Genoa (4-1-4-1): Frey, Sampirisi, Granqvist, Canini, Moretti, Merkel (57’ Seymour), Jankovic (75’ Rossi), Tozser (57’ Immobile), Kucka, Vargas, Borriello. In panchina: Hallenius, Melazzi, Donnarumma, Piscitella, Krajnc, Stilo, Said. Allenatore: Luigi Del Neri
Reti: 51’ Abbruscato, 72’ Vukusic
Arbitro: Domenico Celi di Bari (Del Giovane-Maggiani)
Ammoniti: Togni, Kucka, Sampirisi, Vukusic, Vargas, Seymour
Male, malissimo nel primo tempo. Bene, ottimi per reazione, nel secondo. Bergodi ridà nervo al Pescara e contro il Genoa all’Adriatico interrompe una striscia di 5 sconfitte. E senza neanche subire reti, dopo le 9 rimediate nelle ultime due gare, che portano il passivo totale a 19.
Che sia una partita da giocare con la sciabola per il Pescara si apprende già dal 6’, quando Togni si becca un precoce cartellino giallo per i metodi rudi usati per fermare Jankovic. E il brasiliano, un minuto dopo, rischia allo stesso modo il secondo giallo, oltre che far rischiare ai suoi l’immediato svantaggio. Suo il fallo che mette Totser sulla zolla al vertice dell’area: il calcio di punizione chiama Perin a tuffarsi all’angolino basso per tenere aperta la partita. Come sul destro, i biancazzurri soffrono le scorribande sula fascia mancina di Vargas, che al 16’ svirgola il cross e sbuccia la traversa a Perin battuto. Ma l’azione prosegue con una doppia conclusione di Kucka: la prima respinta da Terlizzi, la seconda sparata in curva nord dallo slovacco. L’anello debole della catena di Bergodi è Uros Cosic, che al 23’ si porta allo scempio: lancio lunghissimo a campanile, il difensore serbo pretende di liberare in rovesciata ma centra il petto di Borriello in agguato a mezzo metro, l’attaccante genoano si trova così nel corridoio libero verso Perin e lo punta fino al centro dell’area ma lo becca in pieno cercando il pertugio radente con il sinistro. Bravo il portierino pescarese a serrare le mani per alzare la palla sopra la traversa. Fatica, il Pescara, a trovare spazio tra le maglie rossoblu: la prima conclusione degna di tale nome arriva alla mezzora dai piedi di Weiss, che si accentra col solito passo serpeggiato e conclude in mano a Frey dalla lunetta dell’area. Molto più facile la vita per gli ospiti, specialmente per Vargas alle prese con Cosic: pericoloso il cross portato dal fondo al 36’, Terlizzi deve recuperare il contropiede con una scivolata ad impedire il servizio in mezzo per Borriello, e Perin ringrazia sudando freddo. Il più attivo del primo tempo pescarese è Bjarnason, che al 37’ e al 42’ cerca la porta di Frey, ma il risultato più proficuo è la macchia d’erba sulla maglia del portiere francese, che si deve impegnare a respingere da terra sul primo diagonale sganciato dall’islandese dal limite destro dell’area. Altre macchie si prospettano per Perin, che al 40’ vede ancora tremare la traversa sulla sassata di Kucka: mirabile controllo di petto e tiro al volo dai 25 metri del centrocampista slovacco, abile a raccogliere una respinta spiovente nata nella mischia in area. La faccia esterna del terzo legno viene schiaffeggiata dal pallone, come il morale di Bergodi e dei suoi dalla tifoseria, che nel gelo di giornata invita a gran voce a tirare fuori gli attributi mentre si rientra negli spogliatoi per l’intervallo.
La reazione richiesta si apprezza al 6’ della ripresa: Weiss sale in cattedra e pesca in diagonale Vukusic, che si insinua tra le linee, aggancia di finezza mancina e gira il destro da centro area: ottima l’opposizione di Frey. Ma la palla resta viva per il Pescara che recupera da centrocampo: Bjarnason la porta sui 20 metri e verticalizza per Weiss che affonda sulla sinistra e appoggia nell’area piccola, è il canale di lancio per il rimorchio prepotente di Abbruscato che entra in porta con tutta la palla e segna l’1-0. La controreazione adottata da Del Neri è il felice passato che ritorna all’Adriatico: Ciro Immobile rimette piede sul campo più glorioso della sua giovane carriera. Per lui e per Seymour escono Merkel e Tzoser. Costretto, invece, al cambio Terlizzi, che si infortuna e lascia posto a Capuano. Nonostante l’inserimento del capocannoniere della passata stagione cadetta, è il Pescara a tenere banco in attacco: al 22’ Cosic si fa servire in fuga sulla destra, ubriaca di finte la difesa ma poi si sbilancia con le spalle e impenna la saetta indirizzata a Frey. Meno imprecisa, al 24’st, la freccia tagliaerba di Weyss, che si combina alla perfezione con Bjarnason fuori area e bersaglia la porta rossoblu: trema la vernice del palo sinistro al passaggio della sfera. L’asse slovacco-islandese ha più successo, dopo 2 minuti, in versione assist: la cavalcata della valchiria Bjarnason arma il dribbling di Weiss, all’ingresso dell’area arriva Vukusic per finalizzare e non sbaglia col destro: 2-0 per il Pescara, passato a giocare con il fioretto. L’arma di fino viene adoperata, per tentare di accorciare, da Vargas al 30’st, con la rovesciata da dentro che raccoglie il traversone di Sampirisi: para senza indugio Perin. La bacchetta magica, invece, viene sfoderata dal Borriello al 35’st, con un sinistro da fuori area che cerca di scavalcare l’avanzato Perin, ma il portiere dell’Under 21 risponde alla magia allungando il braccio e ingrandendo la manona di richiamo, neutralizzando la prodezza in pallonetto. Nonostante lo sforzo profuso per recuperare l’affanno iniziale, gli ultimi dieci minuti sono giocati in surplus dal Delfino e in riserva dal Grifone, che perde anche i nervi e accumula gialli per fallo di nervosismo. Al netto del rischio preso da Perin, in doppia battuta sul proprio palo per anticipare Rossi imbeccato da Moretti, i 6 minuti di recupero assegnati da Celi scivolano sul velluto per i biancazzurri: Weiss e Bjarnason esaltano i tifosi che hanno resistito al clima glaciale con un torello a bordo area che irrita la truppa di Del Neri.
Il siparietto che conclude la partite è l’emblema del cambio di pelle che il Delfino ha fatto negli spogliatoi durante l’intervallo: i rossoblu, padroni del campo per tutto il primo tempo, finiscono la partita sconfitti e derisi dai ragazzi di Bergodi. Il tecnico di Bracciano in poco tempo, come Stoppa non aveva mai fatto in tante giornate, ha rimesso benzina in circolo ad una squadra spompa. Ora, in attesa del Bologna e con la sconfitta delle altre in coda, si rimette in scia per le posizioni salvezza. Forse qualcosa si può fare anche capando in un mazzo male assortito gli assi meno blasonati ma più validi: è Bjarnason, redivivo grazie a Bergodi, l’mvp della gara vincente.
Daniele Galli