Pescara. In Abruzzo i pensionati per invalidità civile sono più degli addetti in imprese artigiane attive: 68.471 contro 62.990, pari al 108,7%. Il dato colloca la regione al nono posto della classifica nazionale, guidata da Campania (279,1%), Calabria (233,2%) e Sicilia (196,6%). In Italia ci sono 2.626.676 pensionati per invalidità civile, pari al 93,% dei 2.823.775 addetti delle imprese attive artigiane.
E’ quanto emerge da un approfondimento che Confartigianato Abruzzo ha condotto su un’elaborazione realizzata dal Centro studi della Confederazione nazionale.
Le imprese artigiane attive in Abruzzo, rispetto al secondo trimestre dello scorso anno, sono diminuite del 3%; si tratta del calo più consistente tra le regioni del Mezzogiorno. Il tasso di occupazione scende dell’1,1% rispetto al 2013 e raggiunge quota -4,9% considerando complessivamente gli anni della crisi (2008-2013).
A livello territoriale, la provincia di Chieti fa registrare un calo delle imprese artigiane nell’ultimo anno pari al 2,2% ed una perdita di addetti nel settore del 1,5% (-3,2% dall’inizio della crisi); la provincia dell’Aquila un calo delle imprese artigiane pari allo 0,6% ed una perdita di addetti nel settore del 2,1% (-4,5% dall’inizio della crisi); la provincia di Pescara un calo delle imprese pari al 2,1% ed una perdita di addetti dell’1,9% (-6,2% dall’inizio della crisi); la provincia di Teramo un calo delle imprese dello 0,8% ed una perdita di addetti del 2,1% (-6% dall’inizio della crisi).
Alla luce della ventilata ipotesi di anticipare l’intervento per ridurre la tassazione di impresa nel Mezzogiorno mediante una manovra sull’Ires, l’indagine rileva che in termini di base imponibile l’incidenza, nel Mezzogiorno, è relativamente contenuta rispetto al totale che deriva da impresa e lavoro indipendente.
L’Abruzzo non si discosta troppo dalle altre regioni: infatti il reddito Irpef da lavoro autonomo e da impresa rappresenta il 64% del totale ed è pari a 1.747 milioni di euro a fronte dei 985 milioni dell’Ires.