Chieti. Festeggiati nei giorni scorsi i 600 gol segnati da Fabiano Di Muzio, sopranominato negli ambienti del calcio a cinque, il “bomber”. Un bel risultato di una carriera, quella di Fabiano, 41 anni, teatino purosangue (come ama definirsi) trascorsa ai massimi livelli sui campi del calcio a 5 nazionale, sempre con le maglie di squadre abruzzesi.
Venti le stagioni giocate nel corso della sua carriera, tutte in campionati nazionali con le maglie di Cus Chieti, Pescara, Loreto Aprutino, Pratola, Atri, Dem Montesilvano ed ora Città di Chieti per un percorso circolare, altamente simbolico, che si apre e, per il momento, si chiude con la maglia neroverde della sua amata Chieti.
Al momento, come abbiamo annotato, sono 600 i gol realizzati in gare ufficiali tra Campionati di Serie A, Serie A2 e Serie B: un traguardo pazzesco, inimmaginabile anche per il diretto interessato, un “ragazzo” semplice, umile, una persona mai banale, che non si è mai preso troppo sul serio, ma che con la passione, la voglia, la tenacia e la forza mentale, oltre alle doti tecniche, ha raggiunto quello che se non è un record, poco ci manca.
Seicento gol segnati in venti stagioni giocate: una media di 30 gol all’anno, quattro volte capocannoniere nel campionato di militanza. Un esempio di longevità e capacità realizzative non comuni, un traguardo da festeggiare, ma in maniera sobria, in linea con la personalità ed il modo di essere di Fabiano, e che, scommettiamo, non è di certo l’ultimo nella testa del “bomber”, un tipo che non si accontenta e che proprio quest’anno è tornato a calcare il terreno del “suo” PalaSantaFilomena dopo 6 anni in giro per l’Abruzzo. Da noi intervistato per tracciare un bilancio della sua carriera ci confida: “Pensare di aver gonfiato la rete tutte queste volte, di aver gioito ed esultato 600 volte, di aver finalizzato e concretizzato il lavoro dei miei compagni e le indicazioni degli allenatori e di aver dato un senso ai sacrifici fatti mi rende quasi incredulo e mi riempie d’orgoglio. Se mi fermo a pensare, riaffiorano tanti ricordi, tantissimi momenti, emozioni intense ed indimenticabili, tanti volti, amici, avversari (portieri soprattutto) ma mi tornano in mente soprattutto gli allenamenti, tutta la fatica, le difficoltà, il sudore, le ansie, le partite giocate da infortunato e la voglia matta di scendere in campo per la maglia, di qualunque colore essa fosse, ogni sabato”.
Alla domanda se, considerando l’età calcistica pensa di ritirarsi dai campi da gioco, ci ha risposto serenamente che per il momento intende andare avanti, facendoci chiaramente capire che per appendere al chiodo la sua magica maglietta c’è ancora tempo. Intanto Fabiano, sabato scorso, è sceso di nuovo in campo per futuri traguardi ed obiettivi e per tornare a gonfiare di nuovo quella “rete” di cui ha fatto quasi una ragione di vita per cui non esita a confidarci che “Il gol più bello è sempre quello che deve venire, diceva qualcuno… ma a parte i gol, oggi mi piace – sottolinea con entusiamo – soprattutto l’idea di poter essere un esempio per i più giovani e questo mi da ancora lo stimolo di soffrire e sudare, senza dimenticare che ho la fortuna di poter fare ciò che mi piace di più, cioè giocare a calcio. Mi sono tolto tante soddisfazioni che mi ripagano, ma nel calcio, come nella vita, bisogna guardare sempre al futuro. Andiamo avanti fino a quando la voglia e le condizioni fisiche me lo permettono e chissà di non ritrovarci tra qualche anno a festeggiare un altro traguardo”.
Domenico De Simone