Pescara (4-3-3): Perin; Zanon, Terlizzi, Capuano, Bocchetti; Bjarnason, Cascione (30’st Colucci), Blasi, Weiss, Jonathas (45’ Vukusic), Caprari (26’Romagnoli). A disposizione: Pelizzoli, Terlizzi, Crescenzi, Cosic, Nielsen, Quintero, Brugman, Celik, Abbruscato. Allenatore: Giovanni Stroppa
Reti: 36’ Sgrigna, 58’ Brighi, 62’ Bianchi
Espulso: Terlizzi
Ammoniti: Zanon, Darmian, Blasi
Arbitro: Russo di Nola (Posado-Faverani)
Sfida salvezza tra le due che l’anno scorso si sono contese il primato in serie B, ma il passaggio del Pescara all’Olimpico di Torino conferma come quello di Stroppa sia ancora un cantiere senza capomastro, al contrario dei granata più organizzati e rodati negli schemi. Doppia novità in mezzo al campo per i biancazzurri: Blasi e Bjarnason all’esordio in luogo di Nielsen e Colucci, idem in difesa per Terlizzi e Bocchetti al posto di Balzano e Romagnoli. Jonathas, secondo Stroppa, merita la conferma e mantiene Vukusic e Abbruscato in panchina: replicato, invece, il tridente con Weiss e Caprari. Ben più convincente la coppia offensiva scelta da Ventura: il bomber Bianchi e Antonio Sgrigna al prolifico esordio in serie A.
Avvio piuttosto spento, si attende l’11’ per il primo sussulto: è Sgrigna a bucare la difesa con un taglio perfetto su un lancio proveniente dalla metà campo granata, Terlizzi lo tiene in gioco e così si porta al rasoterra che incrocia la porta di Perin, che si fa trovare pronto alla prima occasione. Ma è un preludio che non rispecchia l’evolversi del match. Emozione ben più forte al 26’: Terlizzi stende in scivolata Bianchi, che sfonda al centro dopo un rapido scambio dalla sinistra. Rosso per il difensore, mentre sul dischetto va Bianchi. Ma Perin gliela respinge nonostante la potenza del tiro, scegliendo l’angolo alla propria destra con la determinazione di un veterano veggente. Al Pescara tocca farsela in dieci per un’ora e Stroppa ripara togliendo Caprari per rinforzare la retroguardia con Romagnoli. Ancor prima della sostituzione (26’) il Torino cerca di accelerare: cross tagliato dal vertice destro di Darmian che trova sul lato opposto dell’area Santana, potente la conclusione al volo che esce sul fondo, non di troppo. Lo svantaggio numerico si riflette sul risultato in ben poco tempo: al 34’ Bianchi fa da torre sulla verticalizzazione dalla trequarti e certifica tutto il feeling offensivo con Sgrigna, che dal dischetto esplode il destro di controbalzo e non lascia scampo a Perin. 1-0. Con zero palloni al suo attivo, Jonathas si accomoda in panchina e lascia scampo al croato Vukusic. Ma è la difesa di Stroppa a non trovare la bussola, e tra la fine del primo e l’inizio del secondo tempo il Toro si rende ancora pericoloso, con Stevanovic che grida al rigore e Sgrigna che non trova la doppietta solo per un miracolo di piede di Perin sulla linea di porta. Al 13’st il portierino biancazzurro riesce in due tempi a fermare anche l’assalto di Santana, una botta da fuori area. Ma il rinvio dalla porta termina tra i piedi granata e agevola la percussione di Sgrigna e Brighi, assist basso dal fondo del primo e tap-in dall’area di porta del secondo che trova il raddoppio ai danni di un Pescara senza cognizione alcuna. È buio totale per gli adriatici, che al 17’st tracollano con il 3-0 di Bianchi: lo stacco di testa sul cross dalla sinistra supera di una spanna Zanon e mette la palla nel sacco. L’unico tiro in porta del Delfino parte dal piede di Vukusic al 18’st, in mezzo ad una mischia fitta in area, ma la difesa seppur disordinata riesce a murare. Ventura rinuncia alle pretese, e fino al 90’ continua a tenere il Pescara alle strette senza alcuno sforzo particolare. È solo Santana, a 3 minuti dal termine, a insidiare Perin con un tiro cross dal fondo destro, ma il giovane estremo difensore si dimostra sempre impeccabile negli scontri ravvicinati.
Il triplice fischio suona, per gli abruzzesi, come una tanto attesa ritirata. L’espulsione di Terlizzi ad un’ora dalla fine ha senza dubbi condizionato le speranze di ripresa del Pescara, ma il piglio e i meccanismi appaiono ancora ben lontani dalla sufficienza. Un cantiere disorganizzato, appunto. La mole di lavoro si può sempre aumentare, per trarne i dovuti benefici, ma l’annuncio urgente e obbligatorio deve recitare: “Cercasi leader per una squadra che stenta a capirsi”.
Daniele Galli