Pescara (4-3-2-1) Fiorillo; Ciofani, Drudi, Scognamiglio, Masciangelo; Busellato (72’ Melegoni), Palmiero, Kastanos; Galano, Machin (75’ Di Grazia), Maniero (86’ Bocic). In panchina: Kastrati, Farelli, Del Grosso, Bettella, Vitturini, Zappa, Crecco, Bruno, Borrelli, Brunori. Allenatore: Luciano Zauri.
Chievo Verona (4-3-1-2) Nardi; Dickmann, Vaisanen, Cesar, Frey; Di Noia (68’ Esposito); Segre, Garritano; Vignato, Djordjevic (85’ Rodriguez), Pucciarelli (59’ Giaccherini). In panchina: Caprile, Pavoni, Brivio, Leverbe, Frey, Rigione, Esposito, Bertagnoli, Zuelli, Rovaglia. Allenatore: Michele Marcolini.
Arbitro: Niccolò Baroni di Firenze (Fiore-Capaldo/Fourneau)
Ammoniti: Di Noia, Masciangelo, Cesar, Scognamiglio, Vaisanen
Per l’ultima dell’anno, Zauri recupera Fiorillo tra i pali, dopo il lungo infortunio, e conferma Maniero in attacco con Galano e Machin. Di fronte il Chievo: Marcolini sceglie Vignato alle spalle di Djordevic e Pucciarelli per provare a espugnare l’Adriatico.
La prima chance capita, al 12’, a Scognamiglio, che da 6 metri controlla bene ma calcia malamente, sciupando il disimpegno aereo errato di Vaisanen. Il Pescara preme subito e Nardi deve compiere la prima respinta al 14’ sul contropiede finalizzato da Masciangelo. La risposta gialloblu al 23’: Dickman scende per Segre sulla destra che scarica verso il centro, trova la deviazione di Fiorillo ma la palla arriva a Di Noia che spara a occhi chiusi ma impatta contro Drudi. Il Delfino resta a pinna dritta, al 27’ Masciangelo apre per Machin che lo fa entrare in area di tacco ma il triangolo si chiude con un tiro sballato, indirizzato in curva. Bellissima e disastrosa l’azione pescarese, in contropiede, un minuto dopo: Maniero lancia di testa Machin che si invola da solo, fa lo scavetto dal limite sull’uscita del portiere ma la manda alta. Il centrocampista prova a farsi perdonare qualche secondo dopo, innescando un forcing che chiama il Chievo a chiudersi a riccio in area. Machin manda dentro anche Maniero al 34’, che salta un difensore e conclude in area piccola, trovando la chiusura in tackle di Cesar. Il Chievo reagisce al 37’ con una serpentina velenosa di Dickmann: tiro-cross dal lato corto a destra che Fiorillo deve neutralizzare in tuffo radente. Botta e risposta sul rovescio di fronte di Maniero, ma un altro loob al centro finisce con un nulla di fatto. Ci prova anche Busellato, lanciato dalla trequarti da Palmiero: stop perfetto sul dischetto ma Nardi esce e libera prima del tiro. Machin insiste, anche con un tunnel su Vaisaner per invitare Masciangelo, ma all’intervallo si va sullo 0-0.
La ripresa si attiene agli stessi ritmi, gli ospiti non mollano e al 56’ Vignato reclama un rigore per un contatto dubbio con Machin. Marcolini tiene alti i giri con Giaccherini per Pucciarelli, ma è il Pescara a far rombare il motore: controllo magico di Maniero al 60’ sulla sinistra, poi cerca sul palo destro Galano che la gira al volo ma manca il bersaglio da due passi. Segre, al 64’, cerca gloria dai 25 metri ma a Fiorillo basta un’ala sola per sventare a due mani. Protesta anche il Delfino, al 69’, per un calcio di rigore: se ne va sulla sinistra Kastanos che l’accentra radente per Galano che finisce a terra dopo la marcatura di Vaisaner ma non arriva il fischio dell’arbitro. Gara sempre allegra: i veneti ribattono al 70’ con il giro palla d’esterno tra Vignato, Giaccherini e Djordevic che cerca il diagonale sull’uscita di Fiorillo ma allarga troppo il tiro. Zauri riequilibra i suoi con Melegoni per Busellato e Di Grazia per uno stanco Machin. Gli inserimenti tengono gli adriatici in avanti e Di Grazia, al 92’, su punizione dai 25 metri manca la traversa di una spanna. L’ultimo tentativo di una gara divertente ma senza reti.
Il Pescara, al netto della prova contro un Livorno impalpabile, conferma di essere tornato bello e capace di attaccare a pieno regime. Paga l’errore lezioso di Machin e incassa un punto piuttosto inutile. Ora la sosta, per concretizzare le capacità di giocarsi un 2020 nel segno del riscatto.