Teramo. Tre punti in sei partite. I recenti risultati ottenuti dal Teramo hanno spinto Luciano Campitelli ad abbandonare il sogno dei play-off per ripiegare sul più realistico obiettivo della salvezza.
Una salvezza che passerà anche dall’impegno di domani pomeriggio, quando allo stadio Comunale di Piano d’Accio si presenterà l’Aversa Normanna, penultima in classifica e ormai rassegnata alla retrocessione diretta in Serie D. Nel match contro i campani i biancorossi scenderanno in campo privi di tre pedine: lo squalificato Scipioni (rimpiazzato da Chovet) e gli infortunati Bucchi e Petrella, che saranno entrambi risparmiati per evitare delle pericolose ricadute. In considerazione di queste assenze, durante la partitella del giovedì mister Cappellacci ha provato due diverse soluzioni, il 4-3-3 classico con Foglia esterno alto e un inedito “albero di Natale” nel quale operavano Novinic in mediana e Iazzetta sulla trequarti. La decisione definitiva maturerà soltanto in extremis, anche se la prima opzione resta quella favorita: sembra difficile, infatti, che il tecnico di Tortoreto possa stravolgere in un sol colpo il credo tattico ribadito in un anno di lavoro. Molto più critica, invece, è la situazione di casa Aversa. In settimana, infatti, l’attaccante Scalzone ha firmato la rescissione contrattuale, portando a sette l’elenco dei giocatori lasciati liberi dal club casertano. In virtù di questi addii, il tecnico Sergio schiererà una squadra dall’età media bassissima, che avrà l’unico compito di evitare la dodicesima sconfitta consecutiva stagionale.
Teramo-Aversa Normanna sarà diretta da Francesco Guccini di Albano Laziale, coadiuvato dagli assistenti Rinaldo Menicacci di Viterbo e Veronica Vettorel di Latina. Il fischietto laziale è al primo anno nella CAN PRO e finora ha portato a termine 12 incontri, con un bilancio di 5 segni “1”, 1 “X” e 6 “2”. Ha due precedenti con il Diavolo: il 19 febbraio 2012 Teramo-Sambenedettese si concluse sull’1-1, mentre il 24 maggio 2012 Salerno-Teramo, valida come semifinale di Poule Scudetto, terminò 3-5 ai calci di rigore.
Francesco Graduato