PESCARA: Pelizzoli; Zanon, Cosic (44’ Capuano), Bocchetti, Balzano; Cascione, Colucci, Nielsen (28’st Abbruscato); Quintero (56’ Weiss), Caprari; Vukusic.In panchina : Falso, Soddimo, Bjarnason, Celik, Brugman, Blasi, Jonathas. Allenatore: Giovanni Stroppa.
PALERMO: Ujkani; Munoz, Donati , Von Bergen; Morganella, Arevalo Rios, Barreto, Garcia; Giorgi (46’ Mantovani), Ilicic (80’ Brienza); Hernandez (80’ Miccoli). In panchina: Benussi, Viola, Dybala, Bertolo, Labrin, Budan, Brichetto, Kurtic, Pisano. Allenatore: Gian Piero Gasperini.
Reti 41’st Weiss
Arbitro: Doveri di Roma (Longo-Giachero)
Espulso: 35’ Von Bergen
Ammoniti: Caprari, Donati, Morganella, Colucci, Weiss, Zanon
Per la caccia alla prima vittoria, Stroppa conferma la formazione che gli ha regalato il primo punto, eccezion fatta per i soli Modesto, infortunato, e lo squalificato Perin. C’è Zanon a spingere a destra e Pellizzoli tra i pali. Gasperini, sulla panca rosanero solo da due partite, preferisce Hernandez a Fabrizio Miccoli, ed avrà ragione.
Un match subito vivo e divertente: Hernandez si mostra immediatamente pericoloso ma si infrange sulle mani sicure di Pellizzoli. Non il Palermo, bensì il Pescara a mostrare l’ormai solita grinta iniziale, trascinato dalle serpentine di Quintero. Gasperini certo non ritira indietro i suoi, e Ilicic va subito in rete, ma il fuorigioco inizia ad essere tattica ben appresa da Stroppa. I biancazzurri mostrano il palleggio più riuscito della stagione e la palla consuma il prato sulla trequarti rosanero: Quintero detta per tutti, soprattutto per un Caprari molto propositivo, ma guardato e toccato stretto da Munoz. L’attaccante romano prova e riesce a batterlo perfino in tunnel, al 17’, ma poi trova il resto del reparto arretrato a sbarrargli il passaggio verso la porta. Nel miglior momento degli adriatici il Palermo esplode, ma si trova nel mezo del Pellizzoli show: al 18’ Hernandez sfugge alla difesa troppo alta e spara sicuro da distanza ravvicinatissima, complice uno sfortunato tocco di Cosic, il portiere ex Padova ci mette il guantone una prima volta, Barreto ci prova sulla ribattuta, Cosic si fa perdonare salvando sulla linea, palla ancora dentro per Hernandez che è pronto ad esultare ma Pellizzoli è una molla e rimbalza a mettere il piede sul tap-in. Cinque minuti dopo, ancora Hernandez a scappare sulla verticalizzazione, stop di petto e rete in rovesciata, ma stavolta la linea del fuorigioco sale appena in tempo. Il rovescio di fronte chiama in causa Vukusic, che si libera in velocità grazie a un doppio triangolo con Cascione sulla trequarti mancina: intesa perfetta fin dentro l’area, conclusione troppo debole e palla tra le mani di Ujkani. Gara sempre più viva, al 25’ potente conclusione di Barreto, centrale ma comunque impegnativa per Pellizzoli, che respinge con i pugni. Alla mezzora Nielsen propone sulla destra per Zanon, che mette a sedere Morganella e sfoggia un traversone vecchia maniera dalla destra, raccoglie davanti al palo opposto Cascione con un salto imperioso, ma Ujkani riesce a rintuzzare con una sola mano senza uscire dallo specchio. La forza e gli spazi per mordere ci sono e Quintero li sfrutta tutti, ma i suoi dribbling sono più belli che concreti, almeno nell’ultimo mezzo metro, e la difesa sicula lo va sempre a chiudere. Al 34’,però, il colombiano ritorna in regia e lancia con il velluto Vukusic sulla prateria: Von Bergen, ultimo prima del portiere, intercetta appena fuori area con una mano e si becca il cartellino rosso da Doveri. Caprari non sfrutta la punizione ma tutta la ripresa da giocare in superiorità numerica diventa un’occasione ancora più ghiotta. Prima dell’intervallo ci provano Balzano e Quintero, da posizioni più propense al passaggio, e risponde Ilicic con la sassata dai 25 metri, ma sotto la doccia si va con gli occhiali. Tutti tranne Cosic, che si strappa prima del 45’ e lascia spazio a Capuano , mentre Gasperini ripara la difesa con Mantovani, tirando fuori Giorgi.
A tenere vivo l’attacco del Palermo, appena ripartito il cronometro, è Ilicic, che taglia bene sul filtrante di Barreto e tira in diagonale: Pellizzoli riesce a spuntarla in distensione con la punta delle dita, e dopo il rigore parato a Bologna si candida ufficialmente come guardiano titolare della porta. E’ sicuramente lui il migliore dei dannunziani: coraggioso ad uscire in tackle fuori area per tamponare la fuga di Hernandez al 10’st. L’uomo in meno non toglie pepe a Gasperini, Stroppa sceglie di sfruttare la velocità di Weiss, aggiungendo più terminali rispetto all’asse unico Quintero-Caprari: esce il giovane sudamericano. La regia pescarese, quindi, si sposta più dietro, e al 13’st mette in scena Vukusic, che rincorre il lancio chilometrico di Colucci, si accentra una volta dentro e taglia l’area piccola con il tiro di destro, Ujkani copre la diagonale e graffia la palla deviando sul fondo. Agli isolani non rimane che aspettare l’occasione propizia per ripartire con i lampi di Hernandez, ormai schiacciato nel proprio campo dall’invadente presenza biancazzurra. La sopresa, al 28’st, la cerca invece Ilicic, che approfitta di un intervento falloso su Capuano che diventa un assist sul limite: accende la miccia al sinistro e fa fuoco con una mina che si alza di poco sopra la traversa. Stroppa alza ancora più il tiro e raddoppia le punte: dentro anche Abbruscato alla mezzora della rirpresa. Gasperini non rinuncia alla sua offensiva e cala l’asso all’ultima mano: il mazzo è salentino e la carta si chiama Miccoli. Ma la corona del fenomeno se la mette in testa Weiss, al 41’st: palla al piede sulla trequarti, tocchi corti che circumnavigano una nuvola rosanero addensata al centro dell’area, il destro da fuori è secco e lascia sul posto Ujkani che può solo guardare la palla passargli sopra la testa. 1-0. Un gesto di classe e personalità del giovane slovacco, che era entrato in campo facendo innervosire Stroppa con una serie eccessiva di lanci e conclusioni forzate. L’Adriatico festeggia con il countdown settato sulla prima vittoria in serie A. Palermo tutto in avanti nei 4 minuti di recupero, Colucci riesce a strappare la palla in difesa e lancia per 40 metri Abbruscato, fermato con i piedi alla disperata da Ujkani fuori dai pali. Ma il raddoppio non serve: i tre punti arrivano lo stesso.
La ragione, alla fine, sta dalla parte del mister biancazzurro: dietro si continua a latitare, ma sono sprazzi sempre meno frequenti. La briglia offensiva è certamente stata avvantaggiata dall’espulsione di Von Bergen, ma la manovra è rimasta sempre quella dettata da Stroppa e, fino a oggi, criticata per la poca fluidità. A tirare le somme, con tanto di aureola, Ivan Pellizzoli, il vero fenomeno certificato in mezzo alle tante promesse del Pescara.
Stroppa: avanti con la forza e il coraggio di quello che possiamo essere. In sala stampa, nonostante la soddisfazione gli si legga in volto per la prima vittoria in serie A, Giovanni Stroppa non rinuncia ad evidenziare le lacune della sua squadra. Difficile non notare gli svarioni difensivi che solo gli interventi di Pellizzoli sono riusciti a coprire. Ma il bicchiere di ‘Giovannino’ è mezzo pieno: “Nelle prime tre partite abbiamo preso tre goal a partita, la quarta un goal, la quinta non l’abbiamo preso. Non dimentichiamo che abbiamo di fronte Hernandez, Ilicic, giocatori importanti contro i quali è normale poter soffrire, magari non così, e su questo dovremo continuare a lavorare tanto e sempre. Rimane soltanto il lavoro”. Ma la salvezza, si sa, non si ottiene soltanto rintuzzando le ondate avversarie, e il Pescara di oggi ha confermato che l’attacco può essere la miglior difesa. Ma perché non ha saputo sfruttare a dovere un tempo intero con l’uomo in più? “Forse non siamo abituati alla superiorità numerica”, ironizza Stroppa, “forse è subentrata la paura di vincere. Abbiamo sofferto, abbiamo avuto paura di non attaccare da subito una squadra nelle nostre corde, nonostante avesse giocatori tecnicamente importanti. Ci siamo allungati, forse perché stanchi da una partita giocata due giorni fa con l’uomo in meno per oltre mezzora. Ma ho visto anche una squadra che quando ha fatto goal sembrava avesse sette vite, è un sintomo che a livello psicologico sorprende: bisognava attaccare prima, con il coraggio è la forza di quello che possiamo essere”
Anche se, proprio dal tanto lodato reparto avanzato, spesso partono le situazioni spinose. Mister Delfino lo sa: “La gestione di palla degli attaccanti deve essere diversa: ogni volta che andiamo in superiorità numerica ci fissiamo con le giocate individuali, così perdiamo palla e questo ci toglie forza. Così né risente la fragilità della difesa sulle verticalizzazioni avversarie”.
Note dolci e amare per i protagonisti della serata. Pellizzoli, che con il muro sul penalty di Diamanti e i riflessi felini opposti a Hernandes, rischia di passare da chioccia del portierino Perin a numero 1 con le rughe: “Mi tengo stretto la difficoltà di scegliere chi mettere titolare”, tiene aperto il campo Stroppa. Per Weiss, tanto bravo a sfoggiare un eurogoal quanto cocciuto a sprecare decine di palloni più facili, il tecnico è meno melenso: “A vedere tutte le palle che ha giocato (prima della rete Ndc.) ero lì lì per entrare in campo: però ha fatto un gran goal”, se la ride sotto i baffi, “è un giocatore di grandissima qualità, può fare meglio perché tutte le volte che abbiamo subito, abbiamo subito lì. È per questo che poi magari la squadra si allunga, perde palla e si scoraggia e non è corta tra i reparti”.
Risultati 5° giornata
Fiorentina-Juventus 0-0
Catania-Atalanata 2-1
Chievo-Inter 0-2
Genoa-Parma 1-1
Milan-Cagliari 2-0
Napoli-Lazio 3-0
Roma-Sampdoria 1-1
Torino-Udinese 0-0
Siena-Bologna domani
Classifica: Juventus e Napoli 12, Sampdoria 10, Inter e Lazio 9, Fiorentina, Roma e Catania 8, Genoa 7, Milan 6, Torino, Udinese, Atalanta e Parma 5, Bologna* e Pescara 4, Chievo 3, Cagliari 2, Palermo 1, Siena -1
Prossimo turno: Cagliari-Pescara, Parma-Milan, Juventus-Roma, Udinese-Genoa, Atalanta-Torino, Bologna-Catania, Lazio-Siena, Palermo-Chievo, Sampdoria-Napoli, Inter-Fiorentina