Pescara. “Una promozione turistica assente, sperperata in mille inutili rivoli, nessun incentivo agli investitori, la destrutturazione delle Dmc, nessun coordinamento tra le varie proposte turistiche, nessun coordinamento tra gli enti locali, l’assenza nei meeting importanti di promozione turistica mondiale, sono tutti elementi a sostegno del fatto che, da parte della Regione, non c’è un’idea progettuale in questo settore. Finchè ci sarà questa politica miope e gretta, resteremo ad essere l’Abruzzo facilone e leggero”.
Lo afferma il deputato abruzzese Fabrizio Di Stefano (Forza Italia).
“Il vicepresidente della Giunta regionale, Giovanni Lolli – osserva il parlamentare – cerca di giustificare il flop turistico della nostra Regione; un flop che non ha giustificazioni ma ha invece responsabilità ben precise.
Quali politiche ha messo in atto la Regione Abruzzo in questi anni per il settore turistico? Nessuna. Basti pensare che non era stata assegnata neanche la delega specifica. In una Regione come la nostra che, invece, dovrebbe fare del turismo un punto di forza del proprio sviluppo economico”.
“Un Abruzzo senza idee, senza progetto, senza strategia – dice ancora Di Stefano – Allora che si inizi subito a pensare di riportare l’Abruzzo nei mercati turistici che contano, ad intensificare sì i collegamenti, ma quelli con le nazioni da dove possano venire i turisti e non quelli dove debbano andare gli abruzzesi che ne hanno le possibilità.
Che si programmino le risorse che ci sono per consentire agli albergatori abruzzesi di rimodernare le strutture ricettive, per favorire l’apertura di nuove e per mettere in rete quella incredibile e variegata offerta turistica che l’Abruzzo potenzialmente può mettere in campo: turismo balneare, turismo montano, turismo religioso, turismo rurale, turismo delle tipicità e delle ricchezze culturali”.
“Se tutto questo verrà fatto, sicuramente i risultati cambieranno e non avremo problemi a riconoscere i meriti alla Regione; non per chi la guida ma per l’Abruzzo intero”, conclude il deputato.