Preg.mo signor Prefetto, stiamo assistendo ad un sempre più crescente sentimento di diffusa insicurezza, dovuto ad una escalation criminale senza precedenti che sta interessando la nostra città, nonché il territorio circostante, ad opera di esponenti della malavita locale e straniera.
Da un’ analisi dei dati statistici, forniti dalla Questura, relativi al primo semestre 2012, si evince inequivocabilmente un aumento esponenziale dei reati collegati ad una insolita e crescente microcriminalità, delitti contro il patrimonio e la persona che hanno assunto una frequenza allarmante ed impressionante, tale da generare forte preoccupazione ed inquietudine nei cittadini, già duramente vessati dagli eventi sismici, che ancora insistono nel nostro territorio.
La stampa ha dato ampio risalto ai numerosissimi fatti criminosi che si susseguono ormai con sconcertante regolarità e che, molto spesso, vedono coinvolti, come vittime, gli elementi più deboli della società, quali gli anziani, le donne ed i giovani.
Ricordiamo, a tal proposito, un paio di episodi occorsi di recente che hanno gettato nello sconforto l’intera comunità: una anziana signora è stata aggredita, legata ad una sedia e derubata in un MAP del circondario; un giovane, che passeggiava tranquillamente in compagnia di due ragazze, è stato violentemente colpito al volto da un gruppo di balordi, nei pressi della Fontana Luminosa, all’Aquila, in pieno centro storico.
La sicurezza sociale è insidiata da fenomeni multiformi – quali la formazione di sacche di marginalità, dovuta alla presenza di immigrati clandestini; lo smercio di sostanze stupefacenti, in determinate aree del territorio, spesso caratterizzate da degrado ambientale; il bullismo; il disagio sociale, conseguente alla terribile crisi economica – che alimentano tensioni ed attività devianti, rendendo il tasso di legalità sempre più basso.
La diligenza ed il senso del dovere delle forze dell’ordine non sono sufficienti a tutelare il cittadino, in quanto i tagli al settore sicurezza e giustizia, nonché un sistema normativo che, spesso, ostacola la repressione degli atti criminali, frustra le attività stesse degli appartenenti alla amministrazione di pubblica sicurezza.
Nello specifico, con riferimento ai dati della Polizia di Stato, citati in premessa, forniti nello scorso mese di maggio, dal 6 aprile 2009, si evidenzia un incremento preoccupante dei micro reati: furti, rapine, borseggi, scippi, risse, violenze sulle persone e sulle cose.
I furti sono aumentati di oltre il 100%, le rapine sono quadruplicate, le persone arrestate sono passate dal numero di 176 nel 2011, a 380 nel 2012, i posti di controllo da 3700 a 4200, i locali pubblici controllati da 35 a 46, i denunciati da 798 a 1450, le espulsioni dal territorio di stranieri da 190 a 272, le patenti ritirate sono raddoppiate, il tutto con un dispendio non solo economico, ma di uomini ed energie, in una contingenza storica che assiste, come detto, ai tagli lineari al comparto sicurezza e, conseguentemente, alle forze dell’ordine.
La circolazione stradale è sempre più selvaggia, i centri storici e le zone disabitate sono preda di saccheggio. La nostra terra è divenuta anche punto di convergenza di criminali nazionali, che arrivano, rubano e ripartono, la c.d. delinquenza “mordi e fuggi”. Numerosissimi gli episodi di furti notturni, perpetuati con tutta calma da malavitosi che narcotizzano uomini, donne e bambini, creando panico, sconcerto e paura.
Se si confrontano i dati ante-sisma, la Squadra Mobile risulta depotenziata di circa 60 unità di personale, 1 sola volante è adibita al controllo del territorio; a ciò si aggiunga il rientro nelle sedi di provenienza dei poliziotti aggregati (che tanto hanno contribuito alla prevenzione dei reati!), nonché il diniego del Ministero alle numerose richieste di trasferimento all’Aquila dei fuori sede.
Andrebbero messe in atto politiche di sicurezza urbana basate su una pluralità di approcci e apporti, che tendano a contrastare il degrado dei territori più a rischio, elevandone i livelli di vita civile e culturale, in modo da prevenire e riassorbire patologie criminali e criminogene.
Tanto premesso, riteniamo necessario che tutti gli attori istituzionali affrontino, ciascuno per la propria parte di competenza e responsabilità, la grave situazione di estremo disagio, pericolo e insicurezza, attraverso una efficace attività preventiva, nonché una adeguata azione di contrasto ai numerosi fenomeni degenerativi, che stanno provocando un rilevante allarme sociale.
Auspichiamo la creazione di un “Modello L’Aquila”, anche per quanto riguarda la microcriminalità, così come è avvenuto per il contrasto alla macrocriminalità, messo a punto da Codesta Prefettura successivamente al sisma, che ha costituito, e costituisce, un deterrente di estrema rilevanza contro le infiltrazioni mafiose negli appalti della ricostruzione.
Chiediamo, pertanto, di valutare l’opportunità di convocare nei prossimi giorni un apposito Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza Pubblica per esaminare lo stato dei fatti descritti ed assumere decisioni operative di contrasto alla microcriminalità, con riguardo, soprattutto, alla necessità, ormai non più procrastinabile, di stilare un programma nel quale sia prioritaria la richiesta, agli organi competenti, di risorse umane e finanziarie a tutela della sicurezza della nostra collettività, anche al fine di rinnovare quel sentimento – ormai “appannato” nei cittadini – di fiducia verso le istituzioni sane, che fanno della legalità il loro baluardo.
Movimento 5 Stelle L’Aquila