Abruzzo. Per la sanità abruzzese arriva la certificazione Lea. Per la prima volta nella storia dell’assistenza sanitaria di questa regione il ministero della Salute certifica la piena adempienza (con un risultato di 163 superiore di tre punti rispetto all’adempienza di 160) agli obiettivi di salute misurabili mediante i Livelli essenziali di assistenza (Lea).
Si tratta di un risultato storico non solo perché raggiunto per la prima volta, ma soprattutto perché colloca l’Abruzzo tra quelle regioni in Italia in grado di garantire un’assistenza sanitaria in linea con gli standard nazionali. “La certificazione Lea – spiega l’assessore alla Programmazione sanitaria Silvio Paolucci – segna un punto di svolta per la sanità regionale e certifica soprattutto nell’ultimo anno un notevole miglioramento rispetto alle posizioni degli anni precedenti, segno evidente di un deciso cambio di passo.
Dobbiamo invece lavorare di più sul fronte della prevenzione perché ci permette di dare risposte qualitativamente migliori all’utenza”. La certificazione Lea significa soprattutto qualità nelle prestazioni sanitarie, con l’adempienza piena che il Ministero ha fissato a 160. “L’Abruzzo ha sfondato quel muro passando nel novero di quelle regioni che nel proprio sistema sanitario erogano prestazioni di qualità. Il raggiungimento della performance – sottolinea Paolucci – la si deve anche all’azione degli operatori sanitari sul territorio con il loro lavoro quotidiano in attuazione della programmazione della Regione”.
Ma la certificazione Lea rappresenta un buon segnale soprattutto alla vigilia dell’uscita dal commissariamento. “Ci apprestiamo ad uscire dalla lunga fase commissariale – ha concluso Paolucci – sia con i conti in ordine, condizione essenziale che ci permette questa uscita, sia con i livelli essenziali di assistenza di piena adempienza. Che tradotto significa: abbiamo guardato con successo ai conti senza per questo sacrificare la qualità dell’offerta sanitaria. Ecco perchè il nuovo Piano di riqualificazione 2016/2018 e il riordino della Rete ospedaliera possono rappresentare un’occasione per investire sul diritto alla Salute degli abruzzesi con coraggio e voglia di cambiare il sistema sanitario regionale elevandone la qualità dell’offerta e rendendo il sistema sostenibile liberando risorse per i cittadini”.