PESCARA (4-2-3-1): Pelizzoli; Zanon, Kroldrup (70’ Bianchi Arce), Capuano, Modesto ; Togni, Rizzo; Sculli, Quintero (60’ Bjarnason), Caprari (67’ Cascione); Sforzini. In panchina: Perin, Blasi, Cosic, Di Francesco, Caraglio, Vukusic, Abbruscato. Allenatore: Christian Bucchi.
Reti: 73’ Vucinic (r) e 78’, 83’ Cascione
Arbitro: Sebastiano Peruzzo di Schio (Petrella-Musolino/ Paganessi/Orsato-Velotto).
Espulso: Rizzo
Ammoniti: Bonucci, Bjarnason, Vucinic, Modesto
Juventus B contro Pescara da serie B. Allo Stadium di Torino è testa contro coda, e lo si capisce già guardando le distinte. Conte si tiene i pezzi di prestigio al riparo dalla polvere: Buffon, Marchisio, Pirlo in panchina. In campo scendono Storari, Marrone e Peluso. Bucchi fa quel che può: manca anche D’Agostino, la regia è affidata a Togni. Una sola punta, Sculli, spalleggiato da Caprari e Sforzini. Chiavi della porta al presunto secondo, Pelizzoli, che invece sotto la maglia arancione oggi porta la S di Superman.
Il primo affondo convinto della Juventus arriva al 12’, con Giaccherini che spara in porta con un volé dal dischetto su cross di Lichtsteiner: Pelizzoli si allunga a destra e la respinge con due mani. E’ lo star: bianconeri tambureggiano a ridosso dell’area pescarese: al 16’ è Giovinco che si insinua in dribbling tra le maglie difensive, servito da una finezza filtrante di Vidal, sontuoso arriva a due passi dal portiere biancazzurro ma gli tira malamente addosso e sciupa la seconda occasione per il vantaggio in avvio. La vecchia signora si sveglia pian piano, dopo una parte assopita, e il fraseggio negli ultimi 25 metri diventa spettacolare. Lichtsteiner e Asamoah giganteggiano sulle fasce, e al 23’ Pelizzoli suda ancora freddo: scambio fitto sulla lunetta tra Vucinic e Giovinco, il montenegrino raccoglie il triangolo in area piccola ma l’estremo difensore esce quell’attimo prima della zampata vincente. La difesa, praticamente tutto l’undici di Bucchi, è solo di figura, che rimane a guardare, dopo pochi secondi, anche Vidal che si inserisce sul traversone di Vucinic: è ancora il portiere a salvare il Pescara con una respinta tra i pali. La valanga bianconera va a ruota continua: al 28’ Vucinic sfonda e la alza all’indietro per l’accorrente Giovinco, la ‘pulce atomica’ conclude di prima dal vertice piccolo ma impatta palla e piede sulla coscia di Capuano. Ennesima rete sventata ma il piccolo attacante si infortuna e Conte è costretto a inserire Quagliarella. Il ruolino si interrompe per alcuni minuti, poi al 37’ si rivedono le statuine biancazzurre che guardano imbelli Vucinic e Lichtsteiner lavorarsi la palla sulla destra e aprire il varco al rimorchio di Giaccherini, che arriva sulla palla ma la sbuccia e la manda sul fondo, con la porta stavolta spalancata. Dentro va male, allora ci si prova da fuori: Quagliarella, al 40’, sale palla al piede e cerca l’angolino basso da prima del limite, Pellizzoli la graffia soltanto ma è il palo a coprirgli le spalle. A due minuti dall’intervallo ritenta Giaccherini dalla riga bianca, ber servito da sinistra dal solito Asamoah da sinstra per Giaccherini dal limite: destro potente e preciso verso il palo lontano, ma Pelizzoli lo è altrettanto e vola a deviare sul fondo con la mano aperta. È il 32enne con i guanti del Delfino a mantenere la prima frazione lontana dalla goleada juventina.
Giusto l’intervallo viene concesso al Superman di giornata per rifiatare: 5 minuti di ripresa e Asamoah la fa spiovere pericolosa dentro, Pelizzoli deve respingere come può e Vucinic ha buona la ribadita facile da 3 metri, invece la cicca clamorosamente con il piattone. Il treno di Conte riparte a pieno regime: al 7’st Quagliarella si inventa una puntina volante in distensione su una verticalizzazione verso il limite piccolo, palla a pallonetto verso la traversa che Pelizzoli alza sul fondo con i pugni. La Juve non ne può più e comincia a sparare granate appena può, ma rimane frenata dall’egoismo di Vucinic e Vidal. Dopo oltre un’ora di gioco Bucchi mantiene ancora ‘gli occhiali’, allora cerca di proteggere l’inaspettato risultato con gli inserimenti di Bjarnason e Cascione. Ma è solo e ancora Pelizzoli a salvare la patria al 70’: Vucinic si beve mezza difesa con finte e contro finte, e imbecca Lichtseiner dentro, ma il tiro-cross dello svizzero finisce nell’ennesima parata a terra. Quando al novantesimo mancano meno di 20 minuti, la partita si sblocca su calcio da fermo: punizione bianconera da fuori area, palla prolungata di tacco dalla barriera per Vidale che punta la porta ma viene fermato con un braccio da Rizzo, Peruzzo fischia il rigore ed espelle il biancazzurro. Vucinic si incarica del penalty e stavolta Pelizzoli non può proprio nulla: arriva lo scontato 1-0, seppur nel modo meno aspettato. Sfumata l’impresa, il Pescara tracolla: ancora Vucinic al 23’st, inserito sul fianco sinistro da Asamoah, giocherella con la sfera e mette a sedere Bianchi Arce, poi spara bomba col destro e insacca il 2-0 alle spalle di Pelizzoli che rimane oscurato da Capuano e non la vede partire. La prova d’orgoglio del Delfino stupisce però la Juventus e tutto il suo Stadium al 39’st: Cascione cavalca sulla trequarti, alza la testa sui 25 metri e spara verso il ‘sette’ a sinistra dell’inoperoso Storari e segna un pazzesco 2-1. Come all’andata, è il lungo centrocampista ex Reggina a segnare alla squadra di Conte, la Juve reagiste con una rovesciata di Quagliarella dall’interno dell’area, ma la palla si alza sopra la traversa. Senza più niente da perdere, il Pescara si getta di testa: 44’st e Sculli cerca di potenza la base del palo dalla lunetta, costringendo Storari al tuffo impegnativo per sventare il pareggio.
Sconfitta prevista in riva all’Adriatico, meno previsto il modo in cui è arrivata. Si è sentito l’odore dell’impresa per più di un’ora, e poi ancor più forte con l’eurogoal di Cascione. Ma l’odore più forte che rimane impresso è quello del sudore di Pelizzoli, che ha negato alla squadra di Conte l’ampio risultato meritato. Poteva essere l’unica foto da appendere prima di archiviare una stagione disastrosa. A questo punto, conviene pensare già alla serie B.
Daniele Galli