PESCARA (4-3-3): Pelizzoli; Zanon, Kroldrup (71’ Bianchi Arce), Cosic, Bocchetti; Blasi, D’Agostino (46’ Togni), Cascione; Sculli, Vukusic, Weiss (62’ Celik). In panchina: Perin, Balzano, Quintero, Bjarnason, Caprari, Caraglio, Abbruscao. Allenatori: Cristian Bucchi.
Reti: 24’ D’Agostino, 33’ (r) e 67’ Denis
Arbitro: Domenico Celi di Bari (Galloni-Rubino/Stefani/Di Bello-Pasqua)
Ammoniti: Biondini. D’Agostino, Stendardo, Di Bonaventura, De Luca, Sculli
Il giorno degli esordi biancazzurri all’Azzurri d’Italia: contro l’Atalanta Cristian Bucchi segna la sua prima panchina da allenatore in serie A. E con il suo arrivo al posto di Bergodi veste il primo biancazzurro Kroldrup e Sculli, alla prima da titolare, indossa la fascia da capitano. Il giovane tecnico attrezza con lui il tridente definito con Vukusic e Weiss. Ci si gioca la salvezza: quella da mettere in banca con i tre punti per i neroazzurri, quella da rincorrere e non farsi più scappare per il Delfino.
Avvio stentato da entrambe le parti, con l’Atalanta che si affaccia un po’ più spesso dalle parti di Pellizzoli, con Giorgi che cicca la conclusione ravvicinata dopo 9 minuti. La manovra pescarese, invece, è praticamente nulla. Si salva solo la regia di D’Agostino, faro sulla trequarti che indica la strada a Weiss e Vukusic, ma bisognerebbe prenderli per mano per portarli davanti a Consigli. E allora ci pensa lui, l’ex Siena, con una magia al 24’ a sbloccare la partita. Un goal pazzesco: mezza punta di sinistro dal limite, una conclusione da calcio a 5 che si impenna, incrocia tutta l’area di rigore e si insacca sotto al ‘sette’ alla destra di Consigli. 0-1. L’effetto entusiasmo, però, dura poco, e al 32’ Zanon vanifica tutto ingenuamente. Bonaventura scappa sulla linea corta a sinistra dell’area di rigore, Zanon interviene in scivolata, ma l’esterno orobici, perso il controllo del pallone, si allunga tra le gambe del terzino pescarese e si guadagna la pagnotta. Denis trasforma dal dischetto con un radente alla base del palo che spiazza Pellizoli. 1-1. Ripristinata la parità, ripiomba la noia fino all’intervallo, spezzettata da nervosismo e calcioni gratuiti.
Al rientro per la ripresa, in campo c’è Togni per D’Agostino: si riacutizza il risentimento muscolare per il migliore pescarese, quindi Bucchi si affida al rientrante brasiliano. In breve finisce fuori anche Weiss, steso all’ingresso dell’area bergamasca da una doppia ostruzione: Celi non assegna la punizione, ma il fallo sul ginocchio c’è e il giovane slovacco deve uscire e lasciar spazio a Celik dopo un’ora di partita. Fuori i vivi, l’Atalanta balla nel cimitero e passa in vantaggio: contropiede impostato sulla destra da Biondini al 67’, Blasi ripara all’assenza di Zanon e lo tiene sulla trequarti ma non gli impedisce di crossare, in area Kroldrup e Cosic si ammucchiano alti e lasciano Livaja e Denis da soli, con quest’ultimo libero di stoppare e stracciare la rete sopra la testa di Pelizzoli. 2-1. La scena si ripete al 79’ sull’asse Di Bonaventura-De Luca, ma il sostituto di Livaja alza troppo la deviazione ravvicinata di testa. Non servono nè i 10 finali, nè i 5 minuti di recupero, il Pescara molla dopo la magia di D’Agostino. L’Atalanta festeggia la salvezza quasi matematica e Colantuono si fa espellere per i festeggiamenti anticipati. Sull’altra panchina, invece, è ormai praticaticamente troppo tardi.
Daniele Galli