È notizia recente dell’introduzione delle slot machine online nell’offerta del gambling virtuale made in Italy. Con l’occasione si è riaperto l’ormai classico dibattito: l’invasione di giochi d’azzardo è un’opportunità per lo Stato di rimpinguare le proprie casse, oppure è un pericolo perché aumenta il rischio della diffusione della cosiddetta ludopatia?
Il Decreto Balduzzi, che tra le altre cose si è occupato anche del settore dei giochi, ha appena stabilito la ludopatia come malattia ufficiale, inserendola nei LEA (Livelli Essenziali di Assistenza). Un riconoscimento ufficiale nei confronti di un disturbo ancora poco conosciuto a livello nazionale, nonostante ne soffra addirittura circa il 4% di tutta la popolazione mondiale (1,5 milioni, secondo le ultime stime, soltanto nel nostro Paese).
Con l’avvento delle slot online, naturalmente, si moltiplicano esponenzialmente le possibilità di gioco. Questa tipologia di svago, fino al 3 dicembre confinata soltanto nei bar e negli esercizi commerciali, oltre che nelle apposite sale slot, è ora disponibile anche nei casinò online: in pratica basta accendere il computer, scaricare il software di una sala da gioco virtuale, e si può giocare alle slot machine online a qualunque ora del giorno.
Dal momento che, come dice il detto, prevenire è meglio che curare, visto che con il mondo dei giochi d’azzardo ci si deve convivere (difficilmente lo Stato rinuncerà mai ai miliardi di tasse che finiscono nelle sue casse ogni anno), meglio imparare a farlo nel modo corretto. Fortunatamente su Internet, il territorio più a rischio proprio perché si può giocare sempre e praticamente ovunque, esistono diversi siti che si occupano di spiegare non solo le regole dei giochi, ma anche come approcciarsi nella maniera più corretta.
Così, tra una guida ai casino online, un sito dedicato alle slot machine e pagine informative sui rischi legati al gioco d’azzardo compulsivo, l’utente sul web può trovare tutte le informazioni necessarie ad affrontare il mercato del gambling riducendo al massimo il rischio di incappare in una dipendenza che, a scapito di quanto possa pensare la maggior parte delle persone, non è meno grave dell’alcolismo o del tabagismo.