Pescara. Presentata, questa mattina a Pescara, la manifestazione in automobile in difesa dei punti nascita di Sulmona, Penne e Ortona, nonché del reparto di Medicina generale di Atessa, tutti a rischio di chiusura, che partirà sabato 20 giugno, alle ore 10:00, da Dragonara, zona Ikea.
Un corteo di auto di manifestanti si snoderà lungo l’asse attrezzato per raggiungere la sede della Regione Abruzzo di Pescara. Sancita dalla Regione con decreto commissariale n. 10 del 2015, la chiusura dei punti nascita di Sulmona, Atri, Penne e Ortona ha suscitato la reazione dei comitati cittadini, mobilitatisi a difesa dei presìdi, nonché dei consiglieri regionali all’opposizione, che lo scorso aprile hanno presentato a L’Aquila, in sede di Consiglio regionale, una risoluzione nella quale veniva richiesta la sospensione del decreto di chiusura e il riesame delle situazioni dei singoli presìdi. Sebbene la richiesta del riesame sia stata accolta da parte di Luciano D’Alfonso, presidente della Regione, nonché Commissario ‘ad acta’ per il settore Sanità, di fatto la Regione ha poi sottoscritto un protocollo con la Centrale operativa del 118 per la pianificazione del servizio di elisoccorso in emergenza delle partorienti.
Soltanto per il rinnovo dei mezzi trasporto del 118 l’investimento economico è pari a 10 milioni di euro. “Ci sembra che si vada a spendere molto di più andando ad attivare e potenziare il servizio di trasporto con gli elicotteri, piuttosto che ad investire sui punti nascita già esistenti” hanno commentato i componenti del Presidio civico territoriale di Sulmona.
Il punto nascita dell’Ospedale Annunziata, di Sulmona è probabilmente quello meno a rischio tra gli altri. Il motivo è dato dalla conformazione del territorio e soprattutto dalla posizione dei 21 Comuni limitrofi, i cui abitanti, in caso di emergenza, riuscirebbero più facilmente a raggiungere l’ospedale della vicina Sulmona, piuttosto che quello a L’Aquila. “Zone montuose, dove la neve e il maltempo rendono molto difficile il percorso in elicottero: la Regione deve pensare ai disagi concreti” hanno aggiunto dal Presidio civico di Sulmona.
Contestate anche dal comitato Movimento Sanità Vestina le politiche d’investimento adottate: il punto nascita dell’ospedale San Massimo, di Penne, è a forte rischio di chiusura per via del numero dei posti letto: 90 in tutto l’ospedale, di cui 14 per il reparto di Ostetricia e Ginecologia; al di sotto, quindi, della media dei posti letto accreditati secondo il Piano Fazio sul riordino della Sanità, che è pari al 27,3 per cento. “Più investimenti sulla Sanità pubblica e meno soldi a quella privata” hanno affermato i componenti del gruppo Vestino.
L’intero ospedale San Camillo di Atessa, invece, è a rischio chiusura. I tagli inferti dalla Regione, con il decreto commissariale n. 5 del 2015 sulla riduzione dei costi del lavoro flessibile, hanno infatti comportato, la fine delle attività di chirurgia. “A rischio anche il reparto di Medicina generale, oltre alle stesse prestazioni di Pronto soccorso” hanno affermato dal comitato spontaneo dei cittadini.