PESCARA (4-4-2): Perin; Zanon, Cosic (58’ Bianchi Arce), Capuano, Balzano; Togni, Rizzo, Di Francesco, Cascione (84’ Bjarnason) ; Sculli, Sforzini (57’ Abbruscato) . A disposizione: Falso, Zauri, Bocchetti, Blasi, Celik, Caraglio, Vukusic, Catalano, Iannascoli. Allenatore: Cristian Bucchi.
Reti: 18’ Floro Flores, 30’ e 54’ Borriello, 35’ Sculli, 69’ Bertolacci
Arbitro: Gervasoni di Mantova (Di Fiore-Faverani/La Rocca/Doveri-Ciampi)
Ammoniti: Sculli
Genova dà, Genova toglie. Il Pescara retrocede in serie B proprio sul campo dove, un anno fa, aveva conquistato la promozione nel massimo campionato e dove oggi si presenta con mezza squadra in infermeria. La Sampdoria aveva dato la A, la sconfitta contro il Genoa rispedisce i pescaresi in cadetteria con tre giornate di anticipo, dopo una stagione anonima in tutto e per tutto.
Eppure la prima occasione del match viene concretizzata dagli abruzzesi: Sculli crossa dalla sinistra nel cuore dell’area, Sforzini stacca da due passi ma anziché schiacciare la alza di una spanna sopra la traversa. È il comparto arretrato, si sa, il fianco più scoperto del Pescara, e lo scandalosa in scena al 18’, su calcio di punizione per il Genova battuto da Matuzalem dai 30 metri: palla sul fondo per Manfredini che riesce a fare da sponda all’indietro per Floro Flores, liberissimo di inserirsi e mandare la palla in rete di testa. 1-0. La squadra di Bucchi se la gioca a viso aperto, senza pretese ma anche senza troppe possibilità di cavarsela, così il raddoppio arriva in dieci minuti: verticale chilometrica al 29’ per Borriello che stoppa di petto sul limite (e forse con un braccio), si accentra e rilascia un sinistro a giro che sbatte sul palo e gonfia la rete, con Perin che rimane paralizzato di fronte alla prodezza. 2-0. Il risultato da condanna, però, spinge gli adriatici a giocarsi l’onore fino alla fine, e la bandiera riceve il doveroso omaggio al 35’: campanile di Zanon dalla linea laterale destra, Sculli sovrasta il suo marcatore sul palo opposto e riesce a scavalcare Frey con un diagonale di testa. Il goal dell’ex accorcia sul2-1. Il Grifone rimane comunque padrone del match: Floro Flores semina panico in area al 39’, quindi si aggancia al rimorchio Bertolacci che spara dal limite e svernicia la traversa con il destro secco. Al Delfino, con l’avversario ora più guardingo, rimangono solo chance in ripartenza, ma la difesa rosso-blu rintuzza ogni assalto dell’ariete Sforzini, ben lanciato sui 25 metri nel finale di primo tempo.
Il Pescara che rientra in campo per la ripresa ha impressa sulla faccia la retrocessione acquisita, dieci minuti di tentativi e il Genoa approfitta della retroguardia piazzata altissima da Bucchi. L’errore di Capuano al 9’st, che regala palla a Borriello, porta al 3-1: triangolo dell’ex romanista con Floro Flores e saetta mancina dal limite che fredda Perin sotto il terzo legno. A scaldare il cuore dell’unico tifoso abruzzese presente in curva ospiti è l’ingresso in campo di Ciro Immobile, che in settimana ha visto nascere la figlia Michela proprio all’ospedale di Pescara, città alla quale rimarrà legato per sempre. Ma sul terreno di gioco non c’è spazio per sentimentalismi e al 24’st il Genoa fa poker approfittando dell’incertezza di Perin: lancio da centrocampo che il portierino respinge con i pugni avanzando fino al dischetto, dove si scontra con Borriello e tarda a rialzarsi, la sfera termina sui 35 metri a Bertolacci che spara nella porta vuota per il 4-1. Gli ultimi minuti non serve nemmeno giocarli: il Genoa festeggia la salvezza vicina grazie alla sconfitta del Palermo, il Pescara piange sul latte versato.
Daniele Galli