Bari (4-3-3): Guarna; Sabelli, Ceppitelli, Polenta, Calderoni; Sciaudone, De Falco, Defendi; Galano (69’ Romizi), Beltrame (56’ Joao Silva), Fedato (52’ Alonso). In panchina: Pena, Chiosa, Lugo Martinez, Vosnakidis. Allenatore: Alberti.
Reti: 13’ Galano
Arbitro: Giacomo Ostinelli di Como (Di Iorio-Carbone)
Ammoniti: Schiavi, Fedato, De Falco, Sabelli, Ragusa
Il possesso palla predominante illude i tifosi biancazzurri: il Pescara incassa un missile di Galano e non riesce a rimontare sul Bari, nonostante le numerose occasioni della ripresa. Manca la mano pesante di bomber Maniero e lo score di Marino rimane a secco di reti, oltre che di punti.
I biancazzurri scendono in campo con la determinazione di chi vuole tornare a vincere e a far gioire i propri tifosi: lo fanno con un possesso palla che impera pressoché per tutto il primo tempo. L’avvio è tutto di marca Pescarese, con una serie di corner inanellata, ma senza alcuna trasformazione, e una più proficua occasione che passa per i piedi di Maniero al 6’: De Falco sbaglia il disimpegno e lancia l’attaccante pescarese solo verso la porta, ma Guarna esce prontamente dai pali e gli porta via la palla dal piede pronto alla conclusione. Il Bari lascia giocare e aspetta la rimessa buona: la trova alla prima occasione, al 13’, quando Galano viene lasciato solo di montare sulla trequarti e sgancia una saetta parabolica dai 25 metri che si insacca sopra la testa dello sbigottito Pellizzoli. 0-1. L’occasione per il rapido pareggio arriva al 16’: Viviani la mette dentro dalla sinistra, Maniero sguscia tra le maglie difensive e si fa trovare solo sul limite dell’area piccola ma l’impatto con la fronte alza troppo la sfera sopra la traversa. Galano, un minuto, dopo, fotocopia Maniero e la incorna poco a lato della porta di casa. Alberti rinsalda i suoi e rimette le pedine biancorosse sullo scacchiere della cauta attesa: debordante il possesso di palla da parte del Pescara, ma è il Bari a rendersi sempre più pericoloso. Al 29’ è Sciauldone a trovare la sortita buona sulla sinistra dell’area adriatica, cerca sul primo palo Beltrame che azzecca l’inserimento ma cicca la deviazione e agevola Pellizzoli nello stop in due tempi. La manovra impostata da Marino comunque non scema, trainata dal solito Maniero che al 37’ si procura un fallo dall’ottima zolla antistante la lunetta: sulla battuta va Viviano che disegna la traiettoria perfetta, lascia Guarna sul posto ma il legno nega il pareggio ai biancazzurri. Prova Cutolo a salire in cattedra, ma all’intervallo regge il cinismo dei pugliesi.
La ripresa vede Marino passare ai ripari con il cambio Vukusic-Maniero, cosicché la pressione del Delfino riesce a distribuirsi meglio sul fronte offensivo e, effettivamente, il portiere barese comincia a sudare: Ragusa dal dischetto, Schiavi, a raffica di testa e di piedi, ma Guarna si fa trovare sempre pronto, anche in extremis. Sempre e solo il contropiede resta l’arma in mano ad Alberti: Sciaudone l’incaricato ad innescare le fughe lungo fascia, con il supporto di Alonso, ma entrambi trovano, sia al 66’ che al 76’, i pronti anticipi di Pellizzoli. La rete che, immeritatamente, non arriva, scoraggia i biancazzurri e li sbilancia ancor più in avanti: campo libero per il finale in crescendo di Alonso e De Falco e brividi a ripetizione per Pellizzoli. Le due conclusioni sibilano accanto ai legni ma si spengono sul fondo. I cinque minuti di recupero assegnati da Ostinelli permettono la caccia disperata al pari, ma l’ultimo assalto è piuttosto confusionario. Meglio organizzato l’arrocco del Bari che riesce, al 94′, ad impegnare un’ultima volta Pellizzoli con Sciaudone.
Finisce con la sconfitta casalinga del Pescara, che non vince dall’esordio con la Juve Stabia. Stavolta, però, è mancata anche la realizzazione e a dare una mano al tecnico Marino viene a mancare anche l’alibi della buona fase realizzativa. Panchina in bilico?
Daniele Galli