualcun altro”.

Acerbo: “Tagliente peggio di Tancredi”. “La classe dirigente del centrodestra abruzzese sta superando ogni livello di ridicolo. Il senatore Tancredi assurge agli onori delle cronache come firmatario di un condono edilizio anche in aree soggette a tutela paesaggistica ammettendo di non aver letto il testo dell’emendamento. Tancredi almeno fa retromarcia rispetto alla porcata che aveva proposto. Il consigliere regionale Tagliente invece si lancia in un’ardimentosa difesa del suo condono casereccio per gli amici balneatori e lo fa con la consueta prosopopea. L’autodifesa di Tagliente è ridicola e inconsistente nel tentativo di buttarla sul piano della battaglia ideologica. Chi lo critica sarebbe ovviamente prigioniero di una visione di matrice collettivistica (i soliti comunisti!), mentre lui rappresenta il liberismo del centrodestra”. A sostenerlo il consigliere regionale del Prc, Maurizio Acerbo, che contrattacca: “Pare che Tagliente abbia assistito in qualità di avvocato i balneatori nelle cause contro il Comune che chiedeva la rimozione delle recinzioni. Tagliente ha cambiato la norma dopo aver perso i processi! Non è vero che saranno i Comuni potranno disciplinare la materia e infatti anche l’ANCI protesta. L’emendamento Tagliente prevede che “Gli stabilimenti possono delimitare, con sistemi di protezione a giorno non impattanti (sic!), di altezza non superiore a metri 1,80, un’area circostante la struttura principale: il sistema di protezione dovrà essere posto a una distanza non superiore a 10 metri dal perimetro della struttura principale”. Immaginate cosa può accadere a Pescara se i balneatori decidessero di avvalersi di questa norma! Il libero accesso all’arenile è stabilito da una norma nazionale e fortunatamente non è nei poteri di Tagliente e dei suoi colleghi del Pdl modificarla in Consiglio regionale. L’emendamento Tagliente priva i cittadini del godimento della vista mare ed è questo che viene contestato”. Acerbo pone “un imperativo categorico salvare l’Abruzzo dalla furia devastatrice di questi azzeccagarbugli di provincia”.

 

Impostazioni privacy