Abruzzo. La Giunta regionale ha dato via libera al nuovo calendario venatorio 2015-2016. Un calendario che, spiega l’assessore Dino Pepe, “contiene elementi di innovazione soprattutto sul fronte del coinvolgimento delle parti interessate attraverso l’adizione delle associazioni di categoria e con la collaborazione degli uffici Caccia delle quattro province”.
Il solco su cui ci si è mossi è stato il recepimento delle istanze del mondo venatorio, agricolo e ambientalista e delle indicazioni dell’Ispra. “Le novità più importanti – spiega l’assessore Dino Pepe – sono: 3 giornate di preapertura da appostamento alla Tortora e ai Corvidi i giorni 2, 5 e 6 settembre; apertura della caccia alle specie Fagiano, Lepre, Quaglia e Volpe a partire dalla terza domenica di settembre; apertura generale a tutte le specie migratrici, alla Coturnice, alla Starna e al Cinghiale a partire da sabato 3 ottobre; reinserimento di alcune specie cacciabili come: Frullino, Codone, Mestolone, Canapiglia; chiusura della caccia a Tordo bottaccio, Cesena e Tordo sassello al 20 di gennaio; chiusura della caccia alla Becaccia al 20 di gennaio (e non il 10) per quegli Atc che hanno realizzato i monitoraggi durante il periodo di svernamento della specie e in cui i dati ottenuti hanno dimostrato un’adeguata presenza; possibilità di estensione della caccia al Colombaccio dall’1 al 10 febbraio”.
L’Assessorato ha posto particolare attenzione alla caccia al Cinghiale, specie estremamente critica negli impatti sulle economie agrarie. La caccia collettiva (braccata e girata) al Cinghiale inizierà il 3 ottobre e terminerà il 2 gennaio; nelle zone soggette al Patom si aprirà invece il 1 novembre e terminerà il 31 gennaio. “Elemento di rilevante novità – aggiunge Pepe – per il Cinghiale è l’introduzione, in via sperimentale, della caccia di selezione che ogni Atc potrà effettuare attraverso la redazione appositi piani di prelievo suddivisi per sessi e classi di età, anche oltre i mesi tradizionali di caccia.
Questa innovazione si inserisce nella ferma volontà della Regione di limitare gli impatti negativi della specie sulle attività agricole abruzzesi, agendo attraverso uno strumento ordinario e continuativo di gestione (la caccia di selezione) e non più solo con uno strumento straordinario come il selecontrollo, realizzato esclusivamente fino ad oggi”.