PESCARA (4-2-3-1): Pelizzoli (62’ Pelizzoli), Zanon, Cosic, Capuano, Balzano; Togni, Rizzo; Di Francesco, Caprari (60’ Celik), Sculli (69’ Cascione); Sforzini. In panchina: Perin, Bianchi Arce, Zauri, Bocchetti, Bjarnason, Blasi, Modesto, Vukusic, Caraglio, Abbruscato. Allenatore: Christian Bucchi.
NAPOLI (3-5-2): De Sanctis; Campagnaro, Cannavaro, Britos; Maggio (72’ Mesto), Dzemaili, Inler, Hamsik, Zuniga (61’ Armero); Pandev (78’ Calaiò), Insigne. In panchina: Rosati, Colombo, Grava, Rolando, Gamberini, Donadel, El Kaddouri. Allenatore: Walter Mazzarri.
Reti: 46’ Inler, 57’ Pandev, 81’ Dzemaili
Arbitro: Andrea Romeo di Verona (Posado-Crispo/Costanzo/Tagliavento-Terni)
Ammoniti: Rizzo, Britos, Di Francesco, Balzano
Retrocedere a testa alta è cosa aruda per la squadra di Bucchi, che nell’anticipo del sabato sera si ritrova all’Adriatico il Napoli a caccia della qualificazione Champions e migliaia di tifosi partenopei sugli spalti. Manca Edinson Cavani, ma ci sono Hamsik, Pandev e il grande ex: Lorenzo Insigne, lo scugnizzo lanciato al grande calcio grazie alla promozione del Pescara firmata Zdenek Zeman. Senza Kroldrup e con Cascione imperfetto, il tecnico biancoazzurro si affida a Cosic e Capuano e piazza il baby Di Francesco nel mucchio avanzati composto da Sforzini, Caprari e Sculli.
Cavalli esperti a trainare il Delfino, ma le prime schermaglie sono opera dei più giovani: Carpari e Di Francesco si fanno notare con tocchi eleganti e fulminei che paiono scardinare la muraglia azzurra ma non producono impegno per De Sanctis. Fa presto il Napoli a mettere le cose in chiaro: un paio di tentativi vani, poi la rete si smuove al 15’, ma il goal viene annullato per fuorigioco a Insigne: errore di Balzano davanti alla propria area, Dzemaili gliela soffia con astuzia e la spunta per il giovane fuoriclasse, in posizione nettamente irregolare, che segna e non esulta. Ma mentre “il magnifico” alza le mani per rispetto alla ex maglia, Dzemaili confessa l’offside al guardalinee con la bandierina alzata e Romeo annulla. Il Napoli ci riprova due minuti dopo, con Hamsik che protegge con classe il cross ricevuto a centro area, vede Pelizzoli fuori dai pali e cerca il tocco sotto la traversa, ma l’estremo difensore si distende all’indietro e smanaccia la sfera sul fondo per il primo miracolo della serata. La squadra di Mazzarri, dopo aver concesso un arrembante avvio ai padroni di casa, prende ampiamente il possesso del pallino della gara. Cross a go-go in area Pescara e deviazioni a ripetizione che alleggeriscono il carico su Pelizzoli. Il lungo portiere del Pescara si supera una seconda volta, al 23’, quando Insigne si avventa di testa sul servizio di Hamsik e angola con il mirino la deviazione in porta: parata da applausi. Solo la leggera imprecisione, invece, lo salva al 26’, quando Hamsik conclude di potenza un rapido scambio sul limite dell’area ma la sua girata manca di poco il palo destro. In movimento tribola, ma anche su gioco fermo Pelizzoli deve sudare: Dzemaili, al 35’, cerca l’angolino basso su punizione dal limite aggirando la barriera, l’estremo difensore vola verso il palo lontano e respinge, poi la difesa riesce ad evitare a Insigne il tap-in. Dopo venti minuti consecutivi schiacciato nella propria metà campo, il Pescara riesce al 38’ a distendersi in un corale contropiede a tutto campo, ben giostrato sul limite da Di Francesco e Caprari, che riesce a mettere Sculli davanti a De Sanctis, ma invece di puntare il portiere cerca la porta di potenza trovando solo la curva nord. Un lampo sparso, perché è il Napoli che si aggiudica ai punti il primo tempo. La squadra di Bucchi, però, incassa bene e fa il suo concedendo pochi spazi ai partenopei.
Almeno fino al primo minuto della ripresa: mischia in area abruzzese, palla spazzata via e raccolta da Inler sui 30 metri, lo svizzero scaglia il dardo che viene deviato dalle folte linee stese davanti a Pelizzoli che, messo fuori causa, nulla può per evitare lo 0-1. Il Delfino rialza subito la testa, con Sforzini che prova a punire De Sanctis fuori posizione, l’ex Grosseto lo supera con un’inzuccata ma non trova la porta. I timori confessati alla vigilia da Mazzarri impongono agli azzurri di chiudere il match: Hamsik al 9’st mette la palla lì dove Pandev la deve solo spingere dentro, ma il Macedone spara addosso a Pelizzoli fallendo il facile raddoppio. La gara cambia pelle, le squadre si aprono e il Delfino trova più varchi: tracciante diagonale per Sculli in area, che si infila in elevazione tra Zuniga e Britos e la schiaccia verso la porta, c’è però De Sanctis che interviene a terra e blocca. Varchi trovati e concessi: il conseguente contropiede porta Maggio sul fondo a destra, da dove scarica in mezzo per Pandev che con una magia su gira con la suola sulla sfera, mette a sedere Cosic e la deposita in rete per lo 0-2. Piove sul bagnato per Bucchi, che dopo un’ora di gioco perde anche Pelizzoli per un risentimento all’inguine: tra i pali torna Perin, dopo un periodo passato in cantina. A tenere il Pescara a galla rimane il piccolo Di Francesco, che esplode un destro da 40 metri al 19’st e si guadagna un ottimo corner: va lo stesso figlio di mister Eusebio dalla bandierina e quasi non la mette direttamente all’interno del primo palo, non fosse per De Sanctis che indietreggia di corsa e vola a evitare la magia al classe ’94. Il Napoli si dà alla melina, Bucchi apre il gas e butta tutti avanti. Ne approfitta Armero al 32’st per andarsene sulla sgombra fascia mancina e affrontare Perin: super l’intervento del portierino, che chiude lo specchio con entrambe le mani e respinge sul fondo la conclusione secca. Entra Calaiò a 10 dal termine, coperto da una bordata di fischi, e subito intercetta una palla sulla trequarti che lancia Insigne verso la porta: il fenomeno di Frattamaggiore ci prova rasoterra dal limite e fa il pelo alla base del palo a Perin battuto. Il Pescara non ne ha più in difesa e capitola definitivamente al 36’st: Dzemaili approfitta dello sbandamento con una perla al tritolo dalla distanza che non lascia scampo a Perin. 0-3. La bandiera da onorare rimane, comunque, l’obiettivo dei biancazzurri: battuta da centrocampo e subito contro De Sanctis con Zanon che pesca Cascione sul palo lontano, buona la deviazione di testa ma c’è Britos che riesce a sbrogliare. Il cuore e la grinta del primo tempo sono già un lontano ricordo per un Pescara condannato ad arrivare al 90’ guardando il Napoli alternare melina e rovesciate improponibili. Calaiò aspetta la fine del terzo di recupero per sfiorare la beffa al pubblico ingrato, ma manca di pochi centimetri la deviazione vincente sull’assist di Insigne.
Dopo l’exploit dell’Olimpico e il punto strappato alla Roma (secondo nelle ultime undici gare), il Delfino torna il piccolo pesciolino che è stato in questa stagione di serie A ormai avviata verso la retrocessione. Rimane solo da aspettare la matematica condanna, che con Milan, Genoa, Catania e Fiorentina da affrontare è cosa più che certa.
Daniele Galli