Teramo-Riccione può essere sintetizzata dalle parole pronunciate al novantunesimo dal patron biancorosso Luciano Campitelli, e quello del massimo dirigente abruzzese è un riassunto inappuntabile, per onestà e obiettività: eh già, perché la capolista riesce ad avere ragione della formazione di mister Tentoni, questo è vero, ma lo fa al termine di una faticaccia inenarrabile, una di quelle sofferenze delle quali il pubblico del Comunale avrebbe fatto volentieri a meno. Che i padroni di casa non attraversino un grande periodo lo si capisce prim’ancora che l’arbitro dia l’avvio alle ostilità: come spiegare, altrimenti, la decisione con la quale mister Cappellacci rinuncia al bomber Gerardo Masini per far posto al centrocampista Laboragine? La scelta della prudenza (4-2-3-1 e non 4-3-3) stupisce, ma in ogni caso i dubbi iniziali sembrerebbero fugati dall’atteggiamento con il quale Vitone e compagni approcciano il primo tempo: Petrella (botta dal limite all‘11’) e Bucchi (contropiede solitario al 25’) trovano sulla loro strada Superman Piagnerelli, strepitoso nell’evitare la capitolazione della sua porta. Il numero uno romagnolo è in forma, però a forza di spingere i biancorossi trovano il gol che sblocca l’incontro: ad andare a segno è un singolo, Davide Borrelli, con un diagonale incrociato che non lascia scampo all’estremo degli azzurri (31’). La gara si mette in discesa? Teoricamente sì, in pratica proprio no visto che la paura di non farcela rallenta le gambe di Vitone e soci: ad approfittare delle vicissitudini del Diavolo è Savini il quale, con una testata infida seguente a calcio di punizione, insacca alle spalle dell’immobile Serraiocco (52’). Tra i padroni di casa iniziano ad emergere vecchi fantasmi, sgombrati appena otto minuti più tardi, grazie all’inzuccata sottomisura di Arcamone: Bucchi costruisce, l’argentino trasforma in oro, il pubblico teramano esplode incontenibile (60’). Con il 2-1, l’ultima mezz’ora si trasforma in una sofferenza indicibile, alleviata solo in parte dallo scorso feeling tra il reparto offensivo ospite e la conclusione in porta: il fiato grosso c’è, ma questo diventa soltanto un particolare quando giunge, come una liberazione, il triplice fischio dell’arbitro. E rimanendo in tema di liberazioni, chissà che il secondo atto, quello decisivo, non arrivi in riva al Sangro, tra appena tre giorni…
TERAMO-RICCIONE 2-1
MARCATORI: 31’Borrelli (T), 52’Savini (R), 60’Arcamone (T)
TERAMO: Serraiocco, De Fabritiis, Tommaselli, Valentini, Ferrani, Speranza, Laboragine (58‘Arcamone), Vitone, Bucchi (89‘Masini), Borrelli (77‘Traini), Petrella. A disp: Cappa, Filipponi, Ciampi, Iazzetta. All: Cappellacci
RICCIONE: Piagnerelli (65‘Carioli), Sartori, Lepri, Lisi, Paglialonga, Savini, Cavoli (75‘Ballarini), Magnanelli, Cerchiari (46‘Stefanelli), Bolzonetti, Tantuccio. A disp: Politi, Cuttone, Basile, Cocozza. All: Tentoni
ARBITRO: Piero Ceccato di Bassano del Grappa (Tribelli di Castelfranco Veneto/Marangon di San Donà di Piave)
NOTE: Ammoniti Bucchi, Arcamone nel Teramo, Savini, Tantuccio, Lepri nel Riccione. Angoli 6-4 per il Teramo. Rec 3‘+3‘. Spettatori 1800 circa.
Francesco Graduato