Pescara (4-4-2): Pelizzoli, Bocchetti, Capuano, Salviato, Rossi, Ragusa, Mascara, Bovo (79′ Zauri), Balzano, Sforrzini, Maniero (57′ Nielsen). In panchina: Belardi, Zuparic, Rizzo, Selasi, Cutolo, Caprari, Politano. Allenatore: Serse Cosmi.
Lanciano (4-3-3): Sepe, De Col, Ferrario, Amenta, Mammarella, Di Cecco (80′ Turchi), Paghera, Buchel, Gatto (63′ Piccolo), Falcinelli, Thiam (81′ Comi). In panchina: Branescu, Ficagna, Nunzella, Vastola, Aquilanti, Casarini. Allenatore: Marco Baroni
Reti: 5′ Gatto, 37′ Rossi, 49′ Maniero (rig)
Arbitro: Aleandro Di Paolo di Avezzano (Chiocchi-Segna)
Ammoniti: Mammarella, Salviato, Mascara
Espulso: Salviato
Un derby è un derby: poco importa cosa ci sia in palio. Per il Lanciano c’è il sogno play-off da allungare, per il Pescara uno scudo morale che ripari dalle contestazioni di una tifoseria illusa e delusa, oltre che i punti per la salvezza matematica. Per questo, sia Cosmi che Baroni schierano il meglio a disposizione, facendo i conti con le varie assenze: il motore mediano Brugman, per il primo, varie in difesa per il secondo.
Eppure, è la retroguardia pescarese ad inciampare in un disastroso avvio: al 5′, sull’improvviso rilancio dalla difesa lancianese , salta la linea del fuorigioco, Salviato si fa scappare Gatto che si accentra in area dalla sinistra e trafigge Pelizzoli con un piazzato sul lato destro della porta. 0-1 in men che non si dica. Il Delfino si riprende dallo choc con tenacia lenta ma costante. Al 18′ Sforzini tenta l’acrobazia di testa: si tuffa dalla porta verso il centro dell’area e si torce ad altezza prato sul cross dal fondo di Ragusa, Sepe non si fa ingannare dalla traiettoria radente e blocca. Il match si accende e scade tra nervosismi e falli senza troppe remore, con i biancazzurri ostinati all’attacco ma lontani dal farsi pericolosi. L’ostinazione, comunque premia e al 37′ Rossi pareggia: controlla uno spiovente con il sinistro e con lo stesso piede la manda in diagonale, dal vertice sinistro dell’area, nel punto più lontano sotto la traversa, dove Sepe non può arrivare. 1-1.
Shockante, a parti invertite, anche l’avvio della ripresa: Maniero trattenuto in area al 4’st da Thiam, va giù e poi sul dischetto, per ordine dell’arbitro Di Paolo, da dove trasforma con una rasoiata lenta ma angolatissima che Sepe può intuire ma non intercettare. 2-1. Ad animare una partita fatta di fuoco ci si mette anche una tempesta di pioggia e vento violentissima che si abbatte sull’Adriatico. Ma l’acqua, anziché far nuotare più spedito il Delfino, favorisce i rossoneri della Virtus, Thiam su tutti: all’11’st si porta alla conclusione dopo un dribbling secco sul limite, ma gli risponde Pelizzoli in due tempi. Pressione totale degli ospiti sul Pescara, costretto a rintuzzare serialmente in corner. Uno battuto corto, ancora per Thiam che ridiscende sulla linea di fondo e prova la botta ravvicinata, ma Pelizzoli la smanaccia sopra la traversa. Un altro piazzato dalla bandierina, stavolta fatale alla squadra di Cosmi, al 28’st: scivola e liscia Sforzini sul primo palo, Amenta arriva in salto sul secondo, scavalca Capuano e l’appoggia dentro. 2-2. A complicare le cose agli adriatici ci si mette anche l’ingenuità di Salviato che contrasta con colpevole ritardo Buchel e si becca la seconda ammonizione, lasciando i suoi in 10 contro un Lanciano scatenato. Ma in un derby non può mancare l’ironia della sorte: è il 41’st quando proprio Amenta riceve un retropassaggio sui 30 metri ma scivola a sua volta e lascia campo libero proprio a Sforzini che può rovesciare il quadro, punta e spara il traversone in porta ma Sepe riesce ad allungarsi per graffiare la palla via dalla traiettoria che puntava dritta all’angolino basso. L’ultimo sussulto di un’altalena di emozioni: il derby finisce in pari, che per i teorici del calcio equivale a un derby sprecato.
In chiave classifica, invece, scontenta di più il Lanciano: attualmente fuori dai play off, la squadra di Baroni si complica la vita, con sole tre gare da giocare che includono anche scontri diretti, e pochissimi punti da spartirsi con le dirette concorrenti. Per Cosmi, invece, basta una briciola per salvarsi: per il presidente Sebastiani e soci, invece, il fallimento è più che certificato.
DAniele Galli