Pescara (4-3-3): Fiorillo; Zampano, Bovo, Perrotta, Mazzotta (92′ Crescenzi); Brugman, Kanoutè (62’ Valzania), Palazzi; Mancuso, Pettinari, Benali (78’ Del Sole). A disposizione: Pigliacelli, Coda, Balzano, Elizalde, Fornasier, Capone, Carraro, Ganz. Alleatore: Zdenek Zeman.
Avellino (4-4-2): Radu; Ngawa, Suagher, Kresic, Rizzato (85’ Castaldo); Molina (68’ Laverone), Di Tacchio, D’Angelo, Bidaoui; Asencio (69’ Camarà), Ardemagni. A disposizione: Iuliano, Pozzi, Falasco, Marchizza, Pecorini, Gliha, Lasik, Moretti, Paghera. Allenatore: Walter Novellino.
Reti: 22’ Bidaoui, 29’ Mancuso, 81’ Pettinari
Arbitro: Chiffi di Padova (Caliari-Pagliardini/Cudini).
Ammoniti: Kanoutè, D’Angelo, Laverone, Ngawa
Pari punti e rendimenti altalenanti per entrambe: Pescara e Avellino si scontrano all’Adriatico per intraprendere il vero senso della stagione. Zeman manda Mancuso in avanti con Benali e Pettinari, confermando Palazzi sull’esterna di destra e Fiorillo in porta. Novellino cambia punta e affianca Asencio ad Ardemagni e fronteggia diverse assenze con Radu in porta, Suagher a centro difesa, Ngawa e Rizzato terzini.
Avvio prudente e timido per il Pescara, mentre gli irpini provano a farsi sotto più spavaldi, seppur poco ordinatamente. La fortuna, però, non aiuta gli audaci, almeno non al 17’: Asencio riesce a entrare in area dalla destra, grazie all’errore di Kanoutè e al filtrante di Molina, prova a beffare l’uscita di Fiorillo in pallonetto ma l’estremo difensore ci mette una manona, la sfera poi va sul palo e infine viene spazzata via dalla difesa. Episodio che dà coraggio agli ospiti, di nuovo in conclusione al 20’: spiovente in area, Asencio la spizza di testa, Ardemagni gira in rovesciata ravvicinata ma Fiorillo è nuovamente un gatto e respinge. Il terzo tentativo è quello buono: discesa sulla sinistra di Bidaoui, finta di dribbling e destro a incrociare che si insacca sul secondo palo. 0-1 al 22’. Pescara in confusione, campani sulle ali dell’entusiasmo che, 2 minuti dopo, cercano il raddoppio con D’Angelo: la sassata dalla lunetta scalda di nuovo i pugni di Fiorillo. Il Delfino ci mette 27 minuti per svegliarsi e arrivare in area ospite: buona combinazione tra Palazzi, Pettinari e Mazzotta e palla che arriva nello specchio, ma Radu esce e para anticipando Mancuso. Lo schema si ripete al 29’ con un perimetro più largo: Zampano salta Rizzato sulla destra e disegna il traversone basso, Mancuso si inserisce sul dischetto e la spara dentro. 1-1. Reazione obbligata e determinata quella dei biancazzurri, ancora pericolosi al 33’ con Mazzotta, che conclude tra le braccia di Radu un’altra bella manovra negli ultimi 15 metri. Momenti di panico per gli abruzzesi al 40’: Bidaoui fugge sulla stessa corsia del goal, spacca la difesa e serve Ardemagni, troppo lezioso con l’area semisgombra e si fa chiudere. È Mancuso, però, a chiudere il finale vivace del primo tempo: lanciato lungo sulla destra, cerca il sinistro a rientrare ma manca il palo lontano di un soffio.
L’assalto di Benali, al 56’, sveglia una ripresa iniziata male: fraseggio sulla sinistra, difesa irpina schiacciata, verticale al velluto di Brugman e il libico arriva alla conclusione defilata di testa, smuovendo l’esterno della rete. I due ci riprovano al 61’, con la complicità di Pettinari che, però, non arriva all’ultimo tocco, ben libero davanti a Radu. Clamoroso al 67’, grazie all’innesto di Valzania per uno sbadato Kanoutè: ping-pong sul limite, primo tentativo di Benali respinto da Radu, la palla si alza, ci arriva Zampano con la porta sguarnita davanti ma, da due passi, la manda altissima con il piattone al volo. Goal mangiato, il Delfino rischia la dura legge poco dopo: fuga di Ardemagni che punta la porta, Fiorillo esce all’arrembaggio e gli strappa la palla dai piedi. Novellino si affida a Camarà per il finale, Zeman a Del Sole ed è lui a dettare il passaggio che sblocca l’equilibrio all’81’: diagonale dal limite per la penetrazione di Pettinari, tutto solo a centro area per infilare Radu. 2-1. Match tutt’altro che finito: all’85’, cross lungo dalla destra per l’Avellino, raccoglie di testa D’Angelo e la palla si infrange sulla traversa, tra le mani di Fiorillo. Dall’altra parte risponde Valzania, con una sassata da fuori che fa volare Radu, deviazione del portiere che urla al miracolo, Pettinari arriva a ribadire ma l’estremo difensore si rialza e riesce a graffiare ancora la palla, facendole solo sfiorare il palo opposto all’89’. L’Avellino si butta tutto in avanti e rischia in contropiede, ma il Pescara fa ancora i conti con un super Radu che neutralizza il tridente zemaniano in uscita. Il rumeno arriva perfino a metà campo, al 4′ dei 5 di recupero, a fronteggiare Mancuso, lanciato dalla rimessa dalla porta, alimentando i biancoverdi a colpi d’orgoglio, ma non basta a evitare a vittoria pescarese.
Non proprio la crescita chiesta da Zeman, eppure il Pescara gestisce complessivamente bene il match e infila la seconda vittoria di seguito. Ottima la reazione, sopratutto psicologica, dei Delfini dopo il buon avvio e il vantaggio dell’Avellino. Dal goal in poi, qualche sbavatura di troppo ma una squadra buona nel compattarsi senza strafare: e ora la classifica biancazzurra sorride sempre più.