La sigaretta elettronica subisce il primo stop in Italia, per il momento il divieto viene applicato ai luoghi scolastici. L’Italia, sulla regolamentazione delle e-cig, segue parzialmente il modello francesce, sebbene ancora non viene esteso il divieto ai luoghi pubblici.
Il Consiglio superiore di sanità (Css) ha trasmesso al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il suo parere, il quale al momento suggerisce di limitare la pubblicità,e che le ricariche abbiano la chiusura di sicurezza a prova di bambino. Mentre gli esperti sconsigliano l’uso delle sigarette in gravidanza o durante l’allattamento.
Presto queste indicazioni diventeranno norme, secondo gli esperti del Css fumare la sigaretta elettronica è pur sempre fumare. Per questo, in un parere non vincolante, spiegano che è necessario applicare le stesse misure adottate per il tabacco.
Il ministro francese della Sanità, Marisol Touraine, ha vietato le e-cig nei luoghi pubblici, dopo la diffusione di uno studio di Bertrand Dautzenberg, professore di Pneumologia dell’Università Pierre et Marie Curie di Parigi. Difatti il luminare si esprime sulle e-cig consigliandone il divieto di consumo nei luoghi pubblici e l’istituzione di un sistema di autorizzazioni per la vendita.
L’esperto riconosce che la e-cig aiuti a smettere di fumare, ma per lui non è sana al 100% e il suo libero uso potrebbe incitare al consumo.
Il Codacons si è detto soddisfatto della decisione in quanto aveva già provveduto inviando una diffida al ministero della Salute e a quello dello Sviluppo economico, chiedendo di analizzare i liquidi che alimentano le e-cigarettes.
Un’indagine effettuata dall’Istituto superiore di sanità-Doxa rivela che 500.00 fumatori sono passati abitualmente alla e-cig, spesso abbinandola a quella tradizionale. Piacciono, soprattutto a giovani e giovanissimi, anche perché si pensa che le sigarette elettroniche facciano meno male e possano essere utili a smettere con le ‘bionde’ tradizionali.
Dallo studio emerge però che solo il 10% di chi è passato alla e-cig ha effettivamente detto addio alle ‘bionde’. Sei su dieci tra i consumatori abituali, invece, stanno riducendo o elimininando il fumo delle sigarette tradizionali, mentre circa il 22%, dei fumatori non ha cambiato le sue abitudini rispetto alle bionde e fuma le une e le altre.
Per quanto riguarda gli effetti del fumo i numeri parlano di 38.500 nuove diagnosi di tumore al polmone nel 2012 soltanto in Italia, un quarto le donne, in crescita di quasi il 60 per cento in dodici anni.
Il tabacco continua a uccidere ogni anno circa 6 milioni di persone nel mondo, in Italia circa 83.000. Sono fumatori e non fumatori. Una dipendenza che causa circa 30 malattie. Si muore per tumori polmonari, bronchite cronica, enfisemi o malattie cardiovascolari.