Parigi. La Regione Abruzzo partecipa alla XXI Conferenza delle Parti (COP 21) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), che si è aperta il 30 novembre scorso con la presenza di oltre 100 Leader mondiali, nella capitale francese blindata per i recenti fatti terroristici.
L’obiettivo è quello di concludere, per la prima volta in oltre 20 anni di mediazione da parte delle Nazioni Unite, un accordo vincolante e universale sul clima, accettato da tutte le nazioni, con lo scopo di mantenere l’aumento del riscaldamento globale al di sotto della soglia dei 2° C, evitando una catastrofe ambientale irreversibile.
Partecipano all’evento, che si tiene a le Bourget, a nord di Parigi, quasi 50.000 rappresentanti, tra cui 25.000 delegati ufficiali di governo, organizzazioni intergovernative, agenzie delle Nazioni Unite, le ONG e la società civile. La delegazione abruzzese è formata dal sottosegretario all’ambiente Mario Mazzocca e dal dirigente del servizio energia, Iris Flacco.
Questa mattina la delegazione abruzzese ha presentato un proprio progetto al forum dal tema “Regions and citizens acting together against climate change” (attori non statali insieme contro il cambiamento climatico).
“La posta in gioco è troppo alta” ha commentato Mazzocca prima aprire i lavori, “per non richiedere un cambio di direzione, nonché una assunzione di responsabilità da parte di tutti i livelli di governo: sia globali, che nazionali, che locali”.
“Le future generazioni si aspettano di ereditare un mondo sano e tutti noi abbiamo l’obbligo di fare in modo che questo diritto venga rispettato”. Per questa ragione l’Abruzzo ha deciso di metterci la faccia e ha organizzato un evento che si tiene oggi in collaborazione con l’Unione europea, il Ministero dell’ambiente, le Regioni Lombardia e Ile de France, le Reti dei comuni del Patto dei sindaci, enti di ricerca e privati. Sono state affrontate tematiche relative allo status quo dell’ambiente e le opportunità future che potrebbero derivare da alleanze tra governi centrali e attori non statali per l’attuazione di misure di mitigazione e di adattamento dei cambiamenti climatici.
“Molte responsabilità per un accordo globale sul clima sono nelle mani dei governi nazionali, ma l’attuazione di azioni concrete spetta anche e soprattutto a chi ha il governo del territorio” ha detto Mazzocca. “Con opportune iniziative, comuni, regioni, organizzazioni non governative ed altri attori non statali, è stato calcolato che potrebbero determinare entro il 2020, una riduzione di gas serra fino a 1,8 miliardi di tonnellate di anidride carbonica” (fonte: Unep 2015).
Secondo il sottosegretario all’ambiente gli attori non statali sono anche impegnati con iniziative che possono contribuire in maniera determinante e sostanziale nell’applicazione di strategie nazionali: “i comuni offrono possibilità di sviluppo a imprese e cittadini sui loro territori, ma anche sistemi di condivisione di conoscenze e tecniche”.
Anche le imprese sono, per Mazzocca, attori che cominciano ad adottare su base volontaria misure e standard che consentono loro di fare profitto senza danneggiare l’ambiente e di integrarsi armoniosamente con le comunità nelle quali sono insediate”.
“Purtroppo, però” ha concluso, “il coinvolgimento di attori non statali risulta ancora insufficiente a garantire una corretta gestione del territorio: dobbiamo dimostrare che, creare comunità resilienti per le imprese, non deve essere considerato un puro esercizio di filantropia, ma una necessità strategica irrinunciabile”.