Servono garanzie per i circa 120 dipendenti delle comunità abruzzesi ed una legge di riforma degli enti montani, in un quadro complessivo di politiche a favore delle aree interne e dell’associazionismo tra Comuni.
A parlare è l’assessore regionale al Bilancio, Carlo Masci, intervenuto ad un incontro di discussione sulla riorganizzazione delle comunità montane al quale hanno partecipato i sindacati regionali, il direttore regionale del settore, Filomena Ibello e la dirigente del Servizio, Mariangela Virno.
Sulla questione del personale, Masci ha assicurato che “la Regione ha fatto tutto il possibile per garantire i livelli occupazionali”, mentre a proposito del taglio delle risorse statali, ha comunicato che la Conferenza delle regioni ha approvato, con il contributo della Regione Abruzzo,un ordine del giorno con il quale si chiede di sospendere la norma della finanziaria che cancella i fondi destinati alle Comunità montane.
“Nel frattempo” ha proseguito l’assessore “sono aperti tavoli di confronto settimanali sia con l’Uncem che con l’Anci, per discutere le attività da portare avanti. Non dobbiamo dimenticare, infatti, che gli enti sono strumenti per garantire i diritti dei cittadini ad avere servizi efficienti e a basso costo. Sarebbe fuorviante fare barricate per un nome: comunità montane o associazioni di comuni che siano, quello che conta è rispondere ai bisogni dei cittadini, soprattutto di quelli residenti nelle aree più svantaggiate”.
In quest’ottica andrebbe affrontata anche la questione del personale che, secondo Masci, troverebbe una adeguata risposta da una coerente strategia politica.
“Riteniamo che per alcuni servizi, come per esempio quelli sociali, i comuni debbano essere protagonisti. E non lo diciamo solo a parole visto che abbiamo deciso di investire una cifra consistente pari a 6 milioni di euro, con la previsione di premio per quei comuni che, non facendo più parte delle Comunità montane decidono di costituirsi in associazione”.
Sul piano dell’attuazione del riordino degli enti montani, l’assessore ha riferito di “dover attendere le nuove decisioni del Governo nazionale rispetto al documento della Conferenza delle regioni che, oltre al ripristino delle risorse per le comunità montane, ha chiesto di conoscere le politiche a tutela delle aree interne, anche alla luce del mancato riparto del fondo 2009 per la montagna” .
Su quest’ultimo aspetto, l’intenzione è quella di collocare la riforma complessiva delle comunità montane in un disegno politico organico che mira, da un lato, a strappare dalla marginalità le aree più depresse e, dall’altro, a garantire più servizi ai cittadini al minor costo.
Marina Serra