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Personale Regione Abruzzo, Carpineta replica a D’Amico

Non è caduta nel vuoto la polemica lanciata nei giorni scorsi dal vice presidente del Consiglio Regionale Giovanni D’Amico, che ha accusato l’attuale governo regionale, ed il particolare l’assessore al Personale Federica Carpineta, di aver fermato il piano di stabilizzazione del personale precario previsto dalla delibera n.38 del 27 gennaio 2008.

Oggi, a distanza di qualche giorno, l’assessore ha deciso di replicare a tali accuse.

“Non ho replicato subito” ha detto Carpineta “perchè, mentre lui agitava questa polemica, pensando forse di anticipare i tempi di alcuni appuntamenti sindacali, ero  impegnata, insieme agli enti locali abruzzesi, a mettere a punto progetti finalizzati a migliorare la condizione della macchina amministrativa della Regione, delle Provincie e dei Comuni d’Abruzzo. Ma quella presa di posizione non può rimanere senza risposta, una precisazione che non indirizzo al vice-presidente D’Amico, ma che è rivolta ai dipendenti della Regione e ai tanti giovani che aspirano a diventare tali attraverso i pubblici concorsi. Voglio ricordare che la legittimità e l’efficacia della delibera si basavano su una legge regionale dell’allora governo Del Truco, che fu impugnata e poi ritirata dall’allora maggioranza di sinistra che governava la nostra Regione. Senza legge non poteva esserci delibera. Lo sapeva questo? Per quanto riguarda le verticalizzazioni va ricordato che esse furono progettate da D’Amico (che in quella giunta ricopriva la funzione di assessore al Personale, ndr) sulla base di una pianta organica imprecisa, di fatto fasulla, perché non teneva conto del personale transitato alle Province, come lui ben sa, e su quella base fasulla che avrebbe duplicato i costi della Regione. E comunque lui non ha tenuto conto, neanche ieri quando ha trinciato i suoi giudizi, né delle regole che intanto sono state dettate a livello nazionale che prevedono criteri ai quali bisogna ovviamente attenersi. Né ha tenuto conto, ora ed allora, della necessità di dare seguito sia alle aspettative del personale regionale sia, come invece noi stiamo facendo, anche, in pari misura alle tante e tante aspettative dei nostri giovani, diplomati e laureati che aspettano di uscire dalla disperazione del proprio futuro per avere invece la speranza di un futuro che li veda impegnati in un adeguato posto di lavoro, dopo aver tanto studiato. Lo stesso vale per la Legge di riforma organica n. 77/99”.

Carpineta ringrazia D’Amico per il lavoro svolto “ma devo tener conto della nuova normativa divenuta vigente a livello nazionale e delle indicazioni politiche diverse essendo evidentemente diverse la sua maggioranza e la mia maggioranza in Consiglio Regionale. Questo significa solo rispettare la volontà popolare emersa dalle urne nel dicembre 2008. D’Amico sintetizza tutta la sua protesa, sulla base di un’autorevolezza indiscutibile che ritiene gli derivi dall’esser stato assessore, dicendo che prende atto che ad un anno di distanza si misura una politica di totale disgregazione delle regole e delle prospettive per il personale regionale. D’Amico, nel secondo semestre del 2008, è stato distratto dal seguire le vicende del personale regionale, forse perché ci sono state altre vicende che in quel periodo si son svolte nella città di Pescara. Ma è inconcepibile che D’Amico non si sia accorto che in questo anno di distanza, che lui indica come termine di valutazione, c’è stato solamente un enorme terremoto ed enormi problemi per tutti gli abruzzesi, compresi quelli impegnati ai vari livelli al servizio del governo regionale. Non so dove sia stato lui. Ma tutti noi, tutti gli abruzzesi, eravamo impegnati a gestire l’emergenza terremoto, senza dimenticare l’importanza che il lavoro ha e deve sempre avere sia per i dipendenti sia per chi il lavoro ancora non ce l’ha. Voglio informare anche lui che, grazie all’intenso lavoro politico da me svolto nelle passate settimane con il ministro Brunetta, l’Abruzzo avrà una deroga dal Ministero della Funzione Pubblica e potrà procedere legittimamente sia a fare le verticalizzazioni, basate sul merito, sia ad avviare le tanto attese procedure concorsuali per garantire nuove energie agli uffici regionali”.