Pescara-Livorno 0-2. Il recupero non serve: i biancazzurri tornano secondi

zemanPescara (4-3-3): Anania; Zanon (80’Maniero), Capuano, Romagnoli, Bocchetti (65’Balzano); Nielsen, Verratti, Cascione; Sansovini (65’Caprari), Immobile, Insigne. In panchina:Ragni, Brosco, Gessa, Kone. Allenatore: Zeman

Livorno (4-3-1-2): Bardi; Salviato, Bernardini, Knezevic, Lambrughi; Filkor, Luci, Remedi; Bigazzi (65’Meola); Paulinho, Schiattarella (80’Dionisi). In panchina: Mazzoni, Barone, Piccolo, Siligardi, Bernacci. Allenatore: Perotti

Arbitro: Baratta di Salerno

Espulso: Romagnoli

Ammoniti: Zanon, Meola

 

Si ricomincia dalla mezzora, da quel fatidico 31esimo minuto che ha segnato la tragedia e la morte di Piermario Morosini. La premessa per il Pescara al fischio d’inizio è quella più ghiotta: rimontare sul Livorno, che vince per 2-0 con reti di Dionisi e Bellingheri, potrebbe significare la promozione in Serie A con due giornate di anticipo. Ieri, l’Albinoleffe ha fermato sul pari il Verona, negandogli ogni possibilità di accedere al secondo posto. La vittoria del Torino sul Sassuolo, impegnate in contemporanea, regalerebbe al Delfino vincente  il matematico secondo posto con almeno 80 punti in tasca e la forza degli scontri diretti vinti. L’Adriatico si prepara alla festa con poco meno di 20mila spettatori. Baratta scodella la palla, facendo ripartire il cronometro dal 31’: Immobile restituisce a Pardi e la partita comincia, di nuovo.

E ovviamente la squadra di Zeman parte a tavoletta, con la fretta di recuperare il prima possibile. Con il lungo recupero di 5 minuti, si riesce a giocare quasi venti minuti, nei quali sia Insigne che Immobile si avvicinano alla porta, ben difesa da Bardi. Attivo e pungente anche il capitano amaranto Luci, ma non sfonda nel muro biancazzurro. All’intervallo si rientra negli spogliatoi sullo 0-2 ma durante la lunga pausa arriva da Torino la lieta notizia del vantaggio granata segnato da D’Ambrosio, e la speranza di Zemanlandia rimane accesa.

La stessa fiammella che accende la miccia al siluro di Nielsen: il danese prova da fuori area al 3’st, ma per Bardi è facile la presa centrale. Si fa più convinta la manovra pescarese, ma non frutta più di due calci di punizione dal limite: li batte entrambi Insigne, uno altissimo, l’altro, all’11’st, vicino al ‘sette’ con Bardi impietrito, ma la sfera esce sul fondo. La palla continua a circolare nell’area labronica, e al quarto d’ora se la ritrova sui piedi Sansovini grazie all’errato disimpegno di Knezevic, ma il capitano del Delfino rimane sorpreso e la spara alta dal dischetto del rigore. Al 18’st si avverte anche la presenza Amaranto, con Lambrughi che penetra in area superando Capuano in doppio passo, il rasoterra cerca il primo palo ma Anania c’è sul primo intervento della partita. Il boemo cerca la svolta, con un doppio cambio al 20’st: fuori Bocchetti e Sansovini, dentro Balzano e Caprari, alla ricerca di maggior dinamismo. Lo spunto più determinante, al 24’st, lo detta Verratti, con un no-look che manda in profondità Immobile, il bomber è solo contro Bardi ma si ferma a metà tra il tiro a giro e il cross in mezzo, mandandola addirittura in fallo laterale sulla fascia opposta. Alla mezzora ci riprova, più convinto, con una girata di destro da centro area, la indirizza all’incrocio ma Bardi è in serata super e ci mette le mani e le ali. Due minuti dopo Immobile riesce finalmente a superare il giovane portiere amaranto, con una deviazione su cross teso dal fondo di Caprari, ma c’è il palo a dirgli di no, e poi ancora Caprari che manda ampiamente sopra la traversa la ribattuta. Il Torino raddoppia con Basha, Zeman aumenta l’offensiva con Maniero per Zanon, ma c’è sempre Bardi che riesce a smanacciare in corner il tiro-cross di Nielsen al 35’st. L’ingenuità di Romagnoli lascia il Pescara in dieci: fallo tattico al 39’st, ma il difensore adriatico era stato ammonito durante il primo atto del 14 aprile, e il secondo cartellino vale l’espulsione. Pescara fino alla fine, Maniero al 41’st servito da Insigne, Bardi è sempre il principale protagonista. Allo scoccare del 90’, Paulinho anticipa Balzano in contropiede e tocca sotto a scavalcare Anania, ma angola troppo e spreca malamente sul fondo lo 0-3. I due minuti di recupero sono un assedio: Immobile col piattone sottoporta, poi Caprari e poi Insigne, ma su tutte le conclusioni la porta di Bardi rimane stregata.

Al triplice fischio, a Torino si gioca ancora: qualche minuto dopo Sansone sbaglierà il calcio di rigore che avrebbe potuto riaprire la partita al Sassuolo; ma a dieci dal termine sarà Meggiorini a chiudere i giochi con il 3-0 granata, e il Toro si riporta in prima posizione a 79 punti, superando il Pescara a 77. La volata promozione è ancora aperta.

 

Daniele Galli


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