Siena-Pescara 1-0: il Delfino perde con il cuore

stroppa_bastaSIENA (3-4-2-1) : Pegolo, Neto, Contini, Felipe, Angelo, Vergassola, Bolzoni, Rubin, Rosina (65’ Sestu), Valiani (86’ Del Grosso), Calaiò. In panchina:  Campagnolo, Farelli, Dellafiore, Perez, Verre, Coppola,  Bogdani. Allenatore: Serse Cosmi.

PESCARA (3-5-2): Perin, Cosic (80’ Celik), Capuano, Bocchetti, Zanon, Nielsen, Cascione, Quintero (65’ Caprari), Balzano, Abbruscato, Vukusic (55’ Jonathas). In panchina: Pellizzoli, Romagnoli, Modesto, Bjarnason, Togni, Soddimo. Allenatore: Giovanni Stroppa

Arbitro: Massimiliano Irrati di Pistoia (Giachero-Liberti)

Reti: 30’ Valiani

Espulsi: Capuano, Zanon

Ammoniti: Cascione, Contini, Cosic, Capuano, Balzano

Al 43’ Pegolo para un calcio di rigore a Vukusic.


Un osso conteso tra due cani: la vittoria serve tanto a Stroppa per salvarsi quanto a Cosmi per tenere il passo con le squadre al di sopra del quartetto di coda, posizione dove il Siena stazionerebbe tranquillo senza la penalizzazione. Così, abruzzesi e toscani si affrontano a testa alta sul campo aperto del Franchi. Il tecnico biancazzurro schiera quello che prende ad essere il modulo-tipo della sua squadra: Quintero in regia per Vukusic e Abbruscato, Zanon e Balzano ad oscillare avanti e dietro sugli esterni. Il più burbero dei tecnici italiani si affida a Calaiò e Valiani.

Quello del Pescara è un baricentro pendolare, poca costanza nelle intenzioni dei biancazzurri, che aprono le danze con il coltello fra i denti. Già in primissima battuta, infatti, Vukusic brucia Neto sulla sinistra e spara verso la porta, con Pegolo che smanaccia la sfera via dal primo palo al 59esimo secondo. Ben intenzionato anche Quintero: la regia del colombiano mette in scena un avvio ben calibrato, ma poi il copione cambia protagonisti. Sono i toscani a prendere campo, già al 4’ con Rosina che scambia in triangolo con Bolzoni in palleggio, guadagna il perfetto ritorno sull’ingresso in area ma poi l’appoggia malamente a lato. Insistentemente concentrata sulla fascia destra, protratta sempre da Angelo, la manovra senese mette il Pescara gradualmente alle corde, avvicinando Calaiò alla rete al 21’: cross di Rubin dalla sinistra, Perin con il pungo la scaccia fuori area, Vergassola conclude al volo ma trova Cosic sulla traiettoria, il rimbalzo è ottimo per l’attaccante ‘ex’ che ribatte verso la rete ma si infrange sul legno. Ben 70 le presenze e 28 le reti di Calaiò con la maglia del Pescara: la sorte non infrange l’idilliaco ricordo. Anche se ci riprova poco dopo, con l’incornata ravvicinata su cross di Angelo: palla alta di poco sopra la traversa. Baricentro adriatico arretrato dalle cariche bianconere, e alla mezzora arriva il vantaggio dei Robur: verticalizzazione di Vergassola dalla mediana, difesa tagliata come il burro da Valliani che punta il primo palo e spacca in diagonale la porta di Perin con una sciabolata mancina. 1-0. E allora il pendolo torna in avanti, dando un nuovo piglio ai delfini e tenendo altissimo il ritmo di gioco. Al 36’ Cascione rischia di accorciare staccando di testa sul traversone di Zanon, ma mette il pallone una spanna sopra la traversa di Pegolo. Emozioni alle stelle al 43’: Balzano fa correre Vukusic sulla sinistra, Contini se lo perde e poi lo atterra in area, Irrati assegna il penalty. Il Serbo sul dischetto: basso a sinistra, Pegolo respinge e innesca la ripartenza fulminea del Siena, Angelo da dietro per Calaiò, tutto solo contro Perin che viene costretto ad uscire dalla finta dell’attaccante, ma la conclusione certa troppo ostinatamente l’angolino basso e invece il radente si incrocia sul fondo. Uno spreco clamoroso che fa infuriare Cosmi fino ad essere espulso.

Il secondo tempo, ancora di più, è roba per cuori forti. L’intervallo non fa calare il cardiofrequenzimetro, e dopo il fischio della ripresa è ancora un miracolo del portierino pescarese: campanile dalle retrovie, Calaiò scappa a tutti e innesca per Vergassola, palla dentro per l’accorrente Rosina che conclude con una mina, Perin fa lo scudo umano e nega una rete già fatta e poi Vergassola manda alle stelle la ribattuta. Il pendolo prende a correre più svelto: all’8’st Quintero trova la traiettoria perfetta su punizione dai 25 metri, Pegolo si tuffa e mantiene il vantaggio. Al 9’st Calaio si ripresenta ancora a tu per tu con Perin, ma ad avere la meglio è sempre l’estremo difensore. Quintero ci riprova al quarto d’ora, da più lontano ma con una freccia più velenosa: Pegolo vola ancora a braccare il calcio di punizione del cecchino colombiano. È sfida aperta fra i due, che al 16’st si gioca dalla bandierina del calcio d’angolo: Quintero prova a trafiggere direttamente dal corner, Pegolo riesce a rintuzzare all’ultimo ripiegando con l’aiuto del primo palo. Stroppa annusa l’odore del pareggio e opta per la maggiore potenza di Jonathas rinunciando al fioretto Vukusic. E il brasiliano, appena entrato, ad insidiare la difesa con un cross che Neto deve appoggiare di petto al proprio portiere. Per non perdere vitalità, i due allenatori ricorrono a Caprari e Sestu: forze fresche che fanno sudare Perin e Pegolo con due velenose conclusioni da fuori attorno a 15 minuti dal 90’. Neto aiuta Pegolo spazzando via la sua respinta dai piedi di Jonathas, mentre Balzano fa il verso a Caprari con un destro a giro, che però non scende al momento giusto e si perde sul fondo. Morde fino in fondo, il cane pescarese: al 33’st Jonathas ricorre ai centimetri per raccogliere il cross pennellato da Zanon sul limite dell’area piccola: liscia di un millimetro e Pegolo può continuare a sudare caldo. Il finale, infatti, diventa un forcing pescarese il finale, con Stroppa che spinge a due mani il pendolo in avanti, inserendo Celik quarto attaccante. Difesa bianconera nel panico, tra i numeri di Caprari e le sassate di Abbruscato, arcigna quella ospite, che chiude con le brutte ogni tentativo di incursione: Capuano esagera al 40’st e si becca il secondo giallo che costringe il Pescara a soffrire in 10. Rimane comunque il più bello e voglioso della stagione. Il buco lasciato da Capuano agevola le sponde di Sestu: una di queste manda Calaiò al tiro dalla lunetta, al 90’, ma Perin blocca ancora a terra e nega la rete dell’ex. Tutta avanti la truppa biancazzurra, rimane solo Zanon dietro e la fa grossa nel recupero: liscia un lancio innuoco, poi rincorre e atterra Calaiò che approfitta dell’infortunio. Sacrosanta l’espulsione. Più grinta e ostinazione che frustrazione quella del difensore aquilano: ma il cuore non basta. Calaiò sfiora anche il palo sul calcio piazzato, l’epilogo vittorioso per i bianconeri. Ma per una volta, il Pescara esce sconfitto a metà. Il risultato parla in negativo, la concretezza tattica tace in neutralità, e già questo è un progresso. La reazione, dopo lo svantaggio, quella della ripresa, restituisce ai tifosi il più grande segnale di presenza della squadra registrato in 13 giornate. Se Stroppa rimarrà, il Pescara potrà ripartire esattamente da qui. Magari dopo la visita della big Roma e del carico emotivo che porterà Zeman all’Adriatico .

 

Daniele Galli


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