Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo. Alla fine la montagna ha partorito il topolino e, quello che già era stato annunciato, è stato confermato dal Consiglio delle Autonomie Locali, riunito oggi pomeriggio nell’Aula consiliare del Comune di Pescara.
Il Cal ha, dunque, formalizzato la proposta di riordino delle Province abruzzesi, che a questo punto passerà al vaglio del Consiglio regionale che dovrà, infine, trasmetterla al Governo.
Tra le cinque proposte avanzate, la scelta è andata su quella forse più ovvia. Preferibile l’unione Chieti-Pescara e L’Aquila-Teramo rispetto al mantenimento della Provincia dell’Aquila e la costituzione di un’unica Provincia Pescara-Chieti-Teramo. O rispetto alla costituzione di tre Province L’Aquila, Chieti e Pescara-Teramo oppure L’Aquila, Teramo (con l’annessione dell’area di Penne), Chieti-Pescara. Scartata anche l’opzione dell’unica Provincia regionale.
IL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI PESCARA, GUERINO TESTA
“Rispetto pienamente l’esito della votazione del Consiglio delle autonomie locali per la nascita di due sole Province in Abruzzo, ma ritengo che la proposta avanzata da Pescara per l’accorpamento di Pescara, Chieti e Teramo andasse anche oltre, come è intuibile. La soluzione adottata dal Cal, che deve passare al vaglio alla Regione, appare miope proprio perché esisteva già un’ipotesi migliore ed era stata formulata allo stesso Cal. Pescara punta adesso al riconoscimento di Comune capoluogo, come prevedono d’altronde le disposizioni in materia che individuano il capoluogo di Provincia nel Comune più popoloso, salvo accordi diversi. Faremo di tutto per non farci scippare un ruolo che ci spetta di diritto e che spero nessuno provi a mettere in discussione considerata, tra l’altro, la posizione che il nostro territorio ha conquistato negli anni e che la spending review non può affatto mettere in discussione. Non ci sarà alcuno scippo di un territorio nei confronti dell’altro, ma ci si dovrà sedere a tavolino per capire come procedere, senza danneggiare nessuno”.
IL SENATORE DEL PDL, FABRIZIO DI STEFANO
“Ritengo che il Cal, che ha visto il voto dividersi su più mozioni senza che nessuna abbia raggiunto la metà più uno dei consensi dei rappresentanti del Consiglio, la prima delle quali ha ottenuto solamente il 40% dei voti, dimostri l’oggettiva difficoltà di riordinare le Province abruzzesi ed evidenzi che alla luce di tale voto, non si può desumere un indirizzo politico che abbia incidenza e valenza, tale da essere considerato indicativo”.
IL SINDACO DI PESCARA, LUIGI ALBORE MASCIA
“Anche oggi, e forse era inevitabile, ha prevalso il bisogno di difendere l’autonomia dei singoli territori, che però si è scontrato contro quella legge che, senza se e senza ma, impone il taglio delle Province che per l’Abruzzo andavano ridotte da 4 a 2 e non a 3, come molti si sono ostinati di nuovo a suggerire o chiedere. Comprendo i timori di vedere territori desertificati, a fronte di una Spending Review in cui la riduzione delle Province sembra essere solo il preludio di provvedimenti ben più impattanti e che potrebbero determinare la chiusura di altri uffici pubblici. Pescara continuerà ancora a difendere l’idea dell’Appennino-Adriatica, ma soprattutto continueremo a vigilare sulle decisioni della Regione che non potranno né dovranno penalizzare o mortificare in alcun modo il ruolo di Pescara, che comunque sarà capoluogo della futura Provincia, senza alcun campanilismo, ma semplicemente rispettando la normativa. E peraltro ritengo importante che oggi la votazione sia avvenuta nella sala consiliare del Comune di Pescara che di fatto è la seconda sede istituzionale della Regione Abruzzo”.
CAMILLO D’AMICO, CONSIGLIERE PROVINCIALE PD CHIETI
“E’ utile e necessario chiarire che il Consiglio delle Autonomie doveva formulare una proposta. L’ha fatto. Adesso toccherà al Consiglio Regionale deliberare la proposta definitiva a governo e parlamento poi seguirà un apposito disegno di legge. Inoltre, solo per una questione di doverosa chiarezza e per dirimere ulteriori ed inutili polemiche che il presidente della provincia di Pescara, Guerino Testa, ed il sindaco, Luigi Albore Mascia, hanno subito animato circa la futuribile città capoluogo di provincia, è bene ricordare che Chieti non è provincia soggetta a riordino perchè contempla entrambi i requisiti previsti dalla norma prevista nella spending review. Il voto espresso dal C.A.L., puramente consultivo ed indicativo ma non vincolante, è stato frammentato e risente degli strumentali campanili di territorio e delle conflittualità interne ai partiti tanto che, più di un rappresentante, ha inteso il proprio mandato non come rappresentante degli interessi di un territorio ma della propria comunità. L’augurio è che il consiglio regionale, nelle sue articolazioni, avverta l’utilità e la necessità di consultare, tra gli altri, anche i rappresentanti dei Consigli Provinciali; noi siamo stati eletti democraticamente dai cittadini ma assolutamente dimenticati. Sugli eletti nelle province da tre anni si stanno abbattendo fuorvianti e gratuite affermazioni mediatiche di ogni tipo come depositari di costi e privilegi (!!!) e, la vicenda del riordino pur necessaria ed auspicata, è stata malamente raccontata ai cittadini. Il rischio della perdita dell’ente provincia non è la semplice difesa degli organi elettivi e di governo dell’ente ma di tutta una serie di uffici dell’apparato tecnico, fiscale, previdenziale, assistenziale e della sicurezza dello stato che a questa fanno capo. E’ quindi ragionevole attenderci una proposta organica dalla maggioranza di centro – destra alla guida della regione Abruzzo così come anche la chiarezza di eventuali funzioni aggiuntive andranno conferite alle nuove province oltre quelle già statuite dalla norma sulla spending review. Noi abbiamo con chiarezza espresso la nostra posizione ossia: Chieti provincia ma senza interrompere il già avviatissimo processo di aggregazione sociale, economico e culturale con la limitrofa e viciniora Pescara. Da governo e parlamento attendiamo un tempo più ampio per il ridisegno delle circoscrizioni provinciali, che si contestualizzi con una riscrittura più ampia dell’articolazione istituzionale dove il potere decisionale torni in capo al cittadino elettore ad ogni livello così come l’auspicata riduzioni dei costi e privilegi della politica”.
SILVIO PAOLUCCI, SEGRETARIO REGIONALE DEL PD
“Il voto del Cal ha sancito l’imbarazzante inadeguatezza del Pdl, che pur governando la Regione con Chiodi, le 4 Province attuali, 3 dei 4 capoluoghi, non è stato in grado neppure avanzare una proposta di massima. Chiodi in questi mesi non è riuscito a mettere attorno ad un tavolo i sindaci di Pescara, Teramo e Chieti né i presidenti delle Province, tutti del suo partito: ha dimostrato di non essere più in grado di esercitare il suo ruolo, gli amministratori di non riuscire a dialogare fra loro. Eppure il voto di ieri è solo l’inizio del percorso: lanciamo la proposta di aprire subito un tavolo ufficiale che porti alla definizione del “Patto per le 4 città” e definisca la presenza dello Stato, delle istituzioni, degli enti e delle agenzie negli attuali capoluoghi e definisca gli altri distretti abruzzesi. Al netto del campanile e di alcune giuste preoccupazioni dei territori, la proposta dei due ambiti L’Aquila-Teramo e Chieti-Pescara è la più intelligente perché, in relazione ad una esigenza di drastico ridimensionamento della pubblica amministrazione, disegna un Abruzzo equilibrato e soprattutto in linea con la mobilità, le relazioni, le abitudini dei cittadini, che in questo hanno dimostrato di essere molto più avanti di tanti rappresentanti istituzionali. L’area urbana, ad esempio, vedrebbe la luce anche istituzionalmente dopo 30 anni di confronti, mentre i cittadini la vivono nei fatti ogni giorno. Anche le parti sociali, d’altronde, hanno largamente condiviso questa proposta. Ma proprio per impedire che nessun territorio si senta umiliato, noi lanciamo alle principali forze politiche, economiche, sociali e culturali d’Abruzzo una sfida costruttiva e possibile: decidere insieme come riorganizzare le istituzioni. Perché accanto alle Province ed alle sedi periferiche dello Stato come questure, prefetture, comandi delle forze dell’ordine e agenzie fiscali sarà necessario un adeguamento organizzativo del sistema sanitario e universitario. Due sono le strade: aspettare che arrivi Roma a imporci un cambiamento con un decreto legge del governo e diventare nuovamente ostaggi dei veti incrociati, o decidere insieme, oggi e non domani, quale vocazione condividere per ogni città, in modo che nessuna venga danneggiata dalla riorganizzazione delle Province. Solo così dimostreremo di essere all’altezza delle attese dei cittadini. Noi, come Pd, siamo pronti da tempo: quando eravamo al governo delle Province e delle città, arrivammo anche a ipotizzare l’elezione di un organismo unitario per l’area vasta Chieti-Pescara e proponemmo atti strategici di programmazione del territorio. Chiodi e il suo Pdl hanno già dimostrato di non essere in grado di fare nulla di simile: almeno provino a pronunciare qualche parola, presentino una proposta, e se non ce la fanno lo dicano chiaramente. Intanto il Patto per le quattro città può iniziare a camminare”.
ALFONSO MASCITELLI, SEGRETARIO REGIONALE IDV
“ Il CAL avrebbe fatto un atto di coraggio proponendo l’abolizione di tutte e quattro le province, così come stiamo chiedendo da tempo. Invece si è sviluppato un dibattito sul riordino che si è trasformato in una mortificazione dei territori, con vinti e vincitori, e Chieti purtroppo ne sa qualcosa, visto che sta rischiando di trasformarsi in un contenitore di spazi vuoti. Ora la vera partita è aperta sulla riorganizzazione degli uffici periferici e delle strutture delle amministrazioni dello Stato e non è cosa da poco, considerando i diversi servizi che vengono svolti ai cittadini. Se ne sta parlando poco, ma bisogna sapere che il Governo dovrà adottare entro i primi di novembre un regolamento con norme generali e indirizzi attuativi e su di esso dovranno essere resi i pareri della Conferenza unificata e soprattutto delle competenti commissioni parlamentari. E’ su questa delicata questione, l’unico vero tema che forse interessa i cittadini, che è necessario fare quadrato e mi rivolgo agli altri parlamentari abruzzesi, soprattutto quelli che fanno parte della maggioranza, perché si stia attenti all’accoglimento di criteri a garanzia di una equilibrata e omogenea distribuzione degli uffici e dei servizi statali. In caso contrario, assisteremo ad un film già visto: in Parlamento votano in un modo e qui in Abruzzo si nascondono dietro al dito dell’ipocrisia”.