“ Una decisione puntuale e prevedibile. L’ostinazione della giunta regionale che ha volutamente ignorato i suggerimenti e le indicazioni di comitati, associazioni e partiti, ora rischia di lasciare l’Abruzzo senza una legge che protegga il suo territorio e le sue coste dall’assalto delle compagnie petrolifere”.
E’ questa la posizione del “Comitato abruzzese beni comuni” sulla decisione del Governo di impugnare, davanti alla Corte Costituzionale, la legge regionale blocca-trivellazioni, che nelle intenzioni dei promotori avrebbe dovuto stoppare il progetto “Ombrina Mare”, attività che prevede attività estrattive e di raffinazione di petrolio a poca distanza dalla costa. “ Siamo sicuri che tutto ciò troverà una risposta dura” si legge nella nota del Comitato, “ da parte di tutte quelle che, come noi, in questi mesi si sono battute contro la petrolizzazione selvaggia. Il presidente Chiodi e la Giunta Regionale si assumano la responsabilità di questa situazione, convochino le forze sociali, politiche e imprenditoriali e, con parole chiare e atteggiamenti conseguenti, mostrino di voler difendere quell´Abruzzo pulito e rinnovabile e di qualità, la cui immagine quotidianamente promuovono.” Si attende, quindi, una replica della Regione anche alla luce della futura pronuncia della Corte Costituzionale che potrebbe vanificare gli sforzi delle comunità locali per impedire l’insediamento di impianti che, di certo, avrebbero impatti negativi sull’ambiente e sul territorio.