Pescara: Perin, Zanon, Bianchi Arce, Cosic, Modesto, D’Agostino (70’ Bjarnason), Rizzo, Cascione (77’ Abbruscato), Weiss, Sforzini, Vukusic (70’ Celik). In panchina: Pelizzoli, Bocchetti, Capuano, Togni, Caprari, Zauri, Caraglio. Allenatore: Cristiano Bergodi.
Bologna: Curci, Sorensen, Antonsson, Cherubin, Perez, Taider, Motta (76’ Garics), Morfeo, Diamanti (78’ Moscardelli), Gilardino (86’ Pasquato), Kone. In panchina: Agliardi, Pazienza, Guarente, Hristodoulopolusos, Khrin, Abreo Carvalho, Stojanovic. Allenatore: Stefano Pioli.
Reti: 29’ Weiss (r), 33’ Diamanti, 44’ D’Agostino (r), 49’ Gilardino, 65’ Kone
Arbitro: Andrea De Marco (Faverani-Altomare)
Ammoniti: D’Agostino, Sforzini, Cascione, Zanon, Pasquato
Aria tesa all’Adriatico: i tifosi le hanno promesse ai giocatori biancazzurri in caso di mancato impegno contro il Bologna. “Solo lo zucchero” hanno definito dalla curva nord la contestazione pesante propinata alla squadra al ritorno da Genova dopo i sei goal incassati dalla Samp. Bergodi, dopo una settimana di ritiro marchigiano, torna all’Adriatico svuotando il carrello della spesa: in campo dall’inizio i nuovi acquisti Arce, D’Agostino, Rizzo e Sforzini.
Sono i ‘vecchi’ pilastri, però, a tenere a galla il Delfino in apertura: Weiss spara la primissima palla del match ad un metro dalla porta di Curci con un diagonale al vetriolo, e Perin, al 17’, lucida subito l’aureola della santità con una deviazione miracolosa sulla bordata di Taider dalla distanza. Gli altri nove biancazzurri fanno ben poco in mezzora e il Bologna prende gradualmente campo, allora tocca ai due fare gli straordinari. Il portierino rintuzza, Weiss mette scompiglio in area ospite, dove sfonda in dribbling al 28’: sul corridoio centrale salta Sorensen e irride Antonsson, che non ci sta e lo stende. Rigore guadagnato e trasformato dall’ex Manchester City per l’1-0. Dietro,però, il Delfino continua ad annaspare colpo su colpo. L’insistenza del Bologna porta, al 33’, ad un altro calcio di rigore: respinta dal centro che termina sulla sinistra dell’area, dove Zanon prova a spazzare ma stende Cherubin: fallo, dischetto, tiro e Diamanti accorcia. Nuovo equilibrio? Macché. Weiss non si arrende e prosegue a tavoletta, raccoglie calci di punizioni e insinua l’area emiliana da tutte le parti: al 42’ viene fermato da Taider con un pestone da rigore, che De Marco assegna solo con l’ausilio dell’assistente di porta Mazzolieni. Lo slovacco si infortuna e il terzo penalty della partita lo batte D’Agostino: una freccia sotto l’incrocio a destra, come quella che scaglia in curva con la sua tipica esultanza, la prima in biancazzurro. 2-1 e tutti negli spogliatoi.
L’intervallo basta a Weiss per riprendersi dalla botta e torna in campo regolarmente, per continuare ad essere decisivo. Ahi lui, al 49’ eccede in foga con un tackle che concede la punizione al Bologna sui 35 metri: zolla buona per Diamanti che la taglia al centro dell’area, dove Gilardino stacca più alto di tutti nella mischia e la prolunga alle spalle di Perin per il 2-2. Il ‘violino’ di Biella la mette dentro anche una seconda volta, al 56’, con una girata volante sulla verticalizzazione di Taider dalla destra, ma il guardalinee tira su la bandierina per un fuorigioco millimetrico del centravanti rossoblu su Bianchi Arce. Una scarica da defibrillatore per il Pescara a battito piatto dopo il secondo pareggio. Non serve comunque, e al 66’ il Bologna stacca definitivamente la spina agli adriatici: pennellata dalla sinistra di Morleo, Kone è libero di agire in area piccola tra i due centrali e mettere in porta la palla del 2-3. La rimonta completata dai ragazzi di Pioli fa sussultare l’Adriatico: Bergodi reagisce ai fischi furibondi con il doppio cambio Celik-Bjarnason per D’Agostino-Vukusic, ma Peri rischia ancora sulla fiondata di Diamanti che, dal limite, taglia tutta l’aria e passa a poco dal palo. La tifoseria abruzzese torna ad invocare in coro gli “attributi” e a minacciare tempesta nel dopo-gara. Al tecnico di Bracciano non resta che dar man forte all’attacco inserendo Abbruscato per Cascione. Spronato in avanti, il motore comunque non gira: si sbaglia troppo sulla trequarti e si offre la ripartenza facile agli ospiti, che all’82’ mettono un’altra palla a fil di palo con il destro di Kone. Sul finale si rivede Weiss, ma la misura delle sue serpentine è ormai nota a Sorensen e compagni e viene lo sclancio dell89’ viene neutralizzato all’ingresso dell’area.
Tre minuti di recupero buoni solo a far impantanare Sforzini nel traffico in area felsinea e a far mangiare a Kone la doppietta nella sgombra zona di Perin.
L’ennesimo passo falso: il solito gioco sterile, aggravato dalla rimonta incassata dopo essere andati due volte in vantaggio. Effettivamente impensabile, per questo Pescara, vincere dopo aver tirato in porta solo due volte, entrambe del dischetto. Ora la classifica si fa pericolosa: terzultimo posto a tre punti da Siena e Palermo pari ultime. Ma forse ancor più difficile per squadra e società biancazzurra uscire illesi dallo stadio attorniato da una tifoseria inferocita.
TIFOSI NEGLI SPOGLIATOI
Dopo la partita, una delegazione della tifoseria organizzata della curva Nord, i Pescara Rangers, hanno avuto un incontro negli spogliatoi direttamente con la squadra, il tecnico e la dirigenza. Lo stesso Daniele Sebastiani, che lo ha definito un incontro civile e pacifico, ha riferito quanto accaduto: “La curva ha chiesto maggior impegno ai ragazzi e maggior attaccamento alla maglia”, ha detto il presidente del Delfino, “ma su questo io oggi ho poco da rimproverare”. “L’impegno si può rimproverare più per le tre partite precedenti”, ha aggiunto Sebastiani, “nel primo tempo di oggi si sono fatti valere, poi nel secondo tempo sono scesi e si sono visti i limiti, ma sono molto fiducioso perché visto alcuni giocatori dare quello per cui sono stati presi”, ha commentato ancora riferendosi a Rizzo, D’Agostino e Sforzini.
“Mi auguro di proseguir sulla strada impegno messo in campo, poi i risultati arriveranno”, ha commentato ancora il numero uno biancazzurro, “se si puo salvare il siena, noi abbiamo qualche possibilità in più”, ha concluso, “ma è giusto che i giocatori si impegnino come chiesto dalla curva”.
Daniele Galli