Trivelle Abruzzo, Forum dell’Acqua: ‘D’Alfonso si incateni’

Pescara. ‘Abbiamo presentato la richiesta per fare un sit-in e manifestare pacificamente il nostro dissenso durante l’incontro di Confindustria, ma ci è stato detto di no: possiamo metterci a 300 metri di distanza. Questa è una sospensione della democrazia. Ormai la battaglia è politica. C’è un presidente del Consiglio dello stesso partito e il governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, deve fare il possibile, fino a riconsegnare la tessera del Pd e ad incatenarsi’.

Così il Forum abruzzese dei movimenti per l’acqua, a proposito della questione trivelle in Adriatico, a margine della conferenza stampa degli operatori turistici.

“Impossibile la convivenza tra una politica economica basata sugli idrocarburi e un’economia basata sulla valorizzazione del territorio, del turismo sostenibile e dell’agricoltura di qualità”.

E’ quanto tornano a dire gli operatori turistici della costa abruzzese che ribadiscono il loro ‘no’ alla deriva petrolifera ed esortano la politica ‘a fare una scelta’.

La presa di posizione degli operatori – associazione B&B Parco Maiella-Costa dei Trabocchi, Sib Confcommercio, Agenzia turistica Maradhoo Lanciano, Intour, Bellandare, Traboccanti, Agriturismo Rifugio Mare Rocca San Giovanni, Balneatori costa Pescara-Francavilla – arriva nel giorno dell’incontro organizzato da Confindustria e Assomineraria, dal titolo ‘L’Abruzzo e gli idrocarburi: realtà e prospettive’.

Affiancati dal Coordinamento No Ombrina, con cui nei mesi scorsi hanno sfilato a Lanciano (Chieti) insieme a 60mila cittadini contro la deriva petrolifera, gli operatori rappresentano “alcune migliaia di aziende, che danno lavoro a decine di migliaia di persone”.

Dati alla mano, gli operatori, nel corso di una conferenza stampa, hanno sottolineato che “tutti gli studi economici indicano il turismo, la tipicità alimentare e tutti i settori che mirano alla sostenibilità delle risorse come i veri settori su cui puntare per il futuro. Sono in aumento – hanno evidenziato – i viaggi verso i piccoli centri, gli itinerari alternativi e, soprattutto, ecosostenibili. Insieme alla globalizzazione si sta sviluppando come antidoto la ricerca di esperienze vere, locali e autentiche. Diventeranno grandi attrattori di turismo proprio i territori, le città ed i paesi con grandi qualità ambientali e paesaggistiche”.

“E’ necessario – hanno aggiunto – sviluppare i settori del cicloturismo, dell’agricoltura di qualità e incentivare una volta per tutte il traffico e le presenze turistiche in incoming per dare un futuro impiego ai nostri giovani, evitando di incrementare ulteriormente il flusso migratorio verso altri Paesi, impoverendo per sempre il nostro territorio. Come si può pensare di finanziare il progetto ‘Bike to Coast’ per promuovere il cicloturismo e poi lasciare che in mare continuino ad arrivare piattaforme petrolifere?”.
“Chiediamo a D’Alfonso e alla politica di uscire dall’ambiguità e dichiarare non solo con le parole, ma con i fatti, quale sarà il nostro prossimo futuro. Il tempo è scaduto, la tutela delle nostre risorse ambientali deve essere messa al primo posto. A Confindustria – hanno concluso gli operatori turistici – chiediamo, invece di continuare a sponsorizzare il settore petrolifero, di valutare attentamente, senza pregiudizi, le conseguenze negative che la deriva petrolifera porterebbe sui comparti economici di turismo, agricoltura, pesca e commercio, assi portanti dell’economia regionale”.

Il Wwf, contrariamente a quanto previsto, ”non parteciperà al workshop di Confindustria e Assomineraria in programma per oggi su “L’Abruzzo e gli idrocarburi”.

Nell’accettare qualche giorno fa l’invito il Wwf aveva sottolineato di essere interessato a ogni occasione di confronto ma aveva precisato che l’iniziativa “non può ovviamente, così come è stata strutturata, configurarsi come un vero e proprio dialogo”.
”Gli ultimi fatti – sottolinea il delegato Abruzzo del Wwf Luciano Di Tizio – hanno dimostrato la fondatezza di quelle perplessità per cui ho deciso di non partecipare, pur confermando la disponibilità a un dialogo equilibrato con la partecipazione di tutti gli attori e non nel chiuso di una sala con un pubblico selezionato.

Il Wwf è impegnato a livello mondiale perché si attui un piano di uscita dalla dipendenza delle fonti fossili entro il 2050 ed è preoccupato per i problemi ambientali e sociali che queste comportano, davanti alla costa abruzzese come nel delta del Niger o ovunque nel pianeta. Nello specifico della realtà abruzzese a questo dato generale se ne aggiunge uno prettamente locale: il gioco non vale la candela per la scarsa qualità e quantità degli idrocarburi disponibili, appetiti dalle multinazionali del petrolio solo in virtù di un regime fiscale per loro eccezionalmente favorevole”.

”Il problema più grosso – conclude il delegato regionale Wwf – è che nel caso della petrolizzazione dell’Adriatico siamo di fronte a un deficit di democrazia: al di là di qualsiasi altro discorso sui procedimenti in sé, è un fatto che si sta cercando di imporre a un territorio scelte non condivise e anzi osteggiate dalla quasi totalità di coloro che lo abitano e in spregio degli posizioni chiaramente espresse dagli enti locali. Questo è semplicemente inaccettabile, né si può spacciare un convegno di categoria come “dialogo con il territorio”.

”La difesa del Mare Blu è potentemente all’ordine del giorno in questi giorni il dialogo competitivo tra Regioni e Governo è molto, molto avanzato! Registro un dialogo che sta funzionando crescentemente, realisticamente! Prestissimo gli aggiornamenti corrispondenti ai fatti. Ci siamo, Si…(scriveremmo nella vita reale delle valutazioni immediate). La prudenza viene dispiegata solo per rispetto consapevole del valore del grandissimo risultato a portata di palmo della mano”. Lo scrive sul suo profilo Facebook Luciano D’Alfonso.

Rispondendo ai lettori il presidente della Regione più sotto spiega che ”accanto alle costituzioni in giudizio e alla procedura referendaria sta operando da mesi una progressiva iniziativa politica pensata e sostenuta dalle Regioni, a partire dalla Carta di Termoli’, e che ”l’iniziativa referendaria e’ stata assunta da Regioni tutte del PD che hanno saputo valutare e operare, soprattutto alla luce di una evidente cultura dell’autonomia. Fai il conto di quante volte Regioni e Governo hanno generato un confronto così autonomo sul piano istituzionale… A me proponevano gesti estetici tipici della folla (incendio di tessere e Statuto), noi invece abbiamo agito utilizzando gli strumenti dell’Ordinamento e contemporaneamente lo spazio dell’iniziativa politica. Adesso si stanno valorizzando tutte le condizioni. Io sono fiducioso”.

 

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