La bella città di Teramo, la ridente città di Teramo, il posto in cui siamo nati. Ci guardiamo intorno e lo riconosciamo a stento.
Scavatrice dopo scavatrice, cornicione dopo cornicione, i nostri ricordi sono stati coperti da una colata di cemento: al posto degli alberi, finestre vuote ed inutili insegne “Vendesi”, al posto dell’acqua trasparente e piena di anguille, una pozzanghera putrida chiamata Vezzola, al posto della città romana, un agglomerato urbano senza logica e senza bellezza. E le istituzioni piene di politici dai sorrisi ammiccanti, vacui: ogni sorriso un muro, ogni muro un favore, ogni favore un voto. In mezzo, i cittadini intontiti dal rumore, soffocati dallo smog, immersi nella danza dell’anticultura quotidiana, resi inerti fino all’ebetismo.
E poi da lontano arriva un’idea: petrolizziamo! E subito parte il balletto della politichetta teramana: danza il figlio del senatore disegnando il suo piccolo mondo surreale fatto di cattivi maestri antipetroliferi e bambini condizionati, danza il governatore, danzano gli ineffabili assessori con il loro codazzo di inutili galoppini, danzano al suono sinistro delle multinazionali del petrolio, attratte dai profitti e forse, subdolamente, anche dalla prospettiva di annientare l’idea stessa di regione verde d’Italia.
E noi ci affacciamo dalle pendici arcane del Corno Grande e lasciamo andare lo sguardo verso il verde Adriatico, attraverso questa meraviglia della natura che nessuno avrebbe il diritto di violare. E già immaginiamo il profilo sinistro di trivelle alte come grattacieli, e ci sembra quasi di sentire il lezzo mefitico dei fumi sulfurei di grigie ciminiere portatrici di morte e la terra fatta arida dai veleni di scarico: fine del paesaggio, fine delle colture, fine delle attività. Una, due, dieci trivelle: Campli, Bellante, Tortoreto, Controguerra, Corropoli, Mosciano Sant’Angelo, Nereto, Sant’Omero, Torano Nuovo e Tortoreto. 83 chilometri quadrati di trivelle. Ogni trivella una croce, ogni croce la fine di un pezzo del nostro territorio.
Cittadini, è questo futuro di miseria fisica e morale che volete per voi e per i vostri figli? E’ questo che avete pensato per i vostri nipoti? Se c’è un momento per combattere, questo è il momento! Alzatevi e dite NO a questa follia: NO al petrolio nella Provincia di Teramo. NO alla distruzione delle vostre vite. NO a questa politica senza futuro. Teramo a 5 stelle è già in cammino verso il cambiamento.
Teramo 5 Stelle