Pescara. La sfida della Festa abruzzese dell’Amicizia, organizzata tra fine giugno e i primi di luglio dal Coordinamento “Democratici Cristiani per l’Abruzzo”, è stata oggetto, lunedì 17 giugno, di una riflessione da parte dei componenti del Coordinamento.
L’ analisi ha evidenziato alcuni aspetti di notevole importanza, tra cui la grande attenzione da parte della politica nazionale con la partecipazione di Giuseppe Fioroni, Marco Follini, Paolo Cirino Pomicino, Gero Grassi e Giulio Alfano.
Inoltre, è stata sottolineata la grande attenzione da parte della politica locale e da parte del pubblico interessato alle varie riflessioni. Il successo dell’evento e della proposta politica del Coordinamento hanno indotto il movimento stesso ad un salto di qualità nella propria organizzazione interna.
Pertanto, si è stabilito di andare oltre il Coordinamento che, in questa fase iniziale è stato il luogo del confronto e dell’iniziativa con una visione regionale, per articolare la struttura in quattro Sezioni provinciali.
Quindi, si è stabilito di articolare il movimento nel territorio in sezioni provinciali ed ogni sezione avrà un proprio coordinatore che per ora sono: Licio Di Biase per la provincia di Pescara, Mario Amicone per la provincia di Chieti e Marco Bacchion per la provincia di Teramo.
Inoltre, è stato dato l’avvio ad alcune iniziative di grande spessore:
1 – Rendere itinerante la mostra “Chi erano mai, questi democristiani?”, in modo da
estendere l’attenzione intorno agli argomenti della storia della Dc.
2 – Avviare i corsi di formazione in autunno, unitamente all’Istituto di Cultura
“Giuseppe Spataro”, articolando l’iniziativa formativa in tre sessioni: a) Cultura
politica; b) Pubblica Amministrazione; c) Temi della contemporaneità.
3 – Avviare il progetto “Chiedilo ai democristiani”, offrendo la disponibilità alla
conoscenza soprattutto agli amministratori della tante esperienze civiche dei Comuni
della nostra Regione.
4 – Rendere operativi i tavoli di lavoro di cui sono stati individuati, oltre i
responsabili anche i vari componenti; la partecipazione ai “tavoli” è aperta a
collaborazioni non solo degli associati, ma anche di energie esterne al
Coordinamento.