Sandro Federico sarà il direttore sportivo del Teramo per due stagioni e mezza. L’ex diesse di Chieti e Sambenedettese ha fatto il suo ingresso ufficiale oggi pomeriggio nello stadio Bonolis, che aveva già varcato venerdì per la rifinitura della squadra pre-Ravenna.
“Ci conosciamo da sempre, per me è come essere a casa – ha detto Federico – Arrivo con grande entusiasmo che proverò a trasmettere a tutti, anche alla tifoseria. Questa città ha bisogno di tornare ad entusiasmarsi e con Ottavio (Palladini; ndg) il mio compito sarà più semplice perché so ciò di cui ha bisogno”. E sul pari beffa di Ravenna: “Impossibile pensare di giocare bene per novanta minuti, ma non bisogna mollare la presa e mantenere la serenità. Alla minima difficoltà, invece, tendiamo ad indietreggiare. Dobbiamo tornare ad avere una mentalità vincente, non pensando solo alla salvezza. Tra noi ed il secondo posto ci sono nove punti, la classifica è molto corta”.
Fronte mercato, ha già salutato il gruppo Altobelli e nei prossimi giorni Federico sarà a Milano per le ultime trattative. Si cerca un jolly di difesa, ma non è escluso che il direttore sportivo colga anche un’occasione per rinforzare i pali biancorossi con un portiere esperto. Sono ormai praticamente del Teramo Panico e Gondo, le due punte centrali che domani sosteranno il primo allenamento con la squadra. In partenza Barbuti.
“Ringrazio Repetto per quello che ha fatto – ha detto invece il presidente Luciano Campitelli – Con lui il contratto era annuale e c’era bisogno di riprogrammare con un profilo diverso. A noi serve qualcuno che faccia da papà a questi ragazzi. Voglio vedere il Teramo tornare a gioire. Lo striscione di Ravenna? Non fa onore a chi l’ha scritto, perché non sa i sacrifici che facciamo ogni giorno per questa società. Si dovrebbero vergognare, preferirei comunque certe cose mi venissero dette in faccia, anche se ero concentrato sulla partita e non ho letto quello che c’era scritto. Adesso ripartiamo da qui, anche perché peggio di così, con il terzultimo posto, non possiamo fare”.