Sono le parole dei vertici biancazzurri a giallorossi a sancire l’imminente fine della telenovela che vede Zdenek Zeman dare l’addio a Pescara, dopo aver riportato la compagine adriatica in Serie A. “La tentazione Roma e’ fortissima per Zdenek Zeman ed entro sette giorni il tecnico boemo scioglierà le sue riserve”, ha detto Daniele Sebastiani, presidente del Pescara; più corto l’ultimatum dato dal direttore sportivo della Roma, Daniele Sabatini: “Annunceremo l’allenatore entro tre o quattro giorni”, ha detto ieri, “Le percentuali di un approdo di Zeman sono rilevanti, ma dobbiamo mettere a posto tutti i tasselli”. Fino ad una firma nero su bianco, nota l’imprevedibilità del boemo, tutto è ancora aperto, ma in molti scommettono che, dopo l’ultimo allenamento, Zeman annuncerà i suo addio già domani.
Ieri, infatti, la telefonata con Roma, comunicata nel pomeriggio a Sebastiani e il direttore sportivo Delli Carri; nessuna sorpresa, da tempo i vertici biancazzurri sapevano che solo la Roma poteva far vacillare Doppiazeta. E Sebastiani avrebbe anche cercato di stimolare la permanenza zemaniana giocando con il portafogli, cercando la crepa sulla trattativa capitolina: 800mila euro milioni netti più i premi la prima offerta del club, mentre i mister avrebbe chiesto 1,1milioni più un altro milione in caso di qualificazione alla Champions; ma l’intesa si intopperebbe sulla durata: biennale offerto dalla Roma, mentre Zeman lavora storicamente solo di anno in anno Nonostante l’opzione fatta capitolina sia un colpo di cuore e una grande acclamazione da parte della piazza per l’uomo che ha lanciato Francesco Totti, la scelta ricadrebbe sul maestro del 433 causa numerosi rifiuti incassati, ma Sabatini lo corteggia ugualmente : “Dobbiamo mettere a posto tutti i tassella, ma qualora fosse Zeman sarà stata una scelta fatta a prescindere dagli umori della piazza e sarebbe un segno di continuità, perché lavora su un pensiero di calcio che è comune a Luis Enrique: non sarà una scelta di ripiego, non c’è necessità di prendere una seconda scelta”. Sebastiani, dal canto suo, affida l’ancora alla speranza, più che alla controfferta: ““Non è una questione di contratto, soldi o progettualità: spero possa ancora succedere qualcosa”, e avvisa. “Se poi Zeman dovesse lasciarci, non ci faremo trovare impreparati”.
La lista dei successori si fa lunga: scartato in partenza Di Francesco, si palesa all’orizzonte il lieto ritorno in casa di Giampaolo, ma se la giocano al totoallenatore anche Calori e Mangia, più probabili della pescata dal mazzo di Del Neri, Ferrara o Gasperini. Il nome più quotato di tutti resta quello di Delio Rossi, esonerato dalla Fiorentina per la rissa con Ljajic: “E’ un allenatore molto capace, potrebbe essere l’identikit giusto”, ammette il presidente biancazzurro. Per i tecnico riminese, ex Lazio e Palermo, sarebbe il terzo passaggio sulla panchina pescarese, dopo le stagioni ’96-’97 e 2000-2001; già sondata la sua disponibilità seppur senza contatti diretti, ma se domani Zeman parlerà i tempi si accorceranno notevolmente.
Sebastiani si è espresso anche sul mercato, partendo dalle uscite da contenere: si cerca di non far partire subito Immobile per Genoa e Insigne per Napoli: “Tutto è possibile”, dice, e conferma che il riscatto della metà di Caprari dalla Roma non è ancora cosa conclusa. Riflettori sempre puntati sul gioiellino Verratti: “Sono disposto a venderlo, ma non a svenderlo”, precisa il presidente, “vale veramente tanto, è un talento puro che arriverà ad altissimi livelli, ma lo vendo solo se rimane a Pescara un’altra stagione”.