Perugia (4-3-2-1): Koprivec, Del Prete (76’ Fazzi), Goldaniga, Giacomazzi, Crescenzi, Taddei (70’ Verre), Fossati, Nicco, Falcinelli, Lanzafame, Perea (26’ Provedel). In panchina: Rossi, Lo Porto, Flores, Lignani, Vinicius, Rabusic. Allenatore: Andrea Camplone
Pescara (4-4-2): Aresti, Cosic (78’ Zampano), Pesoli, Zuparic, Pucino, Bjanrason, Memushaj, Brugman (66’ Pasquato), Politano (78’ Caprari), Melchiorri, Maniero. In panchina: Fiorillo, Vitturini, Da Silva, Selasi, Pogba, Torreira. Allenatore: Marco Baroni.
Reti: 27’ Memushaj, 32’ Falcinelli (rig), 53’ Fossati, 93′ Maniero
Arbitro: Eugenio Abbattista di Molfetta (Zivelli-Disalvo)
Espulso: Koprivec
Ammoniti: Giacomazzi, Pesoli, Cosic, Goldaniga, Memushaj
Marco Baroni può finalmente appellarsi a Gaston Brugman per la regia del suo Pescara: l’urugagio recupera dal lunghissimo infortunio e scende in campo dal primo minuto al Curi di Perugia. A lui e a Memushaj il compito di giostrare le azioni per Maniero e Melchiorri contro i biancorossi di Camplone, ex biancazzurro di lungo corso.
La nuova impronta si avverte fin da subito, grazie anche alla spinta di Politano sulla fascia destra, ma anche i grifoni si mostrano immediatamente pericolosi. Sono i cross di Lanzafame e Giacomazzi, nei primissimi minuti, a dare il via ad una gara emozionante, ma è del delfino il primo acuto: Brugman spara un siluro dalla distanza al 15’ che si stampa sul palo. Risponde il Perugia, prima con un tentativo da fuori di Falcinelli e poi con Lanzafame che conclude al volo su invito di Del Prete: Aresti rimane tranquillo in entrambi i casi. Poi una girandola di emozioni: al 21’ Memushaj innesca il contropiede e lancia Melchiorri nella prateria che lo separa dalla porta, interviene Crescenzi con un tocco sulle spalle dell’attaccante pescarese che cade in area, Abbattista non fischia il fallo da ultimo uomo e infuriano le proteste. I delfini sono galvanizzati dal rigore negato e spingono ancora, Politano illumina la porzione destra dell’area perugina e fa filtrare una palla d’oro per Maniero, Koprivec esce a metà fra palla e piedi e l’arbitro, forse pentito dell’occasione precedente, assegna un rigore altrettanto dubbio ed espelle il portiere. Entra il secondo, Probidel (al posto di Pereira), e respinge la battuta dal dischetto di Manieri, c’è però Memushaj a ribadire e riesce a metterla dentro nonostante la conclusione “ciabbattata” di controbalzo. 0-1 al 27’. Paradossalmente, l’inferiorità numerica rovescia le sorti del Perugia che al 29’ sfiora il repentino pareggio: Lanzafame scambia con Crescenzi che va al cross dal fondo e pesca lo stacco in terzo tempo di Falcinelli ma la palla finisce sopra la traversa di pochissimo. A pareggiare il conto degli errori, e non solo, ci pensa l’arbitro di Molfetta al 32’: un innocente traversone umbro arriva all’ingresso centrale dell’area abruzzese rimbalzando a mezza altezza, Pesoli stringe troppo la guardia su Lanzafame che approfitta del tocco alle spalle e si lascia andare già, così Abbattista riequilibra le decisioni arbitrali e concede un altro rigore. Falcinelli non dà scampo ad Aresti dal dischetto ed è 1-1. La squadra di Baroni è in evidente difficoltà a sfruttare la superiorità dei numeri, quella di Camplone sembra addirittura giovarsi del gioco in dieci grazie alla gran quantità di palle giocate da Del Prete: il suo lungo cross al 41’ viene spizzato da Taddei che con la testa scavalca Aresti, Politano deve intervenire alla disperata per sgombrare l’area piccola. Ed è lo stesso Politano a chiudere il primo tempo con una cavalcata a tutta fascia conclusa con un tiro-cross sul quale Provedel non arriva ma arriva Goldaniga a spazzare.
La ripresa sembra aprirsi con il cambio di marcia del Pescara: al 5’st Melchiorri disegna una meravigliosa parabola a girare dal limite dell’area, la traiettoria diagonale scavalca Provedel ma manca l’incrocio dei pali di una spanna. Già su di giri, gli umbri passano dalla prima alla seconda e vanno in vantaggio all’8’ st: doppio triangolo sulla destra Nicco-Taddei-Nicco e Fossati che dal limite trafigge Aresti e tutto il blocco difensivo biancazzurro, capace solo di guardare l’azione spettacolare biancorossa. 1-2. Pescara in ginocchio, incapace di riprendere in mano le redini, mentre il Perugia sfiora la terza rete pochi secondi dopo la seconda. L’unica reazione a caldo abruzzese è di Melchiorri pescato da solo a centro area dove può stoppare di petto e girare comodamente il destro a bersaglio, invece la spara sul fondo frettolosamente. Tardiva anche la risposta di Baroni che solo dopo 20 minuti di secondo tempo sostituisce Brugman con Pasquato, ma non fa nulla per approfittare del conto degli uomini. Di contro, mister Camplone spinge costantemente i suoi ad attaccare, nonostante il vantaggio di risultato e lo svantaggio numerico. Ne mancano poco più di 10 quando Baroni inserisce Caprari (e Zampano) sperando nel tridente con Melchiorri e Maniero, fin qui completamente isolati dal resto della truppa. A tenere banco, però, rimangono i padroni di casa : Falcinelli, al 39’st, semina avversari per 40 metri e va fino al limite dell’area a caccia del tris: Aresti deve tuffarsi per coprire l’angolino in basso alla propria destra. Deve tuffarsi anche all’estremità opposta 4 minuti più tardi, quando Lanzafame spara dalla lunetta. Il Pescara sembra giù sull’autobus, rinunciatario anche a frenare le discese biancorosse. I 4 minuti di recupero assegnati sembrano superflui, invece Pasquato va fino alla linea di fondo sulla destra, al 93’, a rilasciare un campanile che spiove dalla parte opposta dell’area, a crederci c’è Maniero che stacca imperiosamente su Falcinelli e di testa non lascia scampo a Provedel. 2-2 oltre l’extremis, un pareggio decisamente immeritato dal Delfino che negli ultimissimi secondi rischia ancora di soccombere: Goldaniga si lancia su un ultimo calcio di punizione e la manda sopra la traversa di un nulla.
E’ un Pescara piccolo piccolo. Solo due episodi, legati al nome di Maniero, hanno portato le due reti biancazzurre. Per Baroni non ci sono scusanti: un’ora con l’uomo in più e il rientro del tanto attesto Brugman sono aggravanti pesanti come macigni. Si gioca anche alla Vigilia, il panettone diventa sempre meno sicuro per il tecnico toscano.