L’Aquila. “Nel 2015 la Regione ha aumentato il budget alla sanità privata e risanato la Saga, investendo molte risorse pubbliche. Il passo successivo è stato tagliare i finanziamenti alla cultura, considerandola un lusso dei tempi migliori. Winston Churcill a chi chiedeva di tagliare le risorse per arte e cultura, per rafforzare lo sforzo bellico, rispondeva “Ma allora perché combattiamo?” Parole sante, da tenere sempre in mente. La Regione Abruzzo non ha un’assessore alla Cultura, la delega è rimasta in capo al Presidente della Regione. Da lui abbiamo ascoltato, prima e dopo la campagna elettorale, sempre parole rassicuranti e l’annuncio di un cambiamento rispetto ai tempi bui dell’amministrazione taglieggiatrice di Chiodi.
Non essendoci un assessore, le dichiarazioni del Direttore regionale, Giancarlo Zappacosta, a Il Messaggero, suonano pesanti, ma non convincono. Considero Giancarlo una persona competente e preparata. Sarebbe importante sapere se la sua posizione coincide con quelle del Presidente e della giunta regionale.
Dimezzare il budget all’Istituzione Sinfonica Abruzzese, dopo le eclatanti promesse dei mesi scorsi, con cui lo stesso presidente D’Alfonso si era impegnato pubblicamente a salvare una delle eccellenze della nostra Regione, è ingiusto e inadeguato. Ma soprattutto sono inadeguate quelle giustificazioni”.
Lo dichiara la senatrice Stefania Pezzopane, commentando le dichiarazioni del dott. Zappacosta, dirigente del Settore Cultura della Regione Abruzzo, riportate da Il Messaggero.
“Qual è il progetto cultuale che la Regione intende avviare? È questo il New Deal della Cultura? Tagliare i fondi alle istituzioni culturali? Niente di nuovo rispetto ad un copione già scritto e replicato tante volte. Si potrebbe fare altro.
Per esempio, anziché riproporre ricette vecchie e stantie, la Regione e il suo management potrebbe dare compiutezza alla L.R. 46/2014, che istituisce il FURS. La Regione purtroppo non ha ancora fatto l’atto di indirizzo triennale (ma neppure annuale), non ha fatto i bandi previsti dalla legge, non ha approvato entro il 30 aprile, come prevede la norma regionale a firma di D’Alfonso, gli atti annuali di indirizzo sulla base dei quali il Servizio competente in materia di cultura emana avvisi pubblici. Neppure è stata nominata, nè individuata la Commissione tecnica per la valutazione degli interventi.
E a fronte di tutto ciò la Regione annuncia tagli all’ISA, che è una delle dodici Istituzioni Concertistico-Orchestrali Italiane (ICO) riconosciute dallo Stato, e attraverso la sua Orchestra è attiva in oltre 150 comuni abruzzesi, dove ha svolto la sua attività.
Il Ministero ha ben chiaro il valore dell’Ente, tanto che ha previsto uno stanziamento di 1.430.000 euro. Sovvenzione che è rimasta pressoché identica da anni, ma che ora, se dovesse mancare il contributo regionale si rischierebbe di perdere. Con tutto il patrimonio e l’indotto che l’Istituzione genera. Si rischiano posti di lavoro, eccellenze in questo settore. Migliorare i programmi, aumentare la produttività e tutto il resto va sicuramente considerato un traguardo. Eliminare sprechi e rendere più coinvolgente la dirigenza delle istituzioni? Concordo. Ma perché s’inizia col togliere i soldi?
Chiedo al presidente della Regione di fare chiarezza e di farsi aiutare a gestire una cosa grande ed importante, come la cultura in Abruzzo. Aprire il confronto con tutte le istituzioni del FUS, individuare con i Comuni i meccanismi di sostegno agli eventi più significativi, sostenere le giovani associazioni ed i piccoli gruppi, aggiornare le leggi di settore, avere rispetto per le vocazioni dei territori. L’Aquila non ha né un porto, nè un aeroporto, ha le istituzioni culturali, colpirle vuole dire colpire L’Aquila e l’Abruzzo”.