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Elezioni Federazione Rugby: in corsa anche Paolo Vaccari

Si svolgerà sabato 13 marzo prossimo nella Nuova Fiera di Roma l’assemblea generale ordinaria elettiva della Federazione Italiana Rugby, chiamata a rinnovare le cariche dell’organo di governo del rugby italiano per il quadriennio olimpico 2021-2024 e il futuro del rugby nazionale potrebbe ricevere qualche influenza dalla gloriosa città dell’Aquila.

 

Uno dei candidati principali alla carica di presidente della Federazione Italiana Rugby, Paolo Vaccari, infatti, è figlio di Gianluigi, fondatore del Calvisano nel 1970 che nei suoi anni da giocatore dei gialloneri incrociò più volte Pierluigi Camiscioni, che proprio con la maglia dell’Aquila Rugby aveva iniziato la sua carriera. E proprio nel capoluogo abruzzese, dove era tornato nell’ultima fase della propria carriera, aveva anche conquistato il titolo di Campione d’Italia del 1982, in una squadra che aveva in Massimo Mascioletti un formidabile realizzatore. Paolo Vaccari, candidato alla presidenza Fir e commentatore della palla ovale per la Rai, si è presentato così in vista delle elezioni.

Paolo Vaccari, i ben informati ti danno per favorito. Hai posto al centro del suo progetto tre punti cardine: lavoro di squadra, professionalità e pianificazione di lungo periodo. Quale sarà la squadra che segnerà la meta della vittoria?

 

“Si la squadra prima di tutto, abbiamo messo insieme rappresentanti della tante anime del rugby e siamo ancora in campo per cercare di unire insieme gli ultimi tasselli. Per noi cinque candidati alla presidenza sono ancora troppi e stiamo cercando di unire chi sentiamo più vicino alla nostra visione della Federazione del futuro. Per rispondere alla tua domanda, mi auguro che saremo noi a segnare la meta della vittoria”.

 

Si è trattato di una campagna senza esclusione di colpi, pensi che il rugby stia perdendo i suoi valori?

 

“Assolutamente no. Il sistema rugby in Italia è composto, prima di tutto, da grandi Uomini e Donne, per cui questo pericolo non esiste. È vero che, in certo casi, durante questa campagna elettorale, qualche candidato ha ecceduto troppo con gli attacchi, ma ho visto una reazione vigorosa e di sostegno intorno a chiunque fosse bersaglio di queste azioni. Alla fine sono tutte ritornate al mittente. Abbiamo ancora degli anticorpi forti nel rugby italiano”.

 

A proposito di anticorpi, come leggi la situazione attuale.

 

“Si, la ripartenza post-covid sarà una delle sfide più difficili della storia della FIR. Io e la mia squadra, abbiamo messo questo punto come la vera priorità, nel caso venissimo eletti. Abbiamo diverse iniziative a riguardo e tante altre nasceranno, quando inizieremo a lavorare insieme”.

 

Tanti ti danno come favorito e secondo le informazioni che abbiamo raccolto, sei ampiamente in vantaggio. Come sta andando la campagna elettorale per Paolo Vaccari.

 

“È una sfida avvincente, secondo le nostre proiezioni penso proprio che faremo molto bene, più di questo non vorrei dire. Abbiamo, sicuramente, un grande sostegno da tante regioni d’Italia. Ma non è ancora finita e continueremo a lavorare duro, sino all’ultimo minuto. Come ho sempre affrontato le sfide nella mia vita”.

 

Come vedi la federazione del domani?

 

“Come ho spiegato durante questi mesi, è giunto il momento per la FIR di fare un salto in avanti importante, passando dal concetto di Federazione sportiva alla vecchia maniera, con un uomo solo al comando, ad una cultura aziendale moderna. Vedo l’ingresso in FIR di importanti professionisti, provenienti da esperienze di altissimo livello, anche internazionali, capaci di arricchire e permettere alla FIR di entrare in una nuova era. È un passaggio obbligato che tanti “sport makers” hanno affrontato nel passato. Penso alla Rugby Football Union inglese, all’NBA o alla Liga. Non dico che noi possiamo ambire a raggiungere quei livelli, almeno sicuramente non nei prossimi quattro anni. Mi riferisco a un cambio di mentalità e strutturale, di un azienda moderna, attiva nel mercato dello sport, dell’educazione e dell’intrattenimento. Oggi serve una squadra di persone molto competenti, che ci permetta di raggiungere importanti risultati”.

 

Che tipo di Presidente vorresti essere?

 

“Io lavorerò per essere il leader di una squadra di professionisti, tutti più competenti di me, ciascuno nel proprio campo. E poi vorrei lavorare per riunire il sistema rugby italiano. Se siamo separati non andiamo da nessuna parte. Ci sono tante cose da migliorare, a tutti i livelli. Dobbiamo tornare a vincere, dentro e fuori dal campo. Questo è il mio impegno per i prossimi quattro anni.”