L’Aquila. L’Abruzzo guarda alla Cina in termini di sviluppo sia del proprio territorio che su quello del Paese orientale.
Il Presidente del Consiglio Regionale Giuseppe Di Pangrazio ha firmato a Roma, nella sede della Conferenza dei Presidenti delle Assemblee legislative, il protocollo d’intesa per i prossimi cinque anni, con la Provincia dell’Hubei della Repubblica Popolare Cinese rappresentata dal vicepresidente Zhang Chang’er.
“Il documento nasce sulla base dei rapporti di amicizia e di collaborazione tra Italia e Cina”, dice Di Pangrazio. Obiettivi comuni la “promozione dello sviluppo economico, sociale e culturale delle rispettive popolazioni”. In particolare Di Pangrazio ha avanzato la proposta di utilizzare l’aeroporto d’Abruzzo come possibile scalo di congiunzione con la provincia cinese, territorio da oltre 57 milioni di abitanti.
Si è poi discusso della possibilità di far conoscere in Cina la produzione vinicola abruzzese in vista della creazione di una piattaforma commerciale che usi anche il web.Nel dettaglio, tra le finalità dell’intesa quelle di sostegno a iniziative per lo scambio di informazioni ed esperienze nei settori delle relazioni culturali e della formazione professionale; nel settore commerciale e imprenditoriale, con particolare attenzione alle Piccole e Medie Imprese.
Inoltre, il protocollo prevede anche lo scambio di indicazioni nell’utilizzo delle risorse finanziarie provenienti dai fondi dell’Unione Europea e da altre Istituzioni Finanziarie Internazionali.
“In particolare – spiega Di Pangrazio – nel settore dell’agricoltura e delle produzioni agroalimentare, con lo sviluppo di rapporti tra Centri di ricerca, per un proficuo confronto nell’ambito della ricerca scientifica e dell’innovazione tecnologica”.
L’atto siglato a Roma prevede poi che, in base alle reciproche conoscenze, si possano confrontare anche le attività svolte nel settore delle infrastrutture e i servizi di trasporto e di mobilità attraverso la pianificazione e gestione del territorio, del turismo, dello sport e degli scambi giovanili. L’accordo prevede incontri periodici, consultazioni bilaterali e specifici seminari di studio.