Oltre 400km in bici per dire No ad Ombrina Mare FOTO

Pescara. Un tour in bicicletta per dire ”No!” al progetto petrolifero Ombrina e alla deriva petrolifera in Adriatico unendo la passione per le due ruote, l’amore per l’Abruzzo e il viaggio. Sette attivisti, Giuseppe Grimolizzi, Vincenzo Giancola, Corrado Di Sante, Antonello Di Nardo, Antonio D’Aurelio, Ginello Cimini e Antonio Cellitti, hanno ideato e realizzato questa iniziativa che ha messo insieme vacanza ed impegno per la tutela dell’ambiente.

Il cicloviaggio dei laghi d’abruzzo #noombrina è stato organizzato dalla Ciclofficina popolare CAP15 in collaborazione con il Coordinamento No Ombrina. Cinque le tappe finora: Pescara – Lago di Bomba, Bomba – Barrea, Barrea – Ovindoli, Ovindoli – Lago di Campotosto; Lago di Campotosto – Pescara per oltre 400 km. Cinque giorni in sella tra le montagne abruzzesi per unire il mare con la montagna in questa lotta.

Dal livello del mare, infatti, è stata raggiunta la quota massima di 1411 metri di Passo del Diavolo, i 1375 metri di Ovindoli e i 1300 metri di Passo delle Capannelle. Quasi 8.000 metri di dislivello, 5 province attraversate, 2 regioni toccate, 2 parchi nazionali visitati (Parco nazionale Gran Sasso e Monti della laga e Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) oltre al Parco regionale Sirente-Velino, 2 ciclovie percorse (la ciclovia adriatica e quella dell’altipiano delle rocche).

L’acqua come leit motiv del viaggio: le valli del fiume Sangro, del Giovenco, dell’Aterno e del Vomano, con l’obiettivo di visitare i principali laghi abruzzesi: quello di Bomba, il lago di Barrea, il lago prosciugato del Fucino e, infine, il lago di Campotosto. NoOmbrinaCapannelle

I ciclisti hanno fatto tappa in uno dei luoghi simbolo della regione, la Fontana delle 99 Cannelle. L’acqua, fonte di vita, è un elemento molto vulnerabile, in particolare nei progetti petroliferi. Noi abruzzesi l’abbiamo sempre difesa: abbiamo sconfitto Lunardi e il terzo tunnel del Gran Sasso (anche quello un progetto “strategico” per il Governo di allora) quando tutto sembrava ormai perso, poi impedito la vendita dell’acqua dei fiumi alla multinazionale “Black and veatch”.
La bandiera No Ombrina è sventolata con i ciclisti in tutti questi luoghi per portare questo messaggio: la regione dei parchi non può diventare la terra delle trivelle del Governo Renzi. Le principali città toccate sono state: Guardiagrele, Castel di Sangro, Pescasseroli, Ovindoli, L’Aquila.

Il cicloturismo in altre regioni muove milioni di visitatori da tutto il mondo. In Trentino da decenni la rete delle ciclovie ospita oltre 3 milioni di turisti e da qualche tempo hanno anche inventato i bicigrill. Un solo locale dell’accoglienza offre più lavoro che l’intero progetto Ombrina proposto dai petrolieri e avallato dal Governo. Il turismo a basso impatto ambientale, con l’uso dell’auto ridotto a zero e nessun consumo di combustibili fossili, è già il presente in molti territori. Scriveva Cesare Pavese “In automobile si attraversa ma non si conosce una terra”. Quindi, “più pedivelle, zero trivelle!”

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