Parma(3-5-2): Mirante; Benalouane (81’ Marchionni), Paletta, Lucarelli; Rosi, Morrone (60’ Sansone), Valdes (54’ Musacci), Parolo, Gobbi; Pabon, Biabiany. In panchina: Pavarini, Bjaza, Fideleff, Zaccardo, Acquah , Ninis, Palladino. Allenatore: Roberto Donadoni.
Reti: 4’st Abbruscato, 93′ Weiss
Arbitro: Davide Massa di Imperia (De Pinto-Passeri)
Ammoniti: Valdes, Benalouane, Abbruscato, Jonathas, Parolo
Pochi giorni di ritiro a Colli Del Tronto e per il Delfino è già ora di rialzarsi dal tracollo di Halloween patito in casa dell’Atalanta. Per il colpo di reni, Stroppa affida a Quintero la cabina di manovra per Abbruscato e Jonathas: chili e centimetri in luogo dei fronzoli insensati di Weiss e Vukusic. Con le valigie dell’esonero già pronte sulla porta, il tecnico del Pescara torna ad affidarsi a Cascione in mediana e piazza il serbo Cosic al centro della difesa, al posto dello squalificato Romagnoli. Fiducia confermata anche a Blasi, che dopo poco si strappa e viene rimpiazzato dal danese Nielsen sull’esterna di destra. Donadoni, privo di Amauri, prova ad allungare la striscia positiva con la coppia d’attacco Pabon-Biabiany: velocità e inserimenti velenosi per far ballare l’instabile difesa adriatica.
Praticamente un ultimo appello sia per l’allenatore che per tutta la squadra del Delfino, che risente positivamente della pressione e dopo tanto sceglie un avvio dal piglio deciso e grintoso. Una partenza speculare per l’undici di Donadoni, più fisica e meno intenzionata a snocciolare gli schemi. Così il Pescara accumula calci di punizione e battute dalla bandierina, tutte eseguite senza fortuna da Quintero. Il terzo corner, al 24’, rimbalza sui piedi di Capuano che dal centro dell’area la gira di potenza e spara alta la palla più ghiotta della prima mezzora. Più vicino alla rete, seppur concludendo da distanza maggiore, va Pabon al 33’, con una rasoiata da fuori che taglia per obliquo tutta l’area e manca il palo di pochi centimetri. La strategia dei Crociati si concentra sulla velocità di Biabiany, che al 36’ quasi trova la complicità di Perin: una rara gaffe del portierino che esce male sulla verticalizzazione profonda, la tocca a mani aperte e la lascia lì, il francese ha la porta sguarnita e sceglie di vedere solo quella, ma c’è Cosic che lo mura davanti alla linea. Il finale della prima frazione fa salire i ritmi: Abbruscato, ad un minuto dall’intervallo, approfitta del palleggio errato di Lucarelli e monta palla sulla destra, dal fondo la taglia dentro per il rimorchio di Jonathas che viene anticipato da Benalouane un attimo prima della conclusione ben piazzata. Il recupero vale più di tutto il primo tempo: Pabon, che si libera in area con una magia d’esterno, innescata dalla combinazione con Biabiany sul vertice destro, e conclude dalla linea di fondo sull’esterno della rete. Cascione risponde con una girata di destro dal dischetto, ma scivola al momento di concludere sul traversone di Nielsen e la manda in curva. Più grinta che sostanza, ma tornare negli spogliatoi con sei calci d’angolo battuti è un raro bottino per i biancazzurri, che incassano il sostegno della tifoseria contestante.
Fiducia meritatamente concessa. Al 3’ della ripresa la svolta del match: lancio chilometrico rincorso da Abbruscato, Paletta perde il corpo a corpo sul limite e non controlla il rimbalzo, il centravanti del Pescara mette giù, guarda Mirante e gliela piazza con il mancino a rientrare sul palo lontano: 1-0. Il Parma cerca subito di rimediare dagli esiti di un calcio d’angolo al 6’st: Lucarelli spicca dal limite dell’area piccola e devia di testa verso l’incrocio dei pali, Perin si allunga in tutto ed evita l’immediato pareggio. Vento in poppa per la squadra di Stroppa, Elvis Abbruscato galvanizzato dalla rete e ben supportato dall’intesa Quintero-Jonathas che lo portano alla rovesciata al 10’st: parata facile per Mirante ma l’azione fa gonfiare il petto al tecnico lombardo. Meno contento al 18’st, quando Capuano liscia di testa l’appoggio morbido di Biabiany per Pabon, ma il colombiano non arriva alla deviazione sottoporta e risparmia al difensore pescarese la figuraccia. Donadoni avanza il carico per pungere su una retroguardia visibilmente in calo: al 22’st Gobbi scatta sul filo dell’offside e impegna Perin al doppio intervento. Per niente remissivo, il Parma batte sul dente dolente dei padroni di casa, Capuano non azzecca un fuorigioco e su due lanci consecutivi tiene buoni Rosi e Pabon: Perin ringrazia il cielo per le conclusioni imprecise dei parmigiani. Stroppa, con poche rimpiazzi per la retroguardia, calibra i suoi in attacco: la rapidità di Weiss, che sostituisce Jonathas al 22’st, è la carta giocata per trattenere l’assalto ospite. E lo slovacco risponde benissimo appena entrato: il contropiede di Modesto lo mette in funzione sulla trequarti a sinistra, si accentra in dribbilng fino al limite dell’area e spara una sassata che sibila sopra la traversa. Gli risponde per le rime Musacci, al 35’st, con un destro al vetriolo dai 30 metri: palla sul fondo sotto la guardia di Perin, che invece nei minuti successivi diventa bersaglio della sassaiola giallo-blu. Messo alle corde, il Delfino risponde solo di rimessa: ghiottissima ripartenza 3 contro di 2 al 43’st, Quintero galoppa da costa a costa ma alla fine allunga troppo il filtrante per Weiss e agevola l’uscita fuori area di Mirante. Fuori tempo massimo, Musacci calcia da distanza siderale, Perin si supera e tiene la porta inviolata. Il portierino continua a fare la differenza, ma è Quintero che gli ruba la scena al terzo di recupero: un tacco davanti alla difesa che lancia Weiss sulla prateria, il giovane slovacco macina metri palla al piede, salta il solo Gobbi rimasto e punisce Mirante con un tocco da biliardo. Palo-goal, 2-0 allo scadere che salva la pelle a Stroppa.
Il Pescara torna a vincere, facendo quello che gli chiedeva la tifoseria: sudare, lottare, sgomitare e cercare di imbastire un minimo di trama offensiva. Il fianco prestato dal Parma alla scelta di Abbruscato e il goal in extremis di Weiss non aiutano certo a capire quale sia l’uomo giusto per proseguire verso la salvezza, e la Juventus alla prossima non è certo il banco di prova più adatto, soprattutto senza il minimo accenno di miglioramento difensivo. Ma la certezza data da Quintero e la capacità di poter rispondere ad un ultimatum parlano di un cuore ancora vivo e capace di battere. “Vi vogliamo così”, canta la curva nord dell’Adriatico mentre la squadra esce festeggiando: e oggi è solo questo che conta.