Pescara. Nessuna gioia e conseguente contestazione: sono questi i risultati del mercato di gennaio della Pescara Calcio.
Stamattina la tifoseria della curva nord ha esposto uno striscione all’esterno dello stadio Adriatico, puntando il dito conto il presidente Daniele Sebastiani, riservando insulti e polemiche anche nei confronti di Alessandro Bruno, centrocampista biancazzurro sposato con la figlia del patron.
Praticamente nessuno in entrata. Di contro, la pesante cessione – seppur voluta dal Parma, titolare del cartellino – di Josep Machin, uno dei più brillanti del girone d’andata del Delfino, finito al Monza di Berlusconi.
Sui social infuria la polemica, e lunedì sera, quando la squadra sarà in campo per il posticipo contro il Cosenza, si prevede una dura protesta dagli spalti.
Le dimissioni di Zauri e la sua sostituzione sulla panchina con Legrottaglie, avevano fatto sperare in una svolta, da tradursi in un rinnovo della rosa. E invece: in uscita, Ciofani, Vitturini, Brunori e, “mazzata” finale, Machin addirittura verso la Serie C.
In entrata, niente Iemmello o Melchiorri, gente che – se in stagione – vede la porta come pochi. Arrivati, in prestito last minute, l’under 23 della Juve Clemenza, trequartista da formare, e Manuel Pucciarelli dal Chievo, uno che in attacco può fare tutto ma deve confermarsi.
Sul “groppone”, anziché ceduti per far cassa da reinvestire, sono rimaste pedine come Maniero e Borrelli. Così, anche per puntare a pezzi forti tra gli svincolati -come Matri – le speranze restano limitate. Da qui, la contestazione.