Stamattina la tifoseria della curva nord ha esposto uno striscione all’esterno dello stadio Adriatico, puntando il dito conto il presidente Daniele Sebastiani, riservando insulti e polemiche anche nei confronti di Alessandro Bruno, centrocampista biancazzurro sposato con la figlia del patron.
Praticamente nessuno in entrata. Di contro, la pesante cessione – seppur voluta dal Parma, titolare del cartellino – di Josep Machin, uno dei più brillanti del girone d’andata del Delfino, finito al Monza di Berlusconi.
Sui social infuria la polemica, e lunedì sera, quando la squadra sarà in campo per il posticipo contro il Cosenza, si prevede una dura protesta dagli spalti.
Le dimissioni di Zauri e la sua sostituzione sulla panchina con Legrottaglie, avevano fatto sperare in una svolta, da tradursi in un rinnovo della rosa. E invece: in uscita, Ciofani, Vitturini, Brunori e, “mazzata” finale, Machin addirittura verso la Serie C.
In entrata, niente Iemmello o Melchiorri, gente che – se in stagione – vede la porta come pochi. Arrivati, in prestito last minute, l’under 23 della Juve Clemenza, trequartista da formare, e Manuel Pucciarelli dal Chievo, uno che in attacco può fare tutto ma deve confermarsi.
Sul “groppone”, anziché ceduti per far cassa da reinvestire, sono rimaste pedine come Maniero e Borrelli. Così, anche per puntare a pezzi forti tra gli svincolati -come Matri – le speranze restano limitate. Da qui, la contestazione.